– Il giallo di Nora

Il giallo di Nora- WritersEditor: I Gioielli de la Macarena E Il Flamenco Blues | Amazon.com.br

IL GIALLO DI NORA: I GIOIELLI DE LA “MACARENA” E il FLAMENCO BLUES”

 ANTIFONA DI UNO DEGLI AUTORI

Tutto iniziò quando, rovistando nei cassetti della memoria, recuperai quattro penne stilografiche. Ormai desuete, erano state dimenticate; la digitazione da computer e tablet mise in soffitta non solo la biro, penna a sfera inventata dal famoso ingegnere László József Bíró, giornalista  ungherese naturalizzato argentino, ma a maggior ragione le penne stilografiche. Esse necessitano di una manutenzione continua: la ricarica dell’inchiostro, ed accortezze d’uso; una carta assorbente sempre disponibile. Ma provate a riprendere in mano una prestigiosa Waterman, con un pennino che scivola sulla pagina bianca di un diario, come nella magia della composizione di idee e  pensieri della mente dell’autore. Il tratto di penna stilografica è come il pennello del pittore; e quando c’è la voglia di scrivere e l’ispirazione, nel racconto di un panorama o nel tratteggio di una scena da pennellare, magari con una tecnica molto cromatica, assecondando la scuola dell’impressionismo francese, autore-scrittore e pittore si fondono in un’unica aspirazione: l’espressione creativa. La penna stilografica ne è uno strumento molto coinvolgente e intrigante .

Caso volle che abbia quattro baldanzosi nepoti. Sebbene tutti già smart worker, tuttavia ho pensato che far rivivere antichi e magici momenti della scrittura da penna stilografica, dotandoli anche di un’ agenda-diario dove descrivere le loro giornate, i loro momenti magici, potesse essere l’abbrivio per la fioritura di qualche talento della scrittura. Dato che al loro nonno tale attitudine quasi maniacale venne, alla pur sempre giovanile e verde  età della pensione da “over  settantenne”, un bel giorno li ho convocati per fornire ciascuno di una delle mie quattro  preziose penne stilografiche d’epoca: tre “Waterman” e la quarta di un artigiano napoletano: “Marlen” Casa della Penna in Corso Umberto I, a Napoli.

Ed allora, con Nora, appena 11 anni, sveglia e dinamica, di fantasia fertile ed inesauribile inizia l’avventura di scrivere a quattro mani un libro . Si tratta di decidere più che la trama, almeno per ora, in un viatico di fantasia o piuttosto un canovaccio, un abbozzo,  da seguire nella narrazione che sia per entrambi coinvolgente di ispirazioni, suggestioni, emozioni. Un viaggio, magari dell’esperienza e della fantasia. Nora già dai suoi undici anni ha già viaggiato molto; ed io so per certo,  nel vissuto della mia memoria che a quell’età i viaggi, nel profumo del treno che attraversa le campagne,  con le sue soste in pieno meriggio canicolare ed ancora, nella vista di panorami della natura e nell’ingresso suggestivo e imponente delle grandi cattedrali, realizzate dall’ardita ingegneria dell’uomo, per  dedicarle a Dio, restano impressi nella mente. C’è poi il viaggio dei sogni , tutto da decifrare per i luoghi della fantasia notturna, per gli incontri con persone , animali anche feroci; per rilevanza di oggetti ancestrali e simboli cosmici ; da cui congetture, con premonizioni magari ad orientare le scelte future. E tanto più a lungo scivola la sabbia nella clessidra del tempo e tanto maggiore sarà l’impressione di riviverli, nel rimpianto del passato, guiderdone e  vigliacco, che non ci ha dato tregua nello scandire le sue avvisaglie, di un inesorabile “Tempus fugit”,  impresso come un’epigrafe sulle mensole di quegli antichi orologi, impreziositi dallo stile di ebanisteria  Luigi XIV . Altro itinerario di ispirazione e memoria, devota e ricorrente è quello della cadenza delle stagioni, e ad esse la colleganza di abbigliamenti, profumi, incontri  dovuti alla scansione di grandi eventi religiosi, come il Natale e la Pasqua e tutto ciò che ne deriva, come liturgie, canti, processioni di patroni cittadini lungo gli anfratti degli antichi borghi.

I personaggi di questo giallo, intrigati anche da  sogni , quasi incubi notturni, in un periodo della loro vita piuttosto convulso, ne saranno coinvolti. Di più; da essi come gli aruspici, ne trarranno  segnali sul come comportarsi, di fronte ad incredibili avvenimenti della loro giornata.  L’insieme di queste impressioni e il “pungerci vaghezza” di una qualche novità letteraria, ha provocato  lo starter alla scrittura del libro, di avventure e malefatte, inventate dall’esperienza letteraria del  nonno , coniugata alla fertile fantasia della nepote. Cosicché due memorie, quella fresca, come la rugiada del mattino di Nora e quella cisposa , come gli occhi del suo nonno, me medesimo, condurranno il lettore di questo libro a percorrerne la trama.

 CINQUE SONO I FILI DELL’ORDITO, SULLA QUALE È TESSUTA LA TRAMA DEL “GIALLO DI NORA”:

Il primo filo da tessere è quello del jazz e le sue implicazioni, di sospetto del regime franchista, verso la   cultura dei giovani e la loro passione di una musica ritenuta sovversiva. Ne deriva il controllo delle  attività e della  dinamica nei luoghi da loro frequentati . Dolores e Pedro, i protagonisti del giallo, fanno parte di questo ambiente. Siamo alla fine degli anni ’30 e la Spagna è appena uscita da una guerra civile : il fronte popolare (comunisti, socialisti, repubblicani ) contro i falangisti di Francisco Franco. Di pari passo si sta evolvendo un progresso del jazz e le sue contaminazioni sivigliane, poi  molto apprezzate anche a Perugia, nonostante l’antipatia della polizia fascista. Ma la musica è dirompente su ogni condizionamento. Anche i figli del Duce del Fascismo, Benito Mussolini sono appassionati di Jazz.

Il secondo filo fa capo alla storia de la Macarena, quartiere di Siviglia, con la venerata statua della Virgen de la Esperanza Macarena nella Chiesa di San Gil, opera seicentesca splendidamente vestita e ornata d’ oro, argento e pietre preziose: una meraviglia per gli occhi e stupore incredulo per la mente di qualsiasi persona le si avvicini. Misteriosa è la  sparizione di quei gioielli ed una loro parte ritrovata, in una rocambolesca avventura dei due giovani Dolores e Pedro alla fine del loro lungo viaggio, da Siviglia  a Perugia. Il tesoro de la Macarena, inestimabile,  è una tiara d’oro e diamanti,  il palio e il manto della Madonna ,tempestati di pietre preziose, incastonate in spille, collane , e orecchini,  gioielli dell’artigianato andaluso. Di tutti i suoi preziosi gioielli, mancava il diamante di 41 carati, il Verde di Macarena , unico al mondo incastonato in una tiara , donata alla Madonna da un ricco torero per ottenerne la protezione. Il suo colore non esisteva altrove;  derivava da una sua radiazione naturale. Ma la tiara non ebbe una fama pari al suo valore; che divenne famosa per una maledizione: il torero morì incornato da un toro.

Il terzo filo conduttore del giallo, si dipana nel  mistero dei gioielli rubati. Ma non è chiaro se siano  falsi o gli  originali. Il viaggio di  Dolores e Pedro da Siviglia con il suo epilogo a Perugia, dove potranno in qualche modo ricongiungersi al collezionista, il nobile Manuel de Baduel, di origine sivigliana, lontano parente di Pedro e cugino del sagrestano della Chiesa de La Macarena, Alvaro de Baduel,  sarà il momento della verità. Costui, con l’inizio della guerra civile, per evitare atti iconoclasti dei comunisti su immagini sacre, nascose la statua della vergine ed il suo tesoro in un posto sicuro e vicino alla sua abitazione. Le tappe di questo “grand tour”, Cannes, Verona, Bologna, Perugia , avranno ingredienti al calor bianco , in un alternarsi di furti di gioielli, omicidi e concerti di jazz, contaminato da musiche andaluse e creole. Misteriosi rapinatori ed assassini, non si sa bene se collegati ai gioielli o alle provocazioni della polizia del regime,  si distribuiscono, quasi in modo calcolato, lungo il tragitto dei due protagonisti, da Siviglia fino a Perugia.

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