LE “STORYMIRROR” DELLA PLATEA DEL  SOPRAMURO

LE “STORYMIRROR” DELLA PLATEA DEL  SOPRAMURO

…fantasia e  cronaca. La storia di Perugia, immaginata da dietro le persiane di una finestra sulla piazza del Sopramuro, poi piazza Piccola e ancora Piazza Garibaldi e infine Piazza Costanzo Ciano. Ora Piazza Matteotti

 Il titolo delle quattro storie in quattro epoche:

 

 

 

 

  • Etrusca: “datemi uno “gnomone[1]” e vi fonderò una città: Perusna”
  • Rinascimentale: “ il romanzo e la leggenda del Sant’Anello che ispirò il dipinto del Perugino: ”Lo sposalizio della Vergine”
  • Risorgimentale: “il Penicillium negli esperimenti anti epidemie della farmacopeia perugina fine ‘800 ed i moti perugini per l’unità d’Italia”
  • Fascista : “il giallo dei soliti ignoti della “banda del buco” , a scavare sotto la via Riaria, ora via Baglioni, per una rapina al Banco di Napoli. Fu per la causa fascista o antifascista della Perugia “ante marcia su Roma?”

 

Il focus, la sintesi di questo lavoro vuole significare l’immaginazione della storia nei secoli, a rendere vitale nei suoi eventi una vecchia  piazza di Perugia, con i suoi contorni di vissuto cittadino, avviluppato in agglomerati di pietre, lievitate in sapienti architetture d’arte e di cultura, spalmate nei secoli della storia della politica, alla ricerca del governo dei migliori. Dire “Piazza del Sopramuro” è come citare un sinonimo:  “Piazza del mercato” o “Piazza delle erbe e dei pomi ”, o volgere un richiamo alla sua faticosa e ardita  evoluzione architettonica nei secoli, se non anche ad  un “locus” di ritrovi, appuntamenti, nel dispiego di quotidiane consuetudini “mercatistiche”.

Lo scrutarne con discrezione, da dietro le persiane prospicienti la piazza, le evoluzioni dei costumi  delle sue genti, di pari passo con i laboriosi stati di avanzamento secolari, nel divenire edilizio di voltoni, archi, terrapieni  della sua consistenza monumentale  è stato utile, per ricomporre la storia e la cultura della nostra città, mediante quattro episodi, quattro racconti nello scenario della Piazza del Sopramuro, in epoche molto diverse .

La storia non si evolve per salti, ma lievita con i fenomeni di crescita delle idee  e la sedimentazione della loro realizzazione nella comunità perugina. Noi, autori del libro, mia nipote e me medesimo, con alcuni racconti, l’abbiamo immaginata nello svolgersi in epoca etrusca, quella fondativa di Perugia; poi siamo passati a quella rinascimentale, delle grandi opere d’arte di Pietro Vannucci, detto il Perugino ispirate dalle grandi figure  evangeliche del Cristianesimo e patrocinate dalla Chiesa, nella sua costante asseverata egemonia temporale e spirituale.

L’esaltazione della civiltà etrusca in epoca fascista, con la istituzione alla Università per Stranieri di Perugia del Corso di Etruscologia avvenne, per assurdo,  celebrandone la sconfitta per mano di Roma, da sempre al centro del mito mussoliniano imperiale. Tuttavia tale evento non ne impedì  la sopravvivenza etnica e culturale, attraverso la Storia Romana e il Medioevo. Finché, nel Rinascimento, l’Italia si svegliò dal “sonno secolare”, proprio nelle regioni “nipoti lontane dell’Antica Etruria, le più antiche e le più insigni propaggini della gente etrusca”: Toscana e Umbria. La continuità etnica e culturale degli Etruschi in Italia è la coerente espressione a imparare la storia antica di tutte le regioni italiane, per essere “degni eredi di Roma”, come si usava dire. Non a caso la comunanza di due botteghe del Sopramuro , prima da parte del divin pittore, Pietro Vannucci detto il Perugino,  con il suo laboratorio e poi, a distanza di tre secoli, da uno speziere-farmacista di metà ottocento, Beniamino Tei, in epoca risorgimentale hanno consentito il passaggio storico, dalla città Stato della  Perugia etrusca, alla signoria medievale di Braccio Fortebracci, sotto l’influenza  dello Stato Pontificio, fino a divenire Comune capoluogo di una grande provincia in  quello Sabaudo dell’Unità d’Italia.

Infine la lettura del libro , secondo il “file rouge” che cinge la platea del Sopramuro, approda  ad  un racconto con tonalità da romanzo giallo, vissuto in periodo prefascista e consente non solo di confermarne la scansione della storia e della sua continuità vichiana, ma di calare il lettore nel clima rovente degli anni di preparazione della Marcia su Roma e del suo quadrunvirato con sede all’albergo Brufani nel Colle Landone di Perugia. Era iniziata la rivoluzione fascista con le premesse dell’avvento della sua dittatura, insieme a molti attori  ritrovati in quella avventura nelle vesti di protagonisti. Chi ne avrebbe immaginato i tragici epigoni, solo dopo  due decenni  da allora  trascorsi ?