La canzone “Zichipachi, zichipù” del ventennio e il meticciato

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: lunedì 26 giugno 2017 15:57
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: La canzone “Zichipachi, zichipù” del ventennio e il meticciato

 

Caro Vittorio,

parliamo di algoritmo, non nel senso di unico strumento di matematica e statistica che serve per misurare fenomeno quantitativi; ma nel senso, come sembra dall’interessante articolo di Melania Rizzoli di ieri , di un subdolo mezzo per estrapolare e  interpretare, dall’aggregato creativo di sostantivi, aggettivi e verbi di una frase, lo stato d’animo di chi la scrive , o meglio “digita”  e la diffonde  via “face book” o “e mail”. Se questi sono i potenti mezzi di analisi introspettiva che la sig.ra Melania può mettere a disposizione di Libero , tramite l’esperienza del figlio stagista negli USA  , allora sottopongo volentieri le mie e mail a te indirizzate al vostro guru di algoritmia subliminale (una disciplina che ho inventato or ora !) , per sapere se le mie frasi ed i miei scritti a te indirizzati siano espressione di : invidia, ammirazione, adulazione, egocentrismo, presunzione, ironia, collaborazione, condivisione, aspra critica, commiserazione, supporto ideologico, supporto monitoriale, circospezione identitaria, insoddisfazione sessuale e/o affettiva,……

Ma questa è la premessa di questa mia. In realtà vorrei soffermare la tua attenzione sul tuo articolo odierno nel quale  dimostri una assoluta liberalità culturale, che neppure Piero Gobetti si sarebbe sognato di esprimere. Sei un ateo , perché laico nei  comportamenti  e nello stile di vita. In realtà sei un cristiano bigotto  per cultura e per quel background  di ideologia che serve per essere recepito come  tale. Il giovine chierichetto che è in te rimarrà agli atti della storia della carta stampata. E la tesi dell’aborto che ha ridotto la demografia nazionale al saldo morti/nascite che ci deprime e che altrimenti  avrebbe ovviato il ricorso allo ius soli et culturae mi trova perfettamente  d’accordo.  Tuttavia sottopongo alla tua attenzione una teoria apparentemente darwiniana,ma che tuttavia ha determinato il successo di popolazioni come quella statunitense, ad esempio. La teoria è quella  per capirci meglio, visto che sei un animalista, dei bastardi. Io da ex cacciatore la conosco bene, avendo avuto  a che fare con cani di pura razza pointer, molto bravi “nella cerca e nella punta della selvaggina”, ma, ahimè, molto delicati  di  fegato. Invece i cani bastardi sono sempre dotati di intelligenza istintiva  e resistenza fisica  alle malattie eccezionali . Ed allora mi viene in mente una poesia-canzone degli ani trenta : “Zichipachi, zichipù”che richiamo nel mio ultimo libro “Quasi come Forrest Gump” che ti consiglio di comprare e leggere e del quale te ne  omaggio uno stralcio in allegato. Perché dunque non pensare ad una generazione di meticciato che ne possa innescare il fortificarsi, nella naturale combinazione sinergica dei migliori fattori positivi di  diverse etnie ?

Se ho detto un’eresia, mi si dica allora perché. Non mi pare che il meticciato degli USA  in appena una decina di generazioni abbia causato un indebolimento della razza bianca. Tutt’altro.

Con simpatia

 

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RINO FRUTTINI