Il fondo di oggi ( san Valentino) e l’intervista ad Antonio. Martino di ieri.

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: martedì 14 febbraio 2017 17:23
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Il fondo di oggi ( san Valentino) e l’intervista ad Antonio. Martino di ieri.

 

Caro Vittorio,

come promesso, stavo per metter  giù una nota di commento  sull’intervista di ieri di Senaldi  al  prof. Antonio Martino in merito a EU/€. Ma oggi, leggendo il tuo fondo su la direzione del PD, sento di condividerlo al 99% oppure allo 1%. Mi spiego. Si tratta di una percentuale ponderata e articolata. La ponderazione è data dall’importanza del contento del tuo scritto. Nel caso dello 1% pesa negativamente  la tua ostinata, inconsulta, pregiudizievole contrarietà alla UE/€. Se concludi l’articolo con l’iconoclasta affermazione: “ La corda per impiccarci ci sarà fornita dall’Europa e l’euro ci sotterrerà” , essa  per un verso è un’immagine icastica da “becchino 4.0”, dall’altra è un rituale che a buona ragione può valere in senso contrario: “ La corda per impiccarci ci sarà fornita da una Italexit  e il direttore di Libero, Vittorio  Feltri e con lui tutti gli altri becchini, fautori dell’Italexit ci sotterreranno” . Invece la condivisione al 99% riguarda la qualità della prosa e gli argomenti trattati sul P.D. e Matteo Renzi . Da cui si evince tutta la tua simpatia (e la mia) per questo “toscanaccio” , come direbbe Benigni , che come il suo conterraneo Fanfani di qualche decennio fa , non demorde e come il suo antagonista di destra, Berlusconi, sembra avere sette vite, come i gatti mammoni.

Ma veniamo alla analisti tecnica su UE/€.  Innanzi tutto una premessa. Tu e la tua redazione , con gli esperti di teoria dell’economia ritenete che intervistando gli esimi e spesso emeriti economisti, ancorché  premi Nobel , possiate ottenere una ricetta inconfutabile sul dilemma pregiudizievole  che inconsultamente e irresponsabilmente Vi siete posti ormai da mesi contro l’euro. Fate come alcuni magistrati che, convinti della colpevolezza di un imputato , cercano solo  le prove a suo sfavore per incastrarlo, trascurando di ricercare anche quelle a suo favore. Essi non perseguono la verità fattuale ma la valorizzazione della icona della pseudo giustizia , ovvero di trovare comunque il colpevole.

Nel caso di specie l’intervista al prof. Antonio Martino fa acqua da tutte le parti.  Il professore sostiene che l’Euro andava introdotto solo dopo “..un paio di anni di circolazione parallela con le moneta nazionali”. In realtà tale binario valutario  di confronti con le altre monete europee ebbe ad esistere , fino a quando con  l’unità di conto europea  ECU , che operò dal 1978 al 1999, si arrivò alla conclusione pratica di una ponderazione dell’Euro con le 12 valute quotate nel mercato dei cambi in un certo periodo (1998-1999) . Ebbene, come oggi la Germania è il bench marking per il calcolo dello spread  che determina il tasso di interesse del debito sovrano così allora fu per il tasso di cambio delle valute. Per cui se con Lire 989,90 si acquistava un marco, e se 1 marco valeva 1,95583 Euro , ne viene che per comprare 1,95583  Euro occorrevano  Lire 1.936,2521417, ovvero  1,956 marchi. Poi tutte le altre polemiche  sorte negli anni sono contorni polemici insulsi ,di fronte al contesto drammatico  di economia finanziaria e reale dei primi anni ’90 nel quale siamo riusciti a sbarazzarci di inflazione  e svalutazioni pseudo competitive. Finalmente ora abbiamo una moneta unica che consente di misurare lo sviluppo innovativo e la produttività  nazionale, senza combinazioni fasulle di tirms of trade. Se l’economia italiana cresce a tassi inferiori a quella degli altri paesi europei ciò si deve ad una serie di cause : l’imprenditoria, soprattutto meridionale, non si riprende dalla crisi del 2008; la “burosaurocrazia” primeggia in tutte le postazioni decisionali della P.A.A. (Pubblica Amministrazione Statale e locale) ; la società italiana è in una fase crepuscolare della propria storia politica e di costume; le istituzioni della politica sono impari al loro compito e ruolo di governo , legislativo, esecutivo e giudiziario. E ti pare poco? E tu te la vuoi prendere con l’Euro? Ma siamo seri!!!

Non comprendo la dinamica del ritorno alla Lira come la prospetta il prof. Martino nei confronti del debito sovrano: “Si torna alla lira in concorrenza con l’euro. In un paio d’anni  il tasso di cambio delle due monete si stabilizza” . E qui cade l’asino. Ci indichi il professore un algoritmo dei tassi dei cambi valutari , in situazioni congiunturali sfavorevoli per la nostra economia  dove la lira sia riuscita a sopravvivere senza svalutazioni progressive e ripetitive. Peccato che non abbiamo sperimentato questa ricetta per la Grecia. Ne avremmo viste delle belle. Ma se basta uno starnuto di qualche big della finanza internazionale che detiene il nostro debito per far lievitare lo spread; ma di che cosa stiamo parlando ? Inoltre che il cambio Lira/€. stabilito in Lire  1.936,27 sia emerso da una decisione ristretta fra pochi intimi è una sonora balla. Da anni si stava operando per una armonizzazione dei cambi e delle economie  reali dei 12, poi 15 ed infine 19 nazioni.

Esilarante è poi la teoria della montagna e Maometto. Alla domanda “ Non l’hanno fatta mai ministro dell’Economia per il suo antieuropeismo? “ Il professore risponde :“ Ma guardi che io sono un europeista, è l’Unione Europea a non esserlo davvero”.

Infine si parla della fantomatica “rivoluzione liberale”. L’unica rivoluzione liberale che io ricordi è quella prospettata da Piero Gobetti, un giovane politico del periodo fascista esule a Parigi. Ma il suo pensiero è stato ripreso nel tempo dai liberali della sinistra antimalagodiana, dai socialisti riformisti,   dai radicali , dagli anarchici e perfino dai comunisti amendoliani. Gobetti e la rivoluzione liberale è come l’araba fenice: tutti ne parlano ma nessuna sa cosa sia.

Concludo questa mia expertise di critica , come sempre costruttiva, con un caro saluto.

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RINO FRUTTINI