– Detto questo

DETTO QUESTO

 Antifona

 Dal mio percorso di due anni in  Facebook, prima dell’emergenza pandemica: aneddoti, aforismi, espressioni del sentiment nazional-popolare. Esternazioni da protagonismo virtuale di personalità del pensiero, magari anche un po’  depresse, ma  di intelligenza caustica e brillante, che fanno opinione, anche fuori dagli schemi usuali. Ed infine la sintesi di alcuni temi di comune interesse:

  • Politica interna, Brexit, Italexit, immigrazione, ecologia e sostenibilità ambientale e polemica su Matteo Renzi e Salvini tramite e-mail al direttore di Libero, Vittorio Feltri
  • Economia e logistica del Centro Storico di Perugia : minimetrò e mobilità.
  • Storia perugina ed i suoi festival invasivi
  • I miei libri e lo spunto da riferimenti locali

 CONCLUSIONI

Con l’abitudine della comunicazione digitale impressa nelle pagine del web,  si è persa quella della comunicazione epistolare: penna stilografica che scivola lungo un bianco foglio di carta di pura cellulosa; dove il segno lasciato dall’inchiostro, al di là delle parole espresse, è come l’impronta digitale , rivelatrice di una personalità, magari ben strutturata, e di un particolare stato d’animo, seppure  passeggero e impressione momentanea. Ricordo il postino della mia infanzia che si portava dietro, a tracolla una grande  borsa di cuoio, con pacchi di lettere ed i primi depliant pubblicitari di una società dei consumi in ascesa. Non solo; anche notifiche di tasse e imposte da pagare, a tal punto frequenti, per cui il “poche nuove, buone nuove” poteva anche sopperire alla curiosità di una lettera con gli interrogativi che ne seguivano: quale il contenuto; chi la manda, e che ci sarà scritto, e come  potranno essere formulate le risposte. Famosi rimasero gli epistolari di grandi scrittori, come quello che Ugo  Foscolo trasferisce in un romanzo, “Le ultime lettere di jacopo Ortis”, ed immagina una corrispondenza epistolare, dai tragici risvolti  col suo amico Lorenzo; o le elucubrazioni sentimentali da “I dolori del giovane Werther” in cui Johan Wolfang Goethe  diviene campione dello “sturm und drang” del romanticismo tedesco, con un  romanzo composto da una serie di lettere che il protagonista invia al suo amico Guglielmo nel corso di 20 mesi.

Questo mio lavoro, visto nella conclusione, è in fondo, come dire, un epistolario corale e se vogliamo un po’ “lobbistico”, dati gli interessi di status individuale e sociale emersi nei numerosi interventi. Basta una frase ad effetto in un post di FaceBook che ecco appalesarsi  l’interesse di decine di “amici” o follower sull’argomento; come api alla ricerca del polline  col quale sollecitare  un concetto, elaborare un’idea, ispirare un sentimento. Emblematico è il modo di reazione e le variegate chat  al mio post sulle mascherine chirurgiche, da usare in “epoca” di corona virus.

Le numerose chat diffuse a corredo di un post, sono l’esempio di come l’umanità sia costantemente tesa a esprimere le proprie opinioni, come nel novecento  poteva accadere a quei giornali popolari e dissacranti, come il celebrato “Canard d’enchainé”;  il più impertinente dei giornali francesi, “né di destra, né di sinistra, ma soltanto all’opposizione del potere pro tempore”.

Il mio epistolario è molto eterogeneo come contenuti ; ed ancor più come referenti di lettura e di risposte ed infine di sintesi di dialoghi.

La morale da trarne riguarda il metodo del dibattito, molto spesso nato da commenti su articoli di giornale, di “Libero Quotidiano” diretto da V. Feltri, il mio direttore di giornale di riferimento; o su temi di cronaca sollevati dei talk show più popolari ; da reazioni alla politica, nei suoi aspetti di attese verso i provvedimenti economici, con   le implicazioni verso l’Unione Europea, del tipo “Italexit” o “remain”;  e l’immigrazione vista come pericolo di inquinamento od opportunità di lavoro e di sviluppo dell’economia nazionale. Ed ancora di politica estera , nei rapporti con l’U.S.A. di Trump o la Russia di Putin. Nella politica interna di questi anni, i personaggi che sono alla ribalta, oltre al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte , si confermano nella destra di Salvini della Lega e della Meloni di Fratelli d’Italia; mentre Matteo Renzi con la sua parabola dal 40% di consensi, oggi leader di un piccolo partito di centro, condiziona il Governo di Grillini e PD. Ed ancora il fenomeno delle manifestazioni di piazza delle “sardine”, nato durante le ultime elezioni regionali del 2019, e visto come la contrapposizione al presenzialismo di Salvini sui social ed a competere con la sua popolarità che lievita grazie alle frequenti  tournée elettorali.

Facebook è diventato uno strumento di comunicazione di massa e di esternazioni del “popolo sovrano” tale da far emergere fenomeni endemici di anarchismo e pur tuttavia controllabili e controllati dal Grande Fratello.  Ma poi i sottostimati presunti  pigmei dei social, quando lo vedono comportarsi male, soprattutto se contro i loro interessi consolidati,  gli si rivoltano contro. Si spiega il fenomeno del “vaffa” di Giuseppe Grillo, che da protesta di piazza,  diviene strumento di governo, secondo la via costituzionale parlamentare ; o quello delle sardine, per ora espressione corale di sommesse proteste e proposte.  E gli armigeri delle esternazioni via web fanno lobby con le TV generaliste. In tal modo il processo della democrazia TLC si evolve, anche in modelli di consenso extra parlamentare, di piazza,  almeno per la formulazione delle istanze popolari. Salvo che non abbia a degenerare in formule collaudate nella storia, come quella del Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo del 1917  o quella della Marcia su Roma del 1922. Di quest’ultima ho ritenuto di grande interesse storico riportare alcune foto , un abstract esclusivo da uno dei tanti post. La curiosità dei documenti della storia, a prescindere da ancestrali collocazioni ideologiche rimane integra e  suggestiva, a dimostrare il “come eravamo” della generazione di un secolo fa.

Finito di scrivere a Perugia il 15 maggio 2020