Almeno tre contraddizioni nella linea editoriale di Libero

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 17 agosto 2017 12:18
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Almeno tre contraddizioni nella linea editoriale di Libero

 

Caro Vittorio,

mi rendo conto che con i titoli roboanti, o meglio ancora “sensazionali” Libero riesca a incrementare tiratura e diffusione. E di ciò me ne rallegro ; vuol dire che mi trovo in buona compagnia. Tuttavia, per la credibilità  di ciò che andate a scrivere, ovvero  non è solo cronaca o commenti,seppure centrati e intelligenti, come il tuo fondo di oggi 17 agosto su Regeni  ( “Giulio ha sbagliato a voler indagare su una dittatura”),occorre che la  linea editoriale di Libero sia coerente, se non anche  convincente e vincente.

Sostieni a spada tratta, in ordine di enfatizzazione  editoriale: l’autonomia di Lombardia e Veneto; il danno di un’Europa unita, anche con l’Euro, per l’economia nazionale; la debolezza del nostro Governo  dileggiando Gentiloni e , giù giù fino all’ottimo sottosegretario Maria Elena Boschi. Insomma,dalla tua (e vostra) analisi critica non si salva proprio nessuno. Forse solo  il Ministro dell’interno Minniti, almeno fino al prossimo sbarco di centinaia di immigrati.

Ebbene, dico io, non si possono denunciare  contemporaneamente le debolezze di tre grandezze della struttura geopolitica nei  tre livelli fra loro interconnessi senza cadere in gravi contraddizioni. Un governo nazionale forte presuppone un accentramento di poteri. Tu, invece, e Salvini  sostenete il referendum consultivo per l’autonomia di Lombardia e Veneto. E questa è la prima contraddizione.  Auspichi il superameno dell’Europa, e citi come modello la Brexit, ma poi lamenti la nostra debolezza in materia di Pil, autorevolezza in politica estera, prestigio militare. Ma che potenza possiamo  essere con tutti questi “minus” ? Denunci all’opinione pubblica i risultati di un sondaggio, da cui si evince, nei dati  di sintesi che gli italiani vogliono un’Europa più organicamente strutturata e politicamente  integrata di quanto non sia ora, mentre evidenzi solo  la caduta della credibilità di un’Europa nei suoi livelli attuali gestionali spesso contraddittori e farraginosi (vedi la politica sull’immigrazione, rispetto al trattato di Schenghen sulla globalizzazione nella libera circolazione di persone e merci). E questa è un’altra lapalissiana contraddizione.

Dunque, caro Vittorio, a che pro correre dietro alle sensazioni epidermiche sollecitate  da un titolo a tutta pagina, quando manca la strategia di una politica  nazionale  che progredisca nell’interesse dell’Italia?

Il nostro obiettivo  è quello di rendere coesa la politica fiscale e dei redditi all’interno dei nostri confini, rendendo le autonomie locali sempre più interdipendenti. Te l’immagini, ad esempio, se i trasferimenti fiscali da Lombardia a Roma, a vantaggio della stanza di compensazione interregionale, venissero meno ? Fai solo mente locale ai trasferimenti di merci dalla Lombardia al Mezzogiorno  (export interregionale) ed alla caduta del suo  reddito  procapite dovuto alla contrazione dei trasferimenti delle entrate di bilancio.

Non serve ricorrere ai dati Istat per capire come la produzione i beni e servizi della Lombardia, ad esempio, abbia sbocchi essenziali (in termini di input/output) verso il Sud.  La stessa dinamica vale nel rapporto Italia, resto della UE.

E qui il processo di coesione e armonizzazione delle politiche economiche  secondo il trattato di Maastricht è più complesso  poiché un Fiscal Compact, ovvero le condizioni di bilancio per entrare in Europa erano per noi, abituati  allo “spreco compact” , piuttosto severe. E tuttavia è grazie a questa severità di bilancio, quasi  alla Quintino Sella, che siamo riusciti a entrare nel club  degli stati europei  ed a salvaguardare dal default , ai tempi del governo Amato e poi del governo Monti , la nostra economia. Non oso pensare allo scenario di un’Italia fuori dall’Europa  durante la crisi del 2001 e quella del 2008.  Sarebbe andata molto peggio di quando subimmo in appena un decennio , i due shock petroliferi  degli anni ’70.

Ti saluto con l’affetto di sempre

_____________

RINO FRUTTINI