– Advertising Robot

Advertising Robot: Mr. Adrob e l’avvitamento dell’intelletto e della politica

Immaginate un mondo di intelligenza artificiale?

Viziato e compromesso dove la realtà è opaca ed evanescente, vaporosa e torbida. Una realtà non vera, non reale, immaginata fugacemente ma senza focus. Un artificio. Un robot. Una matrice pubblica, che viviamo, contraria e dissonante con il reale e così convincente da ingannarci ogni giorno da millenni.
Come può essere il futuro di una matrice del genere?

Dove potrà condurci una tale rete avveniristica di contenuti artificiali dove i sapori, gli odori, le sensazioni sono riprodotte ma non vere, sono convincenti ma non reali, credibili ma non sicure. E soprattutto chi ci domina? Chi ci comanda? O ha comandato? Advertising robot…

Adrob è il prototipo della generazione prossima ventura.

Il suo nome, già nell’anagramma, Ad. (advertisingrob (robot) è l’esemplificazione di come il fenomeno dell’advertising[1] possa condizionare l’uomo e renderlo dipendente dai massmedia. Questa assuefazione è controversa, la personalità e la coscienza dell’uomo libero emerge a tratti  e nello stesso tempo auspicata, poiché l’advertising è la molla del consumismo e del benessere. Ormai lo Stato dell’Advertising si è consolidato in uno stato di polizia, con il Capo della Reclame che fa il bello e il cattivo tempo, dirigendo una Polizia che pervade nel tempo e nello spazio ogni istanza di vita individuale e sociale dei suoi sudditi che sono contenti di tale assetto di governo della cosa pubblica.

Infatti l’elettore del governo è come un bimbo, che va saputo premiare con promesse di carriera nell’organizzazione del suo ciclo di vita, per ottenerne la fiducia e la più ampia disponibilità alla collaborazione. Poche regole, semplici e concise. Il Capo della Reclame è il duce supremo. Egli governa il suo popolo con la politica e la  legge dell’Advertising. Essa deve far conto sul modello economico cosiddetto “dell’avvitamento”: lavoro/Produzione/Consumo/Soddisfazione/gratificazione/lavoro.

Se lo schema circolare funziona, il popolo dell’Advertising raggiunge la felicità. Ma la disciplina verso ogni stimolo, raccomandazioni, consigli del Capo della reclame deve essere ferrea e indiscutibile. Infatti il sistema funziona con un  rigido “top down”, ed esso non può essere contestato, né  tanto meno scalzato, poiché la formazione del consenso segue il processo sopra evidenziato. Come a dire: il cittadino,“utente/consumatore/suddito dell’Advertising State, se la canta e se la suona. Egli stesso è inserito in un meccanismo di società in cui l’autogestione, nell’espressione dei desiderata dello stile di vita,  si confonde e si consolida con un’organizzazione  della società piramidale.

Adrob, che ricopre un posto di alta responsabilità nello Stato dell’Advertising,  tuttavia si discosta da tale uniformità di apparato che toglie personalità e libero arbitrio all’uomo. Si dedica nascostamente a letture, meditazioni, anche con la sua amante; che però  potrebbe essere anche una spia del regime. La conclusione del libro, anche nella sinossi, è coperta dal segreto professionale dell’autore che s’immedesima in Adrob, pur vivendo in una società dell’advertising che precede quella di Adrob di almeno trenta anni.

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[1] Advertising, che deriva dal verbo to advertise, cioè avvertire, far conoscere, solitamente si riferisce alla pubblicità, pianificabile sui media di massa, quali televisione, radio, stampa, pubblicità esterna e internet.