Siamo un popolo di cialtroni; non solo, ma anche di “coglioni”!

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 27 aprile 2017 09:31
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Siamo un popolo di cialtroni; non solo, ma anche di “coglioni”!

 

Caro Vittorio,

ieri,  non ho fatto in tempo a leggerti. Oggi però sto dando una scorsa ai titoli della prima pagina di Libero di ieri,  mercoledì 26  aprile. Facci ce l’ha con Gramellini. Sacrosanto! Il soggetto è mellifluo e un po’ patetico, sia per quello che dice che per come lo dice.

Ma non è questo il punto. I titoli : “L’invasore tedesco è tornato da noi” di Socci e il Tuo:  “ Il 25 aprile non c’è più nulla da festeggiare” e l’enfasi delle celebrazioni mi hanno convinto che non solo “siamo un popolo di cialtroni” ma anche “siamo un popolo di coglioni” alla Gianfranco Fini.

Siamo coglioni per i seguenti motivi:

  • Non abbiamo votato a favore della riforma costituzionale, con tutti i benefici che ne sarebbero derivati (Vedi mia e mail di lunedì scorso) .
  • I 10mila dipendenti di Alitalia hanno votato a favore del fallimento della società anziché aderire ad un nuovo e questa volta salvifico piano industriale. Sono dei coglioni
  • Quando nel 2009 la Grecia entrò  in piena crisi e dovette sottostare al tutor della UE, per mettere a posto i suoi conti pubblici, ed anche noi rischiavamo ogni giorno la stessa sorte, ad ogni pie’ sospinto i nostri governanti (e non solo!) esordivano o  chiosavano  “Attenzione a non fare la fine della Grecia !”. Ebbene erano dei coglioni perché ora la Grecia “viaggia” con un PIL  +3% e noi nemmeno all’1%. Abbiamo sfottuto la Grecia rischiando anche nei  rapporti di solidarietà popolare  fra stati mediterranei. E la beffa è ancora maggiore se consideriamo che la crisi ellenica ha inciso non poco nel nostro bilancio UE. Ed ancora maggiore è il nostro scotto, se pensiamo che con la stessa medicina della Grecia oggi avremmo risolto i nostri problemi , di un popolo che vuol vivere al di sopra delle proprie possibilità , senza sfruttare le risorse , attuali e potenziali.
  • Nella ricorrenza del 25 aprile abbiamo usato l’enfasi partigiana della “ liberazione dai tedeschi” ;  ed anche qui  continuiamo a commettere  un errore di superficialità storico-politica e demografica. La liberazione  avvenne dai nazisti ed dai loro sodali fascisti (quei pochi rimasti) per mano di un esercito che da invasore , per la strana sorte del destino, divenne liberatore.  E’ questa una pagina del mio racconto dell’anno 1943, nel mio libro “Quasi come Forrest Gump”  , quando  Perugia, come molte altre città dell’Italia, veniva bombardata da aerei anglo-americani (i liberatori) mentre il governo locale era in mano ai nazi-fascisti. Siamo dunque dei coglioni se coinvolgiamo tutti i tedeschi di oggi, con i loro padri e/o nonni assegnando loro una “parte in tragedia” che non li riguarda. Salvo che si voglia far cadere le colpe dei padri sui  figli e nepoti. Ma questa è una strumentalizzazione di nemesi storica non certamente onorevole per chi la adotta e la propina.

In conclusione, caro Vittorio, le mie considerazioni ci  tengo a farle conoscere. Perché non mi va di passare per un COGLIONE !

Un caro saluto

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RINO FRUTTINI