CANAPA INNOVAZIONE MADE IN ITALY

“Nuove Tecnologie per il Made in Italy”
ALLEGATO 2 : PROPOSTA DI MASSIMA
TITOLO DEL PROGETTO : “ CANAPA INNOVAZIONE MADE IN
ITALY”
Indice :
Premessa
Sezione 1: contenuti di innovazione tecnologica e/o organizzativa)
(Caratteristiche tecniche, funzionali e d’innovazione tecnologica e/o organizzativa del
programma in termini di):
a) Collocazione del programma rispetto all’area tecnologica di riferimento.
b) Obiettivi generali e specifici del programma); caratteristiche e prestazioni del
prodotto/servizio da sviluppare e le principali problematiche tecnicoscientifiche)
e tecnologiche da risolvere per realizzare l’obiettivo e le soluzioni
proposte.
c) Specifica tecnica del prodotto/servizio di cui s’intende realizzare il prototipo) ,
eventuale scomposizione del prodotto/servizio in termini di sottosistemi e
componenti.
d) Avanzamento portato dal programma rispetto allo stato dell’arte tecnologico
e/organizzativo, alla standardizzazione e replicabilità delle tecnologie sviluppate,
ed alla situazione della concorrenza.
e) Descrizione sintetica del piano di lavoro: tempistica delle attività,
identificazione delle uscite del programma (prodotto/servizio, sistemi,
sottosistemi e componenti…).
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f) Riepilogo dei costi del programma suddivisi per categoria di attività (ricerca
industriale, sviluppo sperimentale, innovazione dei processi e
dell’organizzazione nei servizi).
Sezione 2: ricadute potenziali del programma)
(Riportare le informazioni relative alle ricadute e agli impatti attesi in termini di):
a)Impatti su filiere e settori industriali, trasversalità applicativa e potenzialità di
mobilitare filiere e sistemi di imprese, efficacia dell’innovazione nel
promuovere l’integrazione interaziendale.
b) Valorizzazione delle competenze e delle eccellenze presenti nel sistema
produttivo e della ricerca.
Sezione 3: descrizione del partenariato
(Riportare le informazioni relative al partenariato proponente):
a) Profilo dei soggetti partecipanti, descrizione delle rispettive competenze ed
esperienze pregresse nelle attività del programma; descrizione delle attività
previste per ciascun soggetto partecipante e indicazione del capitale umano e
delle infrastrutture tecnologiche dedicate al programma.
b) Struttura organizzativa del partenariato e indicazione delle modalità di
collaborazione per la realizzazione del programma.
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Premessa
La presente proposta di massima illustra le caratteristiche di un progetto il cui scopo è quello di
approntare un prototipo di prodotto finito nel settore delle macchine per l’agricoltura , della filiera
della meccanica, da specializzare nella raccolta e trasformazione della canapa, mediante innovazione
di impresa (spin off) alla quale , i componenti del partenariato come da domanda in allegato 1,
ciascuno per le proprie competenze,forniranno il loro apporto di compagine sociale, una volta
conseguitone l’obiettivo.
Per lo svolgimento di tale percorso di innovazione tecnologica abbiamo previsto una metodologia
microeconomica , di ricerca di marketing , intesa nella sua accezione “kloteriana” che comporta,
negli ambiti delle tre attività previste dal decreto ministeriale, le seguenti fasi funzionali, illustrate nel
dettaglio della loro operatività nelle pagine che seguono:
1) Ricerca industriale , volta a individuare le premesse tecnologiche (di prodotto e di processo) e
di marketing, favorevoli per il posizionamento del marketing mix del prototipo e del
conseguente prodotto finito , nel mercato internazione di riferimento .
2) Sviluppo sperimentale, necessario per verificare i risultati pragmatici ed operativi delle analisi
svolte con la ricerca industriale e sperimentarne, nelle varie fasi di “testing”, con la
realizzazione del prototipo di prodotto e le sue implicazioni di “standardizzazione e
replicabilità”, l’impatto nella filiera dell’arredamento casa .
3) Innovazione di processo e dell’organizzazione dei servizi, quale premessa di spin off per
supportare la necessaria e conseguente innovazione delle tecnologie nell’area della produzione
e dei processi organizzativo-informatici nell’area dell’amministrazione e del marketing, verso
la nuova impresa che si andrà a costituire al termine della fase di ca. 36 mesi, propedeutica alla
sua costituzione.
La business idea alla base della proposta di massima
La proposta nasce dalle seguenti considerazioni:
• “canapulo” e fibra tecnica, con diversi gradi di lavorazione (anche misto grezzo fibra/canapulo) e
diverse misure, possono avere già oggi occasioni di mercato in Italia ;
• i sistemi di raccolta e prima trasformazione sono in questo caso più semplificati ed economici
rispetto alla filiera della fibra tessile di qualità;
• l’ottimale sarebbe un sistema flessibile di taglio e raccolta rispetto alle diverse esigenze del mercato
(dalla semplice trinciatura con vendita diretta del trinciato alla falciatura alla raccolta ordinata di
bacchette a misura standard);
• non andrebbero comunque abbandonati gli sforzi fatti nel campo della raccolta e macerazione della
fibra lunga perché consentono comunque di ampliare le prospettive di mercato;
• in questi ultimi anni in diverse zone sono stati realizzati diversi prototipi di taglio e lavorazione in
campo che possono soddisfare esigenze complementari.
In Friuli Bioalter srl ha sviluppato con Tonutti una trincia-sfibratrice modificata che ha presentato a
Eima09 in grado di raccogliere la canapa senza farla cadere a terra con una rotoimballatrice a rimorchio
(novità rispetto alla presentazione di un mese fa). Riduce i volumi di trasporto del 30% e niente
problemi di ranghinatura e soprattutto di pulizia (fondamentale poi per i costi successivi di separazione
e gli standard di prodotto). Avrebbero trovato inoltre l’impresa disposta a far la separazione successiva
(l’impianto vero e proprio di prima lavorazione – Cascamificio Friulano) ma vogliono farlo in house a
costi bassi (questa mi sembra l’idea più interessante – consiglio di Tonutti che ha verificato che varie
parti di un impianto Van Dommele vengono di fatto realizzate in Italia e vendute dai belgi a 5 volte
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tanto) e puntano su mobilifici (Fantoni) e un cantiere di Aquileia interessato a realizzare parti in
canapa. Inoltre nel capitale Bioalter, oltre a Tonutti, sono entrate Wolagri (Emilia-Rom,
rotoimballatrici, sempre del gruppo Tonutti) e Feraboli di Cremona che di fatto realizzerebbe le
macchine Bioalter, perché Tonutti ha linee troppo grandi per questo modello. Insomma fanno sul serio
e hanno la spinta di Unacoma. Tra l’altro si sono fatti realizzare dei materassini di fibra da Maiano di
Prato;
Spapperi, sempre presente a Eima, sarebbe disponibile a proseguire ed è intenzionato a rifare ex novo
nei prossimi mesi il prototipo per avere una macchina vera e propria,
Sezione 1: contenuti di innovazione tecnologica e/o organizzativa (max 15 pagine)
(Caratteristiche tecniche, funzionali e d’innovazione tecnologica e/o organizzativa del
programma in termini di):
Inquadramento tematico
Da oltre un decennio nei paesi sviluppati e più di recente nei paesi asiatici emergenti è cresciuto un notevole
interesse per la sostituzione delle materie prime di origine fossile con materie prime fornite dall’agricoltura,
meglio se da colture a ciclo annuale e comunque alla condizione che il bilancio della coltura non sia causa di
squilibrio ambientale, considerandone le esigenze idriche e più in generale energetiche.
Specifiche direttive e regolamenti dell’Unione Europea favoriscono, anche in attuazione del Protocollo di Kyoto,
una percentuale crescente di materiale biodegradabile nelle automobili, negli elettrodomestici, nei materiali per
costruzioni e in tutti gli oggetti destinati a diventare a fine ciclo rifiuti ingombranti.1
La ricerca di materie prime fornite dall’agricoltura con le caratteristiche indicate sopra si è fino ad oggi
concentrata – oltre che sui biocarburanti da cereali e da oleaginose – sulle fibre, il cui consumo in diversi settori è
oggi alimentato da sisal, kenaf, cocco provenienti da paesi asiatici e africani e da stoppe di lino derivanti dalla
lavorazione a uso tessile del lino prodotto nei paesi del Nord Europa.
In un paese come l’Italia l’interesse non poteva che concentrarsi sulla canapa (e parzialmente sulla ginestra) di
cui l’Italia è stata in passato il secondo produttore mondiale per quantità e il primo per qualità (nei tessuti come
nei cordami), disponendo delle migliori varietà e rese produttive (v.tabella allegata). Oltre a fornire una notevole
biomassa (in alcune regioni la produzione media delle varietà italiane era di 130 q.li/ha, resa uguagliata e spesso
superata nei campi sperimentali realizzati negli ultimi anni in Toscana, Piemonte, Emilia, Veneto), la canapa è
una pianta di grande adattabilità, tradizionalmente coltivata in tutte le regioni italiane e fino a 1.500 metri di
altitudine; coltivata con buona tecnica non richiede irrigazione, né diserbanti; in molte situazioni non richiede
neppure concimazione; è pianta rinettante e migliorativa dei terreni, per cui è particolarmente indicata come
coltura da rotazione (con i cereali e gli ortaggi) per un’agricoltura che ha bisogno di ridurre il suo impatto
ambientale.
Coltivazione di canapa a livello mondiale a inizio del XX secolo (1903-1912)
Ettari Quintali Resa media
Coltivati prodotti per ettaro (q/ha)
Russia 686.197 3.440.579 5,0
Italia 79.477 795.000 10,0
Russia Asiatica 66.917 297.049 4,5
Ungheria 65.192 587.954 9,0
Francia 17.214 147.266 8,7
Giappone 13.518 94.893 7,1
1 Dir. 2000/53/CE sui veicoli a fine vita, Dir, 2002/96/CE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche RAEE,
direttiva europea 89/106/CEE sui prodotti da costruzione e Dir. 2004/12/CE dell’11 febbraio 2004, che modifica la Direttiva
94/62/CE sugli imballaggi – vedi anche la Risoluzione del Parlamento europeo sulla promozione delle colture per scopi non
alimentari (2004/2259(INI) e il Regolamento Europeo sulle sostanze chimiche REACH
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Serbia 14.025 67.025 4,8
Romania 5.678 19.035 3,4
Bulgaria 3.015 9.769 3,3
Fonte: S.Capasso, Canapicoltura e sviluppo dei Comuni atellani, Frattamaggiore, 1994
Le potenzialità di questa materia prima vegetale del resto sono testimoniate dal crescente sviluppo di iniziative
industriali in diversi Paesi. La coltivazione della canapa non è mai cessata in Francia, dove il prodotto degli
attuali 8/9mila ha è destinato, per quanto concerne le fibra, alla cartotecnica, mentre il canapulo è destinato a
lettiera per cavalli e in piccola parte a materiali per l’edilizia (malte). In Germania la coltivazione della canapa,
ripresa da circa 12 anni, è arrivata nel 2008 a circa 2.500 ha di superficie, con fibra destinata per il 60% alla
realizzazione di pannelli isolanti per edilizia e per il resto ai pannelli per gli interni delle automobili. Di
particolare interesse è il caso del Canada che, partito sulla filiera del seme per alimentazione e cosmesi in seguito
alla reintroduzione legale della coltivazione nel 1998, da due anni sta ampliando le filiere agroindustriali anche
sui nuovi materiali e ha creato, grazie anche a un accorto sostegno dei governi statali e federali e a una forte
collaborazione tra ricerca, impresa e agricoltura, un’Associazione nazionale per il commercio della canapa
(CHTA) con l’obiettivo di penetrare innanzitutto sul grande mercato Usa La coltivazione è stata ripresa negli
ultimi anni a titolo sperimentale pressoché in tutti i paesi europei (Spagna, Inghilterra, Irlanda, Ungheria,
Austria, Repubblica Ceca, Grecia), senza tuttavia – come verrà in seguito illustrato – adeguate macchine
specifiche per la raccolta e la prima trasformazione.
In Italia la coltivazione della canapa, cessata a metà degli anni Cinquanta per la concorrenza del cotone e delle
fibre sintetiche, unita alla onerosità particolare delle lavorazioni richieste da questa coltura, è ripresa soltanto nel
1998 su impulso di Assocanapa Coordinamento Nazionale per la Canapicoltura in Italia. Superate le difficoltà di
ordine legale che ostacolavano seriamente la coltivazione, alcuni progetti di ricerca attuati negli ultimi anni o in
corso di ultimazione con il contributo di UE, stato, regioni, enti locali, fondazioni bancarie, hanno confermato le
grandi potenzialità di questa coltura, in grado di fornire non solo fibra di qualità al settore tessile, come già
avveniva in passato, ma cellulosa e lignina in diverse forme e pezzature. L’interesse per tali materiali coinvolge
aziende di settori molto diversi:
− bioedilizia (pannelli isolanti e fonoassorbenti con fibra di canapa in sostituzione della lana di vetro e
della lana di roccia, calcestruzzi alleggeriti con canapulo in luogo di polistirolo, altri materiali per
intonaci naturali),
− arredamento (pannelli rigidi per la fabbricazione di mobili; cordami),
− automotive (pannelli rigidi e pannelli morbidi per l’interno delle automobili, polveri per uso
aeronautico);
− tessuti non tessuti per l’agricoltura e la forestazione e per il settore delle calzature;
− stoffe da arredamento e da abbigliamento;
− cellulosa per il settore cartario;
− olio per vernici, detergenti e coloranti,
− fibra per il rinforzo di materie plastiche petrolchimiche e di origine naturale (PLA).
A) Collocazione del programma rispetto all’area tecnologica di riferimento
Rispetto all’area tematica del Made in Italy il programma pertanto si iscrive, a livello di filiera, nel sistema della
meccanica e, a livello delle soluzioni tecnologiche, nelle tecnologie dei nuovi materiali.
In particolare la sottoarea di riferimento è la B1) “progetti finalizzati allo sviluppo di prodotti e processi
innovativi ecocompatibili, focalizzati sull’utilizzo di materie prime rinnovabili, e, congiuntamente, ad alto
valore aggiunto in termini di prestazioni per l’utente finale”.
I temi progettuali del programma sono:
1. l’innovazione di prodotto e del processo produttivo finalizzata alla ecosostenibilità nell’intero ciclo di vita del
prodotto. L’innovazione riguarda sia le macchine per la raccolta che l’impianto di trasformazione, in quanto
prodotti esportabili anche sui mercati esteri, e l’ecosostenibilità del ciclo di vita del prodotto canapa. La canapa è
una coltura rinnovabile annualmente, di forte rusticità senza particolari esigenze idriche e di trattamenti
fitosanitari. La fibra di canapa ha proprietà naturali di isolamento termico ed acustico, traspirabilità, forte
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resistenza meccanica e resistenza agli insetti e alle muffe. Tutte caratteristiche per le quali storicamente ha
trovato impieghi, oltre che nel tessile, anche nelle velature e nei cordami, nella produzione di carte pregiate
(carta moneta, Bibbia di Gutenberg) e di tele per quadri. E oggi, sempre per tali caratteristiche trova crescente
impiego, come alternativa ecologica alle lane di vetro e di roccia, nella produzione di pannelli isolanti termici e
fonoassorbenti per i settori dell’edilizia e dell’automotive. Il programma inoltre, a differenza di soluzioni
sperimentate in anni recenti (es. la cosiddetta “Baby-canapa” in Emilia Romagna), prevede lo sviluppo di
tecnologie idonee a valorizzare la fibra delle varietà italiane, coltivate senza arrestarne la crescita con glifosate o
altri diserbanti, in modo da rispettare l’ambiente e ottenere massima qualità e rese produttive;
2) applicazione di piattaforme tecnologiche innovative per le filiere del Made in Italy finalizzate alla
cooperazione produttiva, specializzate per la gestione degli aspetti di ecosostenibilità. La piattaforma proposta
infatti punta su un prodotto potenzialmente tutto Made in Italy (dalla raccolta in campo all’atelier) ed è
finalizzata a favorire la cooperazione intra-filiera – tra utilizzatori finali del sistema moda, trasformatori della
fibra di canapa, agricoltori e produttori di macchine – rendendo la catena del valore remunerativa per i diversi
segmenti coinvolti. Le macchine e l’impianto di separazione sono progettati per adattarsi alle dimensioni di
distretti territoriali e per essere facilmente replicabili in termini di costi e capacità produttiva in diversi territori.
B) Obiettivi generali e specifici del programma
Il programma pertanto ha l’obiettivo di predisporre una piattaforma tecnologica altamente flessibile per lo
sviluppo di prodotti innovativi a base di materiali di canapa, valorizzando le esperienze condotte in questi anni in
alcune regioni italiane e proponendo in particolare soluzioni per quello che finora rappresenta l’anello debole per
l’avvio di moderne filiere di lavorazione della canapa da fibra in Italia e nel mondo: le macchine di raccolta e
prima lavorazione.
Tale piattaforma consentirebbe lo sviluppo di vere e proprie ‘bioraffinerie’ della canapa, ossia di impianti di
trasformazione in grado di scomporre e valorizzare le diverse componenti (fibra lunga macerata, fibra tecnica,
fibra corta da pettinatura, canapulo di diverse pezzature, polveri, semi e infiorescenze) di questa coltura
straordinariamente versatile, che oggi può ritrovare, con tecnologie innovative, impieghi nei settori
dell’abbigliamento, arredamento, bioedilizia, automotive, nautica, cartotecnica, industria del mobile, cosmesi,
nutraceutica e alimentazione animale, farmacologia
Nello specifico il programma prevede la ricerca, prototipazione e collaudo di:
1. due soluzioni tecnologiche complementari di raccolta e prima trasformazione della fibra di canapa che
consentano la disponibilità di due tipologie di prodotto: fibra tecnica e fibra lunga di qualità;
2. un impianto di piccole dimensioni di separazione fibra/canapulo per trattare paglia di canapa
rotoimballata alla rinfusa depolverizzare e condizionare il canapulo, che sia facilmente replicabile per
costi e dimensioni in diverse aree territoriali italiane, in modo da favorire l’integrazione tra fase agricola
e fase di prima trasformazione e ridurre i costi economici e ambientali del trasporto della biomassa;
Il programma consentirebbe in tal modo di conseguire diversi obiettivi:
− fornire al comparto della meccanica agricola italiana un ruolo di leadership internazionale nelle
macchine per la raccolta e prima trasformazione di questa coltura, che negli ultimi anni sta attirando un
crescente interesse di mercato in diversi Paesi, a partire da Germania, Cina, Polonia, Repubblica Ceca,
Gran Bretagna, Argentina e Canada;
− fornire ad altri importanti comparti del Made in Italy – dall’industria mobiliera all’industria nautica e ai
produttori di pannelli isolanti e materiali compositi per l’edilizia e l’automotive – la disponibilità a costi
concorrenziali di semilavorati e componenti derivati da una materia prima rinnovabile annualmente, con
prestazioni tecniche paragonabili alla lana di roccia e di vetro e alle fibre sintetiche (fibra tecnica) e al
legno (canapulo, in particolare per la produzione di pannelli truciolari e MDF e per rivestimenti isolanti
e fonoassorbenti);
− fornire al comparto tessile-moda italiano (abbigliamento e arredamento) la possibilità di lavorare e
proporre una fibra ecologica di alta qualità e confort (traspirabilità, isolamento termico, resistenza) e di
riappropriarsi in tal modo della leadership di tale fibra, di cui tradizionalmente l’Italia è stata fino agli
anni Cinquanta del Novecento il primo esportatore mondiale. L’assenza finora di adeguati sistemi di
meccanizzazione per la raccolta e prima lavorazione della fibra lunga di canapa ha reso proibitiva questa
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possibilità, restringendo il mercato a piccole quantità fornite da Paesi in cui, grazie ad infimi costi di
manodopera, il processo di lavorazione si compie tuttora manualmente come da noi 60 anni fa.
b 1) Caratteristiche e prestazioni del prodotto/servizio da sviluppare
La piattaforma proposta è articolata nei seguenti sottosistemi:
A. macchina per taglio e raccolta ordinata della bacchetta di canapa da destinare alla lavorazione della fibra
lunga di qualità (sistema A.);
B. macchina per trinciatura e decorticazione in campo della bacchetta di canapa per la produzione di fibra
da destinare a usi tecnici (sistema B.)
C. impianto di prima trasformazione di rotoballe di canapa e per l’esecuzione di trattamenti di base sui
materiali ottenuti (sistema C.)
Comportano la creazione di una filiera che offre al mercato:
– fibra in diversa lunghezza, purezza, macerazione, altre condizioni (ad esempio derivante da taglio o da
strappo)
– canapulo in diverse pezzature e condizioni di purezza
– polveri.
Ognuna di queste materie prime, polveri comprese, ha potenzialmente diverse destinazioni produttive.
In generale la loro concezione e progettazione è impostata sui criteri di:
− semplicità di modelli – la ricerca della semplicità nella concezione dei modelli è la condizione fondamentale
per ottenere macchine e sistemi affidabili, economici, flessibili, di facile impiego e di facile manutenzione.
La necessità è tanto più sentita in quanto la canapa è di per sé una coltura molto variabile, anche perché
facilmente adattabile a situazioni ambientali diverse;
− idoneità agli usi finali di mercato – il sistema A è concepito sulla base delle specifiche richieste dal settore
tessile in fase di pettinatura e filatura della fibra. Il sistema B è concepito soprattutto per impedire che le
bacchette cadano sul terreno, in modo da ottenere un prodotto privo di impurità, come richiesto dalle fasi
successive di separazione e lavorazione della fibra e del canapulo, riducendo notevolmente le perdite di
materiale e i costi di manutenzione di queste fasi. Il sistema C è concepito per consentire agli agricoltori di
utilizzare per la raccolta le macchine agricole normalmente in dotazione alle loro aziende e di provvedere
alla prima trasformazione mediante un impianto consortile o gestito da un contoterzista. Particolare rilevanza
nel programma avranno le fasi di test finale e di valutazione economica di potenziali clienti di mercato sia
per la fibra lunga di qualità che per la fibra tecnica e per il canapulo;
− flessibilità – L’altezza delle piante di canapa di una medesima varietà all’epoca del raccolto può variare da
stagione a stagione e da zona a zona e anche essere disomogenea nello stesso campo. Per il sistema A in
particolare, che deve tagliare le bacchette in segmenti da circa 1 metro, la possibilità di variare rapidamente
all’occorrenza le altezze delle barre falcianti è un fattore critico di successo. E ancora, le condizioni della
biomassa possono essere diverse (soprattutto per la presenza o meno di secco), per cui si richiede un sistema
di convogliamento che si adatti alle diverse situazione e consenta di evitare inceppamenti/ingolfamenti;
− economicità – tale criterio è importante per tutte le macchine ma soprattutto per il sistema C. Sul mercato
europeo esistono già due soluzioni impiantistiche per la separazione della fibra dal canapulo (v. più avanti),
ma i costi minimi di acquisto e installazione di un nuovo impianto in grado di trattare circa 10.000 ton/anno
di paglia di canapa (l’equivalente grosso modo di 1.000 ha di coltivazione) si aggirano sui 3 milioni di euro.
Inoltre diverse parti della tecnologia di questi impianti sono di produzione italiana, adattate e rivendute a
prezzi molto più alti di quelli originari. L’obiettivo è realizzare un impianto di separazione a costi
decisamente più contenuti, alla portata anche di una cooperativa di agricoltori e con tecnologia
dichiaratamente Made in Italy. In questa logica, anche i sistemi A e B saranno progettati per essere adeguati
all’investimento di un’azienda agricola di medie dimensioni o di un consorzio di agricoltori o di una piccola
azienda terzista;
b2Principali problematiche tecnico-scientifiche e tecnologiche da risolvere
Prima di passare a descrivere i singoli prodotti/sottosistemi è opportuna una breve premessa Le diverse
varietà ammesse alla coltivazione si distinguono oltre che per l’altezza media e la sezione degli steli,
per il contenuto medio in fibra, per la resa media in semente, per l’epoca della fioritura la quale,
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regolandosi sul fotoperiodo, varia a seconda delle latitudini e dell’epoca di semina. Inoltre in natura la
canapa è dioica e cioè circa la metà delle piante sono maschio e l’altra metà sono femmina. Sono state
selezionate soprattutto dai francesi varietà monoiche, con piante che portando contemporaneamente
fiori maschio e fiori femmina vanno tutte a seme. Nelle varietà dioiche, che sono notevolmente più
produttive di biomassa, le piante maschio muoiono e seccano con anticipo di 1 o anche 2 mesi rispetto
al termine del ciclo vegetativo delle piante femmina. Nelle varietà da fibra la stessa rappresenta dal 17
al 27 per cento della bacchetta. La sezione degli steli utili può variare da pochi millimetri a 4/5 cm. La
resa media in seme può variare da 4 a 10 q.li/ha.
La piattaforma tecnologica necessaria insieme alle indispensabili conoscenze agronomiche per far decollare la
produzione di materie prime e semilavorati di canapa è particolarmente complessa perché i processi di
lavorazione sono diversi fin dalla fase della raccolta a seconda della destinazione principale della fibra (il
prodotto la cui quantità è più ridotta in percentuale sul peso della biomassa ma che ha il più elevato valore
aggiunto) e nello stesso tempo perché i macchinari devono il più possibile avere la capacità di adattarsi alle
condizioni dei raccolti. La decisione sul tipo di raccolta da attuare infatti dipende sì dal contratto di coltivazione
stipulato dall’agricoltore con il primo trasformatore autorizzato, ma potrà cambiare nel corso dell’annata agraria
in conseguenza di fattori che non dipendono dalla sua volontà come avversità climatiche o forti oscillazioni dei
mercati delle fibre e delle materie prime.
Rispetto alle caratteristiche indicate possiamo individuare, sistema per sistema, le seguenti problematiche:
Sistema A. macchina per taglio e raccolta ordinata della bacchetta di canapa da destinare alla lavorazione
della fibra lunga di qualità: l’uso della canapa per fibra tessile di pregio (fibra fine con titolo elevato) è oggi
condizionata dalla richiesta delle industre filatrici che usano per la filatura gli impianti per il lino (pianta alta in
media da 80 a 120 cm). Pertanto le filature accettano unicamente fibra di canapa di lunghezza analoga.
Per aggirare questo problema, qualche anno fa è stato adottato da Ecocanapa spa in provincia di Ferrara
(stabilimento di stigliatura e pettinatura di Comacchio) l’approccio cosiddetto della “Canapa Baby”, ispirato
dalla Cooperativa dei coltivatori di canapa francesi di cui ha sostanzialmente utilizzato il know how, consistente
nell’impiegare varietà francesi di canapa (più basse delle nostre), coltivate con impianto molto fitto (100 Kg/ha
di seme) in modo da ridurne ancora l’altezza a maturazione, e poi disseccate con un defoliante quando hanno
raggiunto l’altezza abituale del lino. La canapa viene poi semplicemente tagliata con una barra falciante, lasciata
macerare in campo per 20-30 giorni 8come avviene per il lino in Normandia) e rotoimballata. L’approccio
“Canapa Baby”, ispirato a motivi di economicità per il primo trasformatore, oltre ai problemi ambientali
(impiego di defolianti con conseguente perdita di biodiversità nei terreni) di fatto non ha dato risultati positivi
neppure sotto il profilo tecnico-economico:
– non è remunerativo per gli agricoltori un sistema che riduce a un terzo la resa per ettaro rispetto alle
varietà nazionali coltivate in modo naturale e che obbliga a un investimento eccessivo in seme (il cui
prezzo può variare da 3,5 a 5,5 euro/kg secondo le annate). Dopo i primi due anni di progetto, le
estensioni di canapa in Emilia si sono ridotte da 800 ha a 200 ha;
– la qualità della fibra delle varietà francesi trattate con nanizzanti è lontana dagli standard qualitativi
ottenuti con le varietà italiane coltivate con metodi tradizionali. Nella stessa pianta la fibra è più
grossolana e tenace verso il piede e più fine e meno resistente verso la cima;
– la macerazione in campo della canapa può dare buoni risultati con climi estivi piovosi e ventosi tipici
delle zone costiere del Nord Europa, ma dà risultati mediocri con estati sempre più siccitose come quelle
che caratterizzano la nostra penisola.
Il programma in oggetto si ispira a un modello alternativo, già proposto nel progetto Canapone finanziato dalla
Regione Toscana, finalizzato allo sviluppo di una filiera di prima trasformazione a partire dall’impiego di varietà
italiane coltivate con metodi naturali (ossia senza defolianti). La scelta di tale modello, motivata dalle ottime rese
quantitative e qualitative delle varietà italiane tradizionali (Carmagnola, Fibranova, CS) e dall’approccio
decisamente più rispettoso dell’ambiente e della biodiversità, pone tuttavia problemi tecnici rilevanti per
l’automazione della fase di taglio e raccolta. Infatti le varietà suddette possono raggiungere i 4 o 5 metri di
altezza e sono dioiche, ossia con individui maschili e individui femminili (circa 50-50% normalmente in un
campo) che hanno diverse epoche di maturazione. Pertanto la macchina di taglio e raccolta di tali varietà deve
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risolvere 4 problemi tecnici principali:
– un sistema di convogliamento che si adatti alle diverse condizioni della biomassa in campo (spessori,
altezze e stadi diversi di maturazione) e che eviti soprattutto l’ammasso e l’avvolgimento delle fibre
tagliate sulle parti meccaniche;
– un sistema di taglio che consenta di tagliare le bacchette alla lunghezza richiesta in filatura (1-1,20 m);
– un sistema di rilascio sul campo delle bacchette ordinate in andane parallele
– un sistema di sincronizzazione della velocità delle varie parti descritte che consenta il flusso regolare
della biomassa raccolta.
Il requisito di ottenere fasci paralleli della medesima lunghezza depositati in andane ordinate sul campo è
fondamentale per evitare eccessive perdite di fibra nelle fasi successive di stigliatura e pettinatura.
Sistema B. macchina per trinciatura e decorticazione in campo della bacchetta di canapa per la
produzione di fibra da destinare a usi tecnici A tutt’oggi non esistono macchine dedicate per il taglio e
raccolta della canapa e normalmente si ricorre alle macchine per foraggicoltura. Tali macchine
comportano abitualmente una prima fase di taglio della canapa e di deposito a terra, una fase successiva
di ranghinatura con un’altra macchina per radunare la bacchette a terra in andane ordinate e una terza
fase di rotoimballatura. Il materiale così raccolto e poi inviato allo stabilimento di prima
trasformazione presenta notevoli impurità, rischiose anche per gli impianti, quali terra, sassi e altri
metalli presenti nel terreno. In definitiva, si tratta di un sistema a elevato costo energetico e di
manodopera (3 passaggi in campo con 3 macchine diverse) e che offre una materia prima con notevoli
impurità.
La proposta del presente programma è impostata su un modello ideato da Bioalter per consentire con
un solo passaggio in campo le fasi di taglio, trinciatura, decorticazione e rotoimballatura della canapa.
La macchina riduce in tal modo le esigenze di manodopera e fornisce un prodotto disinquinato da
residui nel terreno, pronto ad essere destinato ai centri di prima lavorazione. Con la ricerca ci si
propone di ottimizzare e sviluppare il modello ideato con soluzioni innovative a livello del taglio,
separazione in campo delle fibre, compattazione del materiale (pressatura sfibrato prima di ricadere a
terra) finalizzate alla riduzione dei costi, al miglioramento della qualità dei prodotti finali al
miglioramento delle rese. Saranno prese in considerazione due principali metodologie per
l’essiccamento, la macerazione in campo, la raccolta e i trattamenti del prodotto:
 taglio delle piante a fine ciclo (agosto-settembre), essiccazione e macerazione a terra per la durata
di circa un mese (la biomassa richiede uno o due rivoltamenti con ranghinatore), raccolta, sfibratura
e rotoimballatura contemporanee con macchina Bioalter provvista di una adeguata testata di
raccolta;
 raccolta, sfibratura e rotoimballatura contemporanee delle piante preventivamente lasciate essiccare
e macerare in campo in piedi (ottobre dicembre) utilizzando la macchina Bioalter in fase di
sviluppo e perfezionamento provvista di barra falciante.
Sistema C. impianto di prima trasformazione di rotoballe di canapa e per l’esecuzione di trattamenti di base sui
materiali ottenuti
In commercio non esistono impianti di prima trasformazione specifici per la canapa. Le lavorazioni
avvengono con macchinari in genere datati, studiati e costruiti per altre colture (lino e kenaf in
particolare), eventualmente adattati alla canapa per quanto possibile e con impianti altrettanto datati
risalenti agli usi cartari delle fibre o realizzati assemblando e modificando macchinari progettati per la
lavorazione del lino o del kenaf. La progettazione di una macchina che permetta di lavorare la canapa con
separazione delle fibre liberiane dal parenchima corticale e dai tessuti legnosi sottostanti è oggetto di studio in
alcuni paesi nel mondo da diversi anni, in quanto la tenacia del legame tra le fibre e i tessuti legnosi rende
difficile la separazione per via meccanica con ciclo automatico. Il know-how tuttora a disposizione è limitato
alla conoscenza delle resistenze alla frantumazione della parte legnosa ed al taglio della fibra, in relazione ai
diversi tipi utensili impiegati e alla loro energia di impatto, sia nel caso di un precedente trattamento di idrolisi
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enzimatica anaerobia (macerazione), che in caso di idrolisi aerobia (macerazione in campo). A tale scopo la
realizzazione della macchina, principalmente orientata alla produzione di fibra tecnica, con un grado di purezza
superiore al 95%, deve essere effettuata per segmenti operativi, rispettando la sequenza di lavorazione e
affinamento della fibra.
La realizzazione dell’impianto proposto utilizzerà in particolare nozioni ricavate da una recente
esperienza di costruzione di un primo prototipo rudimentale, fatta nel progetto in via di conclusione
“Canapa: da una pianta antica materie prime per industrie moderne”, realizzato da Assocanapa e CNRIMAMOTER
con un modesto finanziamento della Regione Piemonte. Non saranno trascurate neppure
tecnologie proprie di settori industriali, come la cardatura.
C) Specifica tecnica dei tre sistemi proposti
Sistema A. macchina per taglio e raccolta ordinata della bacchetta di canapa da destinare alla lavorazione
della fibra lunga di qualità: La finalizzazione del progetto consiste nella costruzione di un prototipo di macchina
sulla base delle considerazioni fatte con conseguente prova in campo delle possibili soluzioni tecniche da
provare su diverse condizioni di raccolta al fine di provare la macchina sulle diverse condizioni di lavoro. Il
macchinario si presenterà come un mezzo semovente composto da un telaio in tubolare, struttura porta testata,
testata di raccolta, 4 ruote motrici con cabina comandi e postazione operatore. La macchina raccoglie piante di
canapa su una larghezza di cm. 180/200 c.a. ogni passata. L’operazione principale è il taglio delle piante che
avviene per mezzo di nr. 2 barre falcianti poste in posizioni regolabili rispetto al fusto della canapa, con altezza
del taglio variabile tali da separare la parte centrale dalle radici e dal fiore apicale. Adattabile alle varie altezze di
canapa e su ogni tipo di terreno. Per mezzo di un dispositivo rotante a catena con denti a scomparsa il fusto
tagliato viene prima piegato nel mezzo e successivamente raccolto e posto in andane a lato macchina in maniera
molto precisa.
La movimentazione avviene per mezzo di un motore termico da 50/60 Kw (marca da stabilire), flangiato a una
pompa idraulica a portata variabile su 4 motoruote indipendenti tra loro. La sterzatura della macchina dovrà
avvenire su un solo asse anteriore o posteriore tramite assistenza idraulica. I vari servizi del buon funzionamento
della macchina avverranno anche questi con assistenza idraulica. Il posizionamento dei componenti su progetto
deve tener conto del baricentro macchina più in basso e centrato possibile rispetto agli assi ruota in modo da
garantire la sicurezza e l’ ottimale lavoro in campo posizionando gli elementi che compongono la macchina in
maniera razionalizzata.
Particolare attenzione poi deve essere data al posizionamento ed al funzionamento della testata falciante, la quale
deve sempre garantire, a prescindere dal tipo di terreno o dalla altezza della canapa, sempre il taglio migliore del
fusto.
Per quanto riguarda lo sviluppo della macchina invece si dovrà lavorare per ottenere un taglio perfetto del fusto
con condizioni di lavoro molto disomogenee tra loro (diverso diametro della canapa, diversi stadi di maturazione
e differenti gradi di umidità che possono facilitare o peggiorare il taglio della barra falciante). Lo sviluppo della
testata infine deve tener conto delle possibili difficoltà di taglio che possono venire fuori dalla diversa densità di
piante presenti e dalle condizioni delle stesse disposte in maniera più o meno intrecciate.
L’ultima fase, e forse anche la più importante, consiste nel provare, testare e adattare la macchina alle diverse
condizioni nelle quali la stessa si trova ad operare, verificando il funzionamento o migliorando ove possibile in
modo da adottare soluzioni note o innovative per ottenere un prodotto il più possibile omogeneo, ordinato al fine
di rendere successivamente agevole la raccolta in campo.
Sistema B. macchina per trinciatura, decorticazione e rotoimballaggio in campo della bacchetta di canapa
per la produzione di fibra da destinare a usi tecnici La macchina può essere movimentata da un trattore
agricolo da 120 CV e ha un ingombro tale da rispettare il codice stradale vigente.
La macchina è composta dall seguenti parti principali: barra falciante, aspo abbattitore, coclea convogliatrice,
decorticatrice, rotopressa.
Gli steli sono tagliati da una barra falciante e un aspo abbattitore, regolabile in altezza, ha lo scopo di piegare
gli steli verso la barra falciante e convogliarli su un trasportatore. Le parti rotanti della macchina sono protette
da appositi carter sagomati per impedire l’affastellamento degli steli recisi. Gli steli recisi vengono
accompagnati a una coclea convogliatrice e successivamente a una bocca stigliante (fase di decorticazione).
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La coclea ha il compito di eseguire già una prima rottura degli steli in modo da facilitare le operazioni
successive. All’interno della bocca lavorano due cilindri rotanti contrapposti, uno con denti seghettati (per
emulare la fase di “scavezzatura”) e l’altro con due lame taglienti posizionate a 180° per la fase di
“gramolatura”. Successivamente il prodotto viene convogliato, con apposito tubo o nastro trasportatore, a una
rotopressa su rimorchio agganciata al trattore.
Sistema C. impianto di prima trasformazione di rotoballe di canapa e per l’esecuzione di trattamenti di base sui
materiali ottenuti
Il prototipo del progetto citato lavora soltanto rotoballe di paglie di canapa macerata in campo e separa fibra da
canapulo con un potenziale di 1 rotoballa/ora (circa 3 q.li di paglie) con impiego di una potenza di circa 60 CV.
Il grado di purezza della fibra ottenuta è quello prescritto dalla normativa europea (sono ammesse impurità in
quantità non superiore al 5 per cento).
L’impianto di separazione della fibra dal canapulo che si vuole costruire e mettere a punto con il programma
proposto lavorerà per tutto l’anno rotoballe di paglie di canapa macerata in campo e rotoballe di canapa non
macerata, arrivando al diverso livello di purezza della fibra richiesto dalle industrie utilizzatrici. Provvederà
inoltre alla depolverizzazione di quantitativi di fibra e canapule, ove richiesto, e al trattamento del canapulo in
diverse pezzature (da centimetri a micron) a seconda degli impieghi. Il potenziale della separazione dovrà essere
almeno di 6/7 rotoballe/ora pari a circa 20 q.li di paglie/ora, con ottimizzazione dei consumi di energia.
I segmenti principali da sviluppare sono:
 modulo di alimentazione che dovrà garantire continuità ed omogeneità di rifornimento di materia prima alla
macchina: essere in grado di estrarre le bacchette da una rotoballa o da una qualsiasi forma di imballo degli
steli di canapa, evitande che vuoti del rifornimento o viceversa eccessi di paglie siano causa di problemi
nell’avanzamento, ingolfamento, inceppamento, surriscaldamento e altri inconvenienti. Le rotoballe
presentano però alcuni problemi per quanto riguarda il loro svolgimento, in quanto studiate per essere
demolite tramite carri miscelatori, che mal si adattano all’impiego con la canapa. Si deve pertanto progettare
un sistema di estrazione della canapa dalle rotoballe che tenga in considerazione l’estrema tenacia della
fibra. Si è allo scopo ipotizzato di utilizzare un sistema di catenarie dotate di denti che strappino
letteralmente i fusti dalle rotoballe. Il sistema di alimentazione deve anche prevedere un meccanismo di
ritenzione delle balle stesse, che altrimenti verrebbero trascinate dal moto delle catenarie verso la zona di
triturazione. Questo modulo dovrà provvedere oltre che al trasporto del materiale al modulo di
frammentazione, anche al contenimento delle bacchette di canapa, in modo da evitare versamenti e spreco di
materiale. Altra funzione del modulo sarà di raccogliere il materiale che si frammenta dalla estrazione della
canapa dalla rotoballa, per essere recuperato in fase di lavorazione e poi affinato. Mentre nel primo prototipo
questa funzione non è stata prevista, a causa dell’esiguità di prodotto lavorato, a scala industriale si impone
la gestione di questo materiale che risulterebbe altrimenti pericoloso per gli operatori e causerebbe, se non
recuperato, una perdita per i gestori dell’impianto.
 modulo della prima lavorazione delle bacchette di canapa, che dovrà rompere lo strato legnoso del fusto,
operando la frammentazione del canapulo, altro prodotto di interesse economico rilevante. La metodologia
per ottenere una buona frammentazione degli steli di canapa prevede l’uso di utensili metallici, che, tramite
una notevole energia cinetica, impattino sugli steli, frantumando la parte legnosa e sezionando le fibre di
notevole lunghezza. Il prodotto così trattato verrà sottoposto ad un’ulteriore affinazione mediante
l’applicazione di una elevata pressione esercitata da rulli dentati contrapposti. Il punto critico sarà la
tendenza delle fibre di canapa ad avvolgersi attorno agli organi rotanti. Questa tendenza e ancor più
pericolosa che nel primo modulo, in quanto gli organi in movimento hanno velocità radiali elevate ed una
rottura in uno di questi componenti potrebbe essere causa di seri infortuni sul lavoro e/o danneggiamenti
dell’ impianto.
 modulo di separazione della fibra dal canapulo dopo la frammentazione, le bacchette di canapa, ormai
ridotte in piccoli segmenti, in cui la fibra è quasi completamente separata dal canapulo, devono deve essere
ancora trattate per ottenere la completa separazione. Tale risultato si può ottenere tramite l’utilizzo di un
vaglio rotante o di un scuotitore opportunamente studiato per filtrare piccoli segmenti di canapulo della
dimensione di circa 1–3 mm. A tale modulo si aggiungerà, rispetto al prototipo originario, un processo di
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macinatura del canapulo, per ottenere un prodotto di grandezza variabile a seconda delle esigenze tecniche
del cliente.
 modulo di aspirazione e raccolta polveri, materiale di risulta delle lavorazioni, ma di grande interesse
economico, al fine di recuperarle o inviarle al modulo di stoccaggio. Si dovrà applicare un meccanismo che
provveda a questo scopo tramite un flusso d’aria, che solleverà però al tempo stesso anche i frammenti di
entità minore di canapulo, che ha un peso specifico minore rispetto alla fibra. Si dovrà pertanto mettere a
punto un filtro autopulente che garantisca una buona pulizia del prodotto finale. Il canapulo così separato
verrà raccolto in un silo o inviato ad una successiva macchina per la sua lavorazione.
 convogliamento e/o imballaggio dei prodotti Dopo la separazione, i vari prodotti dovranno essere inviati ai
successivi macchinari per ulteriori lavorazioni richieste dall’impiego a cui vengono destinati, oppure
imballati per consentire una maggiore facilità di immagazzinamento e trasporto all’utilizzatore finale. Tale
procedimento, pur non influenzando il processo di trasformazione è di importanza rilevante, in quanto
garantisce un prodotto maneggevole per il trasporto e la vendita e ne mantiene integre le caratteristiche
peculiari. Essendo la fibra di canapa molto tenace, si presenta nuovamente il problema di spezzare le fibre
per la formazione di colli predimensionati, senza che questa opponga una resistenza eccessiva al taglio,
inceppando l’intero sistema di produzione. Verrà quindi studiato un sistema di sezionamento del prodotto in
elementi modulari maneggiabili e facilmente trasportabili.
d) Avanzamento portato dal programma rispetto allo stato dell’arte tecnologico e/organizzativo, alla
standardizzazione e replicabilità delle tecnologie sviluppate, e alla situazione della concorrenza
Il programma proposto si basa sull’esperienza e le indicazioni che i partner del programma hanno ottenuto –
spesso anche con partecipazione diretta – dai più avanzati progetti sviluppati in anni recenti sulla canapa in Italia
e in Europa: in particolare dal progetto europeo Hemp-Sys (Contract QLKS-CT-2002-01363) e dai progetti
italiani Ecocanapa in Emilia Romagna (2003-2004), Canapone promosso dalla Regione Toscana in seguito a
bando dell’aprile 2004 e dal progetto Sistema 2006 a cui ha collaborato anche Unacoma e condotto nell’ambito
del Progetto Interregionale delle colture No Food, approvato dal MIPAF nel 2006. Allo stato attuale non
esistono in commercio macchine progettate specificamente per il taglio e raccolta della canapa. Tutte le
macchine attualmente impiegate a livello internazionale per il taglio e raccolta della canapa sono macchine
progettate per i settori della cerealicoltura e dalla foraggicoltura: barre falcianti, trebbiatrici, mietilega,
trinciatrici con alcune modifiche. I sistemi attualmente in uso, per quanto modificati, non rispondono alle
esigenze specifiche di lavorazione di una coltura che per varietà di dimensioni, struttura della biomassa (fibre
lunghe e stigli legnosi), fasi diverse di maturazione – come già indicato – richiede soluzioni tecniche ad hoc di
una certa complessità.
Il programma consente di rispondere a questa esigenza con la possibilità di ottenere un duplice risultato di
estremo interesse:
– l’offerta di macchine Made in Italy per la lavorazione della canapa nel mondo sia per applicazioni
tecniche della fibra che per uso tessile di qualità con macchine e impianti economici e facilmente
replicabili
– l’automazione di base necessaria per l’avvio di diverse filiere industriali interessate allo sviluppo di
prodotti a base di derivati dalla canapa da fibra. Diverse aziende italiane, come indicato in sezione 2,
hanno già espresso il loro interesse all’acquisto di materie prime derivate dalla canapa, purché fornite
con prezzi e quantità adeguate.
Esistono finora solo alcuni prototipi rispetto agli obiettivi del programma.
In particolare, per il taglio e raccolta della canapa da destinare alla produzione di fibra tessile di qualità, l’unica
macchina industriale finora utilizzata consiste nel modello francese della barra falciante modificata ed è idonea
solo per le bacchette nanizzate a 1-1,2 m in seguito a trattamento con defoliante. Ma come già evidenziato
l’approccio Canapa Baby adottato da Ecocanapa in Emilia, non è in grado di fornire fibra di qualità adeguata.
Per l’approccio seguito dal presente programma sono stati sviluppati invece due prototipi nell’ambito del
progetto toscano Canapone: un modello realizzato dal CIN CRA di Bologna a Ravenna che ha dimostrato buone
prestazioni sia in fase di taglio che di convogliamento della canapa, ma di difficile replicabilità a basso costo,
trattandosi di una vecchia mietilega russa modificata. Il secondo prototipo, sviluppato dalla ditta Spapperi, ha
notevolmente semplificato il macchinario in vista di un’industrializzazione successiva, ma non ha ancora risolto
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diversi problemi in fase di convogliamento e taglio del materiale. Inoltre era un impianto statico trainato da
trattore. Il modello proposto dal presente programma, anche in base alle indicazioni fornite dal progetto toscano,
prevede notevoli modifiche di impostazione rispetto al prototipo precedente, soprattutto per quanto riguarda la
concezione del modello di trascinamento e di taglio, e la realizzazione di una macchina semovente.
Il secondo prototipo si basa su un approccio del tutto originale per ottenere, con un solo mezzo semovente in
campo, sia il taglio che una prima trasformazione della materia prima e la rotoimballatura, evitando qualsiasi
contatto col terreno. Tale approccio è stato studiato in funzione delle specifiche richieste da potenziali utenti
finali della materia prima. Il prototipo proposto comporta i seguenti vantaggi rispetto alle tecnolgie attualmente
in uso:
 notevole riduzione dei costi di raccolta della canapa riunendo in un solo passaggio tre operazioni
abitualmente separate e fatte con 3 diversi macchinari, oltre a una prima operazione di decorticazione
 riduzione dei costi di trasporto, grazie al fatto di rotoimballare materiale già trinciato e decorticato che
occupa a parità di peso un 40% in meno di volume
 un prodotto di miglior qualità e più facile da lavorare. Il modello evita che le bacchette di canapa, una volta
tagliate e lasciate a terra, ammuffiscano e si contaminino con particelle di terreno, metallo o pietrisco,
danneggiando la qualità del prodotto. La decorticazione operata sulla macchina e l’assenza di contatto col
terreno consentono alle successive fasi industriali di ridurre notevolmente i problemi di lavorazione e i rischi
di danneggiamento agli impianti dovuti alla presenza di residui solidi.
Per quanto riguarda l’impianto di prima separazione della fibra tecnica, le soluzioni attualmente disponibili sul
mercato sono essenzialmente le macchine concepite per il lino, realizzate da costruttori del Nord Europa (es. Van
Dommele, Charle&Co, Depoortere e altri). Tali impianti sono stati adottati, con opportuni adattamenti, da
trasformatori della canapa di altri paesi europei, es. BAFA Badische Gmbh. In Italia l’unico impianto attualmente
in uso per la canapa è stato realizzato pochi anni fa a Comacchio (FE) da Ecocanapa con finanziamenti pubblicoprivati.
Si tratta di un sistema di stigliatura e pettinatura della fibra di canapa che ha comportato notevoli
investimenti e comporta elevati costi di gestione. Rispetto agli impianti esistenti, la proposta del presente
programma è di realizzare – sulla base di esperienze dirette condotte da oltre un decennio nel campo della
canapicoltura e della prima trasformazione della canapa – un sistema dai costi notevolmente più contenuti, a
portata di un distretto agricolo italiano, facilmente riproducibile in diversi contesti e adattabile alle diverse
esigenze di lavorazione della fibra. I criteri di standardizzazione e replicabilità dei prodotti finali sono dunque
obiettivi centrali della presente proposta.
e) Descrizione sintetica del piano di lavoro: tempistica delle attività, identificazione delle uscite del
programma (prodotto/servizio, sistemi, sottosistemi e componenti…).
Il piano di lavoro è come da seguente “distinta delle funzioni e operazioni”:
A)Attività di ricerca industriale
– Predisposizione progetto di Impresa (Studio di fattibilità, piano di
marketing, ‘Budget pluriennale) per simulazione new entry
– Analisi desk verso la domanda – ricerca mercato USA-Europa Asia per
valutazione propsettive del marcato della canapa ; posizionamento MKT mix di
“Impianti per la lav.canapa” rispetto all’innovazione sul mercato internazionale delle
macchine agricole .. Analisi desk verso l’offerta : verifica delle tecnologie presenti e
potenziali . Verifica dello stato attuale e delle strategie dei competitori.
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-Analisi field :ricerca mercato USA-Europa-Asia ; posizionamento MKT mix del
prodotto per area geografica e canale distributivo. Identificazione del target.
Sviluppo di metodologia/applicazione nella sfera dell’automazione di un ciclo
completo di produzione (engineering) . Analisi swot
-Concept test su prodotto e marchio di una macchina e/o impianto per la raccolta e
lavorazione della canapa. Ulteriore verifica sulle potenzialità di mercato per la
lavorazione dlla canapa..
-Focus Group per approntamento concept test (indagine motivazionale per
misurare accettazione prezzo,occasioni d’acquisto; etc. dei prodotti del sistema moda,
dell’arredo casa e dell’edilizia ottenuti con la lavorazion della canapa.
– Blind Product test per verificare caratteristiche delle macchine e/o impianto.
Verifica della validità di della progettazione avanzata di metodologie di controllo di
sistemi di produzione del tessile abbigliamento e/o arredamento.
-As market product test: verifica della validità progettuale raggiunta con la
collaborazione tra produttori di componentistica e di macchine agricole nella fase di
progettazione per verificare il prodotto meccatronico . Vwerifica del livello raggiunto
dal prototipo in termini meccatronici : più flessibilità, più sicurezza e migliore
qualità del prodotto finale verso la concorrenza potenziale.
-Area test : si effettuano prove per il lancio dei prodotti ed i loro MKT mixd, per
sondare l’efficacia o l’effetto di tali azioni sugli acquirenti -utlizzatorii. Testing del
marketing mix verso la concorrenza. I due prodotti sono realizzati con investimenti in
immoblizzazioni tecniche sperimentali.
B) Attività di sviluppo sperimentale (presso alcuni stabilimenti delle imprese del
partenariato , come indicati nell’allegato 2, d’intesa con gli organismi di ricerca
del partenariato
-Approntamento di un sistema di produzione sperimentale per la realizzazione dei
prototipi
Disegno del prodotto con programmi tridimensionali CAD, realizzazione prototipo N.
0; verifica sul mercato .
A) Realizzazione della produzione del prototipo di maccina e sua standardizzazione e
per l’area test.Ingenreizzazione del ciclo di produzione per la lavorazione della canapa
Ciclo di produzione: laser,prototipazione, impostazione del supporto ingegneristico
durante tutto il ciclo di vita del prodotto e del software di collaudo dello stesso.
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B) Realizzazione della produzione pe l’area test. Ciclo di produzione:
laser,prototipazione.
-Approntamento dell’organizzazione commerciale all’estero per la realizzazione
della penetrazione commerciale del Made in Italy in area test
– Approntamento della campagna pubblicitaria e promozionale per l’affermazione del
marketing mix testato in area test
-Quote di ammortamento per i costi relativi agli strumenti per la realizzazione del
prototipo e loro standardizzazione
-La creazione di una nuova impresa: il piano industriale e il business plan. Follow
up del Business Plan già elaborato. La finanza per l’innovazione.
-Pianificazione e controllo, analisi e gestione del rischio di progetto,
– Analisi e gestione della qualità dei progetti, valutazioni economiche di progetto,
organizzazione dei progetti, leadership e comportamento organizzativo.
-Gestione dell’innovazione Economia dell’innovazione. Le fonti dell’innovazione.
Scenari di innovazione: opportunità tecnologiche e opportunità di mercato.
-Start up organizzativo gestionale della nuova impresa
Per quanto concerne il timing vedi foglio excel N. 1 allegato )
f) Riepilogo dei costi del programma suddivisi per categoria di attività (ricerca
industriale, sviluppo sperimentale, innovazione dei processi e dell’organizzazione nei
servizi).
(Vedi foglio excel N. 2 e 3)
Sezione 2: ricadute potenziali del programma (max 5 pagine)
a) impatti su filiere e settori industriali, trasversalità applicativa e potenzialità di mobilitare filiere e sistemi di
imprese, efficacia dell’innovazione nel promuovere l’integrazione interaziendale;
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1. Il primo impatto del programma – come indicato in sezione 1 – riguarda la capacità competitiva della
meccanica agricola italiana. L’interesse degli imprenditori di questo settore a sviluppare soluzioni per la
canapicoltura è testimoniato dall’impegno di Unacoma in questi ultimi anni (progetto Canapa nell’ambito
del progetto Sistema 2006) e dalla presenza stessa di partner industriali interni ed esterni al programma in
oggetto. Come già indicato in premessa, la canapicoltura sta avendo un recente rilancio in parecchi paesi
sviluppati ed emergenti, con casi di particolare interesse come Cina, est Europa e Canada. A novembre 2008
anche l’Australia ha abrogato la legge che proibiva la canapicoltura in quel paese e intende rilanciarla
soprattutto in Nuova Galles del Sud (zona di Sidney). La piattaforma proposta consentirebbe al Made in Italy
della meccanica di presentarsi su questi mercati emergenti con soluzioni di base di notevole interesse per
prezzo/qualità. In particolare, per il taglio e raccolta ordinata della canapa per fibra tessile non esistono
ancora soluzioni tecniche adeguate sul mercato internazionale.
Per quanto riguarda le filiere industriali potenzialmente interessate alla fornitura dei derivati della canapa da
fibra occorre distinguere due gruppi di mercati con diversi ordini di problemi:
− Utilizzatori di fibra tecnica e canapulo: mancanza di adeguate quantità di materia prima con
caratteristiche standard. Diversi utilizzatori finali italiani si dichiarano pronti ad acquistare derivati di
canapa da fibra, dichiarando prezzi di un certo interesse per il primo trasformatore, ma ponendo precise
condizioni di fornitura: flussi/mese minimi garantiti, limiti di impurità della materia prima, pezzature
standard;
− Utilizzatori di fibra lunga di qualità: problemi di natura tecnica e di costo del semilavorato. La richiesta
di fibra lunga prodotta con sistemi ecocompatibili rimane insoddisfatta dall’offerta estera mentre è
essenziale per il tessile di qualità; il prezzo della fibra lunga di qualità prodotta in Italia nel progetto
Canapone in via di ultimazione non remunera i costi delle lavorazioni, troppo alti perché alcune fasi non
sono meccanizzate: taglio standard delle bacchette, raccolta in fasci paralleli, macerazione, asciugatura.
2. La piattaforma tecnologica del presente programma è in grado di offrire una soluzione adeguata innanzitutto
al primo gruppo di filiere, profilando un sistema di raccolta e prima lavorazione della fibra tecnica e del
canapulo sufficientemente economico e affidabile per remunerare sia l’agricoltore (a meno di impennate
singolari del mercato del food come lo scorso anno) che il primo trasformatore. E’ evidente anche in questo
caso il problema di concorrenza di altre fibre vegetali (lino, sisal, juta ecc.), ma va tenuto presente che sui
volumi di biomassa vegetale il costo di trasporto ha una notevole incidenza. Non a caso anche i centri di
prima trasformazione del lino nel nord Europa sono normalmente insediati in modo che le forniture di paglia
di lino arrivino al massimo da un raggio di cinquanta chilometri.
I prodotti derivabili dalla prima lavorazione della fibra tecnica e del canapulo che più facilmente a nostro
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parere possono rapidamente trovare domanda nelle filiere industriali italiane sono:
i. materassini e feltri termofonoassorbenti (estrusi o tessuti non tessuti in fibra cardata) con fibra di
canapa in sostituzione della lana di vetro e della lana di roccia destinati principalmente ai settori
dell’edilizia, dell’arredamento e dell’automotive. Un partner del progetto, Cormatex di Prato, con
la collaborazione di Tecnotessile testerà nel suo nuovo prototipo di impianto la qualità di
materassini in fibra di canapa o in fibra mista miscelata con ampie percentuali di paglia di canapa
grezza, che consentirebbe di realizzare un prodotto ecologico a costo molto basso per rivestimenti
interni. Un partner esterno del programma – la ditta Maiano spa di Firenze – testerà le materie
prime fornite dal programma per la realizzazione di tessuti non tessuti per il settore arredamento.
In particolare è interessata alla realizzazione di un tessuto non tessuto con legante naturale in
PLA. La ditta Safi.tech di Foglizzo (TO), disposta a collaborare al programma, ha dichiarato
interesse all’acquisto di fibra anche con canapulo per la produzione di biofeltri ad uso forestale ed
agricolo;
ii. pannelli rigidi truciolari e MDF a base di canapulo per edilizia e industria dell’arredamento. L’uso
del canapulo permetterebbe di ottenere pannelli rigidi che, conservando le proprietà meccaniche
del truciolare tradizionale in legno, pesino solo 1/3 del peso abituale (da 7 a 2,5 q/ m3). La ditta
friulana Fantoni spa, già partner del progetto interregionale No Food, è interessata alla
sperimentazione di pannelli biocompositi per l’edilizia prodotti con canapa. Il nuovo pannello di
canapa potrebbe inoltre essere un prodotto ancora più ecologico, sostituendo l’urea-formaldeide,
attualmente oggetto di moratoria dall’Unione Europea, con leganti poliuretanici o di altro tipo;
iii. scocche in canapa-resina, al posto della vetroresina, destinabili sia al settore automotive che al
settore della nautica da diporto. Un cantiere nautico friulano, cliente di Bioalter, è interessato a
sperimentare parti in canapa-resina nei rivestimenti di imbarcazioni da diporto. Un primo
prototipo sperimentale di macchina agricola con parti in canapa-resina è stato presentato a EIMA
2008;
iv. farina di canapulo micronizzata per arredi e interni auto. Una società di un grande gruppo con sede
a Buriasco in provincia di Torino ha dichiarato il suo interesse a sostituire la farina di legno
attualmente impiegata nella produzione di pannelli per interni delle auto con una base di canapulo,
purché opportunamente pulito e dimensionato;
v. calcestruzzi alleggeriti con canapa in luogo di polistirolo e malte e finiture murali a base di
canapulo al posto di calce o silicati. Un socio interno all’Associazione Chimica Verde –
Springcolor srl di Castelfidardo – ha già sperimentato con ottimi risultati tonachini per restauri
artistici a base di canapulo. Mentre la ditta Calcestruzzi spa di Bergamo ha già dichiarato il suo
interesse a forniture di canapulo, anche con presenza di fibra corta, per la creazione di calcestruzzi
alleggeriti e con maggiori proprietà elastiche;
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vi. canapulo per mangimistica. Un’azienda piemontese, la Ferrero Mangimi spa di Farigliano (CN), è
interessata a forniture di canapulo, anche con presenza di fibra, da utilizzare nella produzione di
mangimi per ruminanti, purché siano garantiti assenza di muffe e l’approvvigionamento mensile
richiesto.
3. Per quanto riguarda il settore tessile-moda, il programma fornisce la condizione tecnica di base per il decollo
della filiera: ossia una macchina in grado di automatizzare in modo efficiente ed economico la raccolta
ordinata delle bacchette in campo. Tuttavia resta ancora da mettere a punto, per la fase successiva di
macerazione controllata e di essiccazione delle rotoballe, un sistema che dia effettive garanzie di standard di
qualità e di economicità. La macerazione è la seconda condizione cruciale, dopo il sistema di raccolta, per
ottenere una fibra tessile di alta qualità e basse perdite di prodotto in fase di pettinatura. Sono invece del
tutto risolti i processi di stigliatura e di pettinatura (fase in cui si ricorre alle macchine per il lino), come
dimostra l’impianto realizzato dalla ditta Ecocanapa a Comacchio. Inoltre l’azienda Filmarco di Biella, nel
contesto del progetto Canapone, ha prodotto un filato presentato a Terra Futura 2008, derivante dalla
cardatura della fibra corta ottenuta dalla stigliatura della canapa, E un’azienda tessile di Prato e il consorzio
Tecnotessile sono interessati a testare ulteriormente la lavorazione in cardatura della fibra corta di canapa
(sottoprodotto della stigliatura della canapa) in alternativa alla filatura in umido della fibra lunga.
Pertanto il programma prevede un’interazione concreta, già nell’ambito di svolgimento dello stesso con diversi
settori di attività industriale:
− costruttori di macchine agricole
− produttori di pannelli termofonoassorbenti per arredamento ed edilizia
− produttori di malte speciali e leganti per edilizia,
− produttori di biofeltri per forestazione, agricoltura, bonifiche
− produttori di arredi e interni per auto
− cantieristica per imbarcazioni da diporto
− aziende di filatura e tessitura nel comparto moda
− aziende di mangimistica
Questi sono solo alcuni dei prodotti e delle filiere e settori attivabili.
E’ importante infine sottolineare che il programma consentirebbe di attivare finalmente anche una forte ripresa
della canapicoltura italiana, valorizzando a differenza di alcune esperienze recenti, il patrimonio di varietà
italiane nel rispetto della biodiversità. Con questa ripresa si potrebbero promuovere filiere agroindustriali
integrate in diversi contesti territoriali italiani, profilando veri e propri poli specializzati in alcune applicazioni.
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b) valorizzazione delle competenze e delle eccellenze presenti nel sistema produttivo e della ricerca.
Il programma proposto si basa sull’esperienza e le indicazioni che i partner hanno desunto – spesso anche con
elaborazione e partecipazione diretta – dai più avanzati progetti sviluppati in anni recenti sulla canapa in Italia e
in Europa: in particolare dal progetto europeo Hemp-Sys (Contract QLKS-CT-2002-01363) e dai progetti italiani
Ecocanapa in Emilia Romagna (2003-2004), Canapone promosso dalla Regione Toscana in seguito a bando
dell’aprile 2004 e dal progetto Sistema 2006 a cui ha collaborato anche Unacoma e condotto nell’ambito del
Progetto Interregionale delle colture No Food, approvato dal MIPAF nel 2006.
Il partenariato del programma comprende al suo interno alcune delle eccellenze sviluppate in questi anni sulla
canapa sia in fase di prototipazione industriale che in fase di ricerca scientifica. Il partenariato ha innanzitutto
una rete stabile di collaborazione con centri universitari e di ricerca quali Università di Udine, Università di Pisa
Dipt Agronomia, Scuola Superiore S.Anna di Pisa, CIN CRA di Bologna e Rovigo, CNR di Torino, Università
La Sapienza di Roma Dipt Ingegneria Aerospaziale che sta organizzando per aprile 2009 la “2nd International
Conferente on Innovative Natural Fibre Composites for Industrial Applications”. Alcuni specialisti di questi
centri sono del resto soci dell’Associazione Chimica Verde e di altre società partner del progetto.
Inoltre collaborazioni col mondo del trasferimento di tecnologia sono in atto da tempo con Unacoma (Unione
Costruttori Macchine Agricole Italiane) che ha anche partecipato con alcuni partner al progetto Sistema 2006,
Tecnotessile la socieà di Ricerca e Trasferimento Tecnologico del comparto tessile pratese nonché partner del
presente progetto, l’Area Science Park di Trieste che ha dichiarato proprio di recente un forte interesse alla
collaborazione nell’ambito delle tematiche agroindustriali e il Centro Ricerche Fiat che ha condotto alcune
ricerche sull’utilizzo delle fibre vegetali nell’industria dell’automotive.
Per quanto riguarda il mondo dell’industria, il partenariato comprende nella sua compagine societaria alcune
aziende leader nel settore della costruzione di macchine agricole e ha avviato, come indicato nel capitolo
precedente, un’ampia rete di relazioni e collaborazioni con aziende di diversi settori di utilizzo finale dei prodotti
della canapa da fibra.
Infine il partenariato vanta un’ampia rete di relazioni col mondo agricolo e il mondo della ricerca in agricoltura
che in questi anni si è interessato alla canapicoltura. Le attività di miglioramento genetico, riproduzione del
seme, sviluppo delle tecniche colturali sono infatti fondamentali per ottenere materie prime sempre migliori sotto
il profilo prezzo/qualità e sempre più idonee a esigenze specifiche degli utilizzatori indutriali
Il sistema di collaborazioni prospetta quindi una forte capacità di interrelazione con l’ampio spettro di
competenze necessarie per lo sviluppo di intere filiere agroindustriali
B) Obiettivi generali e specifici del programma
Il programma pertanto ha l’obiettivo di predisporre una piattaforma tecnologica altamente flessibile per lo
sviluppo di prodotti innovativi a base di materiali di canapa, valorizzando le esperienze condotte in questi anni in
alcune regioni italiane e proponendo in particolare soluzioni per quello che finora rappresenta l’anello debole per
l’avvio di moderne filiere di lavorazione della canapa da fibra in Italia e nel mondo: le macchine di raccolta e
prima lavorazione.
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Tale piattaforma consentirebbe lo sviluppo di vere e proprie ‘bioraffinerie’ della canapa, ossia di impianti di
trasformazione in grado di scomporre e valorizzare le diverse componenti (fibra lunga macerata, fibra tecnica,
fibra corta da pettinatura, canapulo di diverse pezzature, polveri, semi e infiorescenze) di questa coltura
straordinariamente versatile, che oggi può ritrovare, con tecnologie innovative, impieghi nei settori
dell’abbigliamento, arredamento, bioedilizia, automotive, nautica, cartotecnica, industria del mobile, cosmesi,
nutraceutica e alimentazione animale, farmacologia
Nello specifico il programma prevede la ricerca, prototipazione e collaudo di:
3. due soluzioni tecnologiche complementari di raccolta e prima trasformazione della fibra di canapa che
consentano la disponibilità di due tipologie di prodotto: fibra tecnica e fibra lunga di qualità;
4. un impianto di piccole dimensioni di separazione fibra/canapulo per trattare paglia di canapa
rotoimballata alla rinfusa depolverizzare e condizionare il canapulo, che sia facilmente replicabile per
costi e dimensioni in diverse aree territoriali italiane, in modo da favorire l’integrazione tra fase agricola
e fase di prima trasformazione e ridurre i costi economici e ambientali del trasporto della biomassa;
Il programma consentirebbe in tal modo di conseguire diversi obiettivi:
− fornire al comparto della meccanica agricola italiana un ruolo di leadership internazionale nelle
macchine per la raccolta e prima trasformazione di questa coltura, che negli ultimi anni sta attirando un
crescente interesse di mercato in diversi Paesi, a partire da Germania, Cina, Polonia, Repubblica Ceca,
Gran Bretagna, Argentina e Canada;
− fornire ad altri importanti comparti del Made in Italy – dall’industria mobiliera all’industria nautica e ai
produttori di pannelli isolanti e materiali compositi per l’edilizia e l’automotive – la disponibilità a costi
concorrenziali di semilavorati e componenti derivati da una materia prima rinnovabile annualmente, con
prestazioni tecniche paragonabili alla lana di roccia e di vetro e alle fibre sintetiche (fibra tecnica) e al
legno (canapulo, in particolare per la produzione di pannelli truciolari e MDF e per rivestimenti isolanti
e fonoassorbenti);
− fornire al comparto tessile-moda italiano (abbigliamento e arredamento) la possibilità di lavorare e
proporre una fibra ecologica di alta qualità e confort (traspirabilità, isolamento termico, resistenza) e di
riappropriarsi in tal modo della leadership di tale fibra, di cui tradizionalmente l’Italia è stata fino agli
anni Cinquanta del Novecento il primo esportatore mondiale. L’assenza finora di adeguati sistemi di
meccanizzazione per la raccolta e prima lavorazione della fibra lunga di canapa ha reso proibitiva questa
possibilità, restringendo il mercato a piccole quantità fornite da Paesi in cui, grazie ad infimi costi di
manodopera, il processo di lavorazione si compie tuttora manualmente come da noi 60 anni fa.
Collocazione del programma rispetto all’area tecnologica di riferimento
Rispetto all’area tematica del Made in Italy il programma pertanto si iscrive, a livello di filiera, nel sistema della
meccanica e, a livello delle soluzioni tecnologiche, nelle tecnologie dei nuovi materiali.
In particolare la sottoarea di riferimento è la B1) “progetti finalizzati allo sviluppo di prodotti e processi
innovativi ecocompatibili, focalizzati sull’utilizzo di materie prime rinnovabili, e, congiuntamente, ad alto valore
aggiunto in termini di prestazioni per l’utente finale”.
I temi progettuali del programma sono:
1. l’innovazione di prodotto e del processo produttivo finalizzata alla ecosostenibilità nell’intero ciclo di vita del
prodotto. L’innovazione riguarda sia le macchine per la raccolta che l’impianto di trasformazione, in quanto
prodotti esportabili anche sui mercati esteri, e l’ecosostenibilità del ciclo di vita del prodotto canapa. La canapa è
una coltura rinnovabile annualmente, di forte rusticità senza particolari esigenze idriche e di trattamenti
fitosanitari. La fibra di canapa ha proprietà naturali di isolamento termico ed acustico, traspirabilità, forte
resistenza meccanica e resistenza agli insetti e alle muffe. Tutte caratteristiche per le quali storicamente ha
trovato impieghi, oltre che nel tessile, anche nelle velature e nei cordami, nella produzione di carte pregiate
(carta moneta, Bibbia di Gutenberg) e di tele per quadri. E oggi, sempre per tali caratteristiche trova crescente
impiego, come alternativa ecologica alle lane di vetro e di roccia, nella produzione di pannelli isolanti termici e
fonoassorbenti per i settori dell’edilizia e dell’automotive. Il programma inoltre, a differenza di soluzioni
sperimentate in anni recenti (es. la cosiddetta “Baby-canapa” in Emilia Romagna), prevede lo sviluppo di
tecnologie idonee a valorizzare la fibra delle varietà italiane, coltivate senza arrestarne la crescita con glifosate o
altri diserbanti, in modo da rispettare l’ambiente e ottenere massima qualità e rese produttive;
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2) applicazione di piattaforme tecnologiche innovative per le filiere del Made in Italy finalizzate alla
cooperazione produttiva, specializzate per la gestione degli aspetti di ecosostenibilità. La piattaforma proposta
infatti punta su un prodotto potenzialmente tutto Made in Italy (dalla raccolta in campo all’atelier) ed è
finalizzata a favorire la cooperazione intra-filiera – tra utilizzatori finali del sistema moda, trasformatori della
fibra di canapa, agricoltori e produttori di macchine – rendendo la catena del valore remunerativa per i diversi
segmenti coinvolti. Le macchine e l’impianto di separazione sono progettati per adattarsi alle dimensioni di
distretti territoriali e per essere facilmente replicabili in termini di costi e capacità produttiva in diversi territori.
Caratteristiche e prestazioni del prodotto/servizio da sviluppare
La piattaforma proposta è articolata nei seguenti sottosistemi:
D. macchina per taglio e raccolta ordinata della bacchetta di canapa da destinare alla lavorazione della fibra
lunga di qualità (sistema A.);
E. macchina per trinciatura e decorticazione in campo della bacchetta di canapa per la produzione di fibra
da destinare a usi tecnici (sistema B.)
F. impianto di prima trasformazione di rotoballe di canapa e per l’esecuzione di trattamenti di base sui
materiali ottenuti (sistema C.)
comportano la creazione di una filiera che offre al mercato:
– fibra in diversa lunghezza, purezza, macerazione, altre condizioni (ad esempio derivante da taglio o da
strappo)
– canapulo in diverse pezzature e condizioni di purezza
– polveri.
Ognuna di queste materie prime, polveri comprese, ha potenzialmente diverse destinazioni produttive.
In generale la loro concezione e progettazione è impostata sui criteri di:
− semplicità di modelli – la ricerca della semplicità nella concezione dei modelli è la condizione fondamentale
per ottenere macchine e sistemi affidabili, economici, flessibili, di facile impiego e di facile manutenzione.
La necessità è tanto più sentita in quanto la canapa è di per sé una coltura molto variabile, anche perché
facilmente adattabile a situazioni ambientali diverse;
− idoneità agli usi finali di mercato – il sistema A è concepito sulla base delle specifiche richieste dal settore
tessile in fase di pettinatura e filatura della fibra. Il sistema B è concepito soprattutto per impedire che le
bacchette cadano sul terreno, in modo da ottenere un prodotto privo di impurità, come richiesto dalle fasi
successive di separazione e lavorazione della fibra e del canapulo, riducendo notevolmente le perdite di
materiale e i costi di manutenzione di queste fasi. Il sistema C è concepito per consentire agli agricoltori di
utilizzare per la raccolta le macchine agricole normalmente in dotazione alle loro aziende e di provvedere
alla prima trasformazione mediante un impianto consortile o gestito da un contoterzista. Particolare rilevanza
nel programma avranno le fasi di test finale e di valutazione economica di potenziali clienti di mercato sia
per la fibra lunga di qualità che per la fibra tecnica e per il canapulo;
− flessibilità – L’altezza delle piante di canapa di una medesima varietà all’epoca del raccolto può variare da
stagione a stagione e da zona a zona e anche essere disomogenea nello stesso campo. Per il sistema A in
particolare, che deve tagliare le bacchette in segmenti da circa 1 metro, la possibilità di variare rapidamente
all’occorrenza le altezze delle barre falcianti è un fattore critico di successo. E ancora, le condizioni della
biomassa possono essere diverse (soprattutto per la presenza o meno di secco), per cui si richiede un sistema
di convogliamento che si adatti alle diverse situazione e consenta di evitare inceppamenti/ingolfamenti;
− economicità – tale criterio è importante per tutte le macchine ma soprattutto per il sistema C. Sul mercato
europeo esistono già due soluzioni impiantistiche per la separazione della fibra dal canapulo (v. più avanti),
ma i costi minimi di acquisto e installazione di un nuovo impianto in grado di trattare circa 10.000 ton/anno
di paglia di canapa (l’equivalente grosso modo di 1.000 ha di coltivazione) si aggirano sui 3 milioni di euro.
Inoltre diverse parti della tecnologia di questi impianti sono di produzione italiana, adattate e rivendute a
prezzi molto più alti di quelli originari. L’obiettivo è realizzare un impianto di separazione a costi
decisamente più contenuti, alla portata anche di una cooperativa di agricoltori e con tecnologia
dichiaratamente Made in Italy. In questa logica, anche i sistemi A e B saranno progettati per essere adeguati
all’investimento di un’azienda agricola di medie dimensioni o di un consorzio di agricoltori o di una piccola
azienda terzista;
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b1)Principali problematiche tecnico-scientifiche e tecnologiche da risolvere
Prima di passare a descrivere i singoli prodotti/sottosistemi è opportuna una breve premessa Le diverse
varietà ammesse alla coltivazione si distinguono oltre che per l’altezza media e la sezione degli steli,
per il contenuto medio in fibra, per la resa media in semente, per l’epoca della fioritura la quale,
regolandosi sul fotoperiodo, varia a seconda delle latitudini e dell’epoca di semina. Inoltre in natura la
canapa è dioica e cioè circa la metà delle piante sono maschio e l’altra metà sono femmina. Sono state
selezionate soprattutto dai francesi varietà monoiche, con piante che portando contemporaneamente
fiori maschio e fiori femmina vanno tutte a seme. Nelle varietà dioiche, che sono notevolmente più
produttive di biomassa, le piante maschio muoiono e seccano con anticipo di 1 o anche 2 mesi rispetto
al termine del ciclo vegetativo delle piante femmina. Nelle varietà da fibra la stessa rappresenta dal 17
al 27 per cento della bacchetta. La sezione degli steli utili può variare da pochi millimetri a 4/5 cm. La
resa media in seme può variare da 4 a 10 q.li/ha.
La piattaforma tecnologica necessaria insieme alle indispensabili conoscenze agronomiche per far decollare la
produzione di materie prime e semilavorati di canapa è particolarmente complessa perché i processi di
lavorazione sono diversi fin dalla fase della raccolta a seconda della destinazione principale della fibra (il
prodotto la cui quantità è più ridotta in percentuale sul peso della biomassa ma che ha il più elevato valore
aggiunto) e nello stesso tempo perché i macchinari devono il più possibile avere la capacità di adattarsi alle
condizioni dei raccolti. La decisione sul tipo di raccolta da attuare infatti dipende sì dal contratto di coltivazione
stipulato dall’agricoltore con il primo trasformatore autorizzato, ma potrà cambiare nel corso dell’annata agraria
in conseguenza di fattori che non dipendono dalla sua volontà come avversità climatiche o forti oscillazioni dei
mercati delle fibre e delle materie prime.
Rispetto alle caratteristiche indicate possiamo individuare, sistema per sistema, le seguenti problematiche:
Sistema A. macchina per taglio e raccolta ordinata della bacchetta di canapa da destinare alla lavorazione
della fibra lunga di qualità: l’uso della canapa per fibra tessile di pregio (fibra fine con titolo elevato) è oggi
condizionata dalla richiesta delle industre filatrici che usano per la filatura gli impianti per il lino (pianta alta in
media da 80 a 120 cm). Pertanto le filature accettano unicamente fibra di canapa di lunghezza analoga.
Per aggirare questo problema, qualche anno fa è stato adottato da Ecocanapa spa in provincia di Ferrara
(stabilimento di stigliatura e pettinatura di Comacchio) l’approccio cosiddetto della “Canapa Baby”, ispirato
dalla Cooperativa dei coltivatori di canapa francesi di cui ha sostanzialmente utilizzato il know how, consistente
nell’impiegare varietà francesi di canapa (più basse delle nostre), coltivate con impianto molto fitto (100 Kg/ha
di seme) in modo da ridurne ancora l’altezza a maturazione, e poi disseccate con un defoliante quando hanno
raggiunto l’altezza abituale del lino. La canapa viene poi semplicemente tagliata con una barra falciante, lasciata
macerare in campo per 20-30 giorni 8come avviene per il lino in Normandia) e rotoimballata. L’approccio
“Canapa Baby”, ispirato a motivi di economicità per il primo trasformatore, oltre ai problemi ambientali
(impiego di defolianti con conseguente perdita di biodiversità nei terreni) di fatto non ha dato risultati positivi
neppure sotto il profilo tecnico-economico:
– non è remunerativo per gli agricoltori un sistema che riduce a un terzo la resa per ettaro rispetto alle
varietà nazionali coltivate in modo naturale e che obbliga a un investimento eccessivo in seme (il cui
prezzo può variare da 3,5 a 5,5 euro/kg secondo le annate). Dopo i primi due anni di progetto, le
estensioni di canapa in Emilia si sono ridotte da 800 ha a 200 ha;
– la qualità della fibra delle varietà francesi trattate con nanizzanti è lontana dagli standard qualitativi
ottenuti con le varietà italiane coltivate con metodi tradizionali. Nella stessa pianta la fibra è più
grossolana e tenace verso il piede e più fine e meno resistente verso la cima;
– la macerazione in campo della canapa può dare buoni risultati con climi estivi piovosi e ventosi tipici
delle zone costiere del Nord Europa, ma dà risultati mediocri con estati sempre più siccitose come quelle
che caratterizzano la nostra penisola.
Il programma in oggetto si ispira a un modello alternativo, già proposto nel progetto Canapone finanziato dalla
Regione Toscana, finalizzato allo sviluppo di una filiera di prima trasformazione a partire dall’impiego di varietà
italiane coltivate con metodi naturali (ossia senza defolianti). La scelta di tale modello, motivata dalle ottime rese
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quantitative e qualitative delle varietà italiane tradizionali (Carmagnola, Fibranova, CS) e dall’approccio
decisamente più rispettoso dell’ambiente e della biodiversità, pone tuttavia problemi tecnici rilevanti per
l’automazione della fase di taglio e raccolta. Infatti le varietà suddette possono raggiungere i 4 o 5 metri di
altezza e sono dioiche, ossia con individui maschili e individui femminili (circa 50-50% normalmente in un
campo) che hanno diverse epoche di maturazione. Pertanto la macchina di taglio e raccolta di tali varietà deve
risolvere 4 problemi tecnici principali:
– un sistema di convogliamento che si adatti alle diverse condizioni della biomassa in campo (spessori,
altezze e stadi diversi di maturazione) e che eviti soprattutto l’ammasso e l’avvolgimento delle fibre
tagliate sulle parti meccaniche;
– un sistema di taglio che consenta di tagliare le bacchette alla lunghezza richiesta in filatura (1-1,20 m);
– un sistema di rilascio sul campo delle bacchette ordinate in andane parallele
– un sistema di sincronizzazione della velocità delle varie parti descritte che consenta il flusso regolare
della biomassa raccolta.
Il requisito di ottenere fasci paralleli della medesima lunghezza depositati in andane ordinate sul campo è
fondamentale per evitare eccessive perdite di fibra nelle fasi successive di stigliatura e pettinatura.
Sistema B. macchina per trinciatura e decorticazione in campo della bacchetta di canapa per la
produzione di fibra da destinare a usi tecnici A tutt’oggi non esistono macchine dedicate per il taglio e
raccolta della canapa e normalmente si ricorre alle macchine per foraggicoltura. Tali macchine
comportano abitualmente una prima fase di taglio della canapa e di deposito a terra, una fase successiva
di ranghinatura con un’altra macchina per radunare la bacchette a terra in andane ordinate e una terza
fase di rotoimballatura. Il materiale così raccolto e poi inviato allo stabilimento di prima
trasformazione presenta notevoli impurità, rischiose anche per gli impianti, quali terra, sassi e altri
metalli presenti nel terreno. In definitiva, si tratta di un sistema a elevato costo energetico e di
manodopera (3 passaggi in campo con 3 macchine diverse) e che offre una materia prima con notevoli
impurità.
La proposta del presente programma è impostata su un modello ideato da Bioalter per consentire con
un solo passaggio in campo le fasi di taglio, trinciatura, decorticazione e rotoimballatura della canapa.
La macchina riduce in tal modo le esigenze di manodopera e fornisce un prodotto disinquinato da
residui nel terreno, pronto ad essere destinato ai centri di prima lavorazione. Con la ricerca ci si
propone di ottimizzare e sviluppare il modello ideato con soluzioni innovative a livello del taglio,
separazione in campo delle fibre, compattazione del materiale (pressatura sfibrato prima di ricadere a
terra) finalizzate alla riduzione dei costi, al miglioramento della qualità dei prodotti finali al
miglioramento delle rese. Saranno prese in considerazione due principali metodologie per
l’essiccamento, la macerazione in campo, la raccolta e i trattamenti del prodotto:
 taglio delle piante a fine ciclo (agosto-settembre), essiccazione e macerazione a terra per la durata
di circa un mese (la biomassa richiede uno o due rivoltamenti con ranghinatore), raccolta, sfibratura
e rotoimballatura contemporanee con macchina Bioalter provvista di una adeguata testata di
raccolta;
 raccolta, sfibratura e rotoimballatura contemporanee delle piante preventivamente lasciate essiccare
e macerare in campo in piedi (ottobre dicembre) utilizzando la macchina Bioalter in fase di
sviluppo e perfezionamento provvista di barra falciante.
Sistema C. impianto di prima trasformazione di rotoballe di canapa e per l’esecuzione di trattamenti di base sui
materiali ottenuti
In commercio non esistono impianti di prima trasformazione specifici per la canapa. Le lavorazioni avvengono
con macchinari in genere datati, studiati e costruiti per altre colture (lino e kenaf in particolare), eventualmente
adattati alla canapa per quanto possibile e con impianti altrettanto datati risalenti agli usi cartari delle fibre o
realizzati assemblando e modificando macchinari progettati per la lavorazione del lino o del kenaf. La
progettazione di una macchina che permetta di lavorare la canapa con separazione delle fibre liberiane dal
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parenchima corticale e dai tessuti legnosi sottostanti è oggetto di studio in alcuni paesi nel mondo da diversi
anni, in quanto la tenacia del legame tra le fibre e i tessuti legnosi rende difficile la separazione per via
meccanica con ciclo automatico. Il know-how tuttora a disposizione è limitato alla conoscenza delle resistenze
alla frantumazione della parte legnosa ed al taglio della fibra, in relazione ai diversi tipi utensili impiegati e alla
loro energia di impatto, sia nel caso di un precedente trattamento di idrolisi enzimatica anaerobia (macerazione),
che in caso di idrolisi aerobia (macerazione in campo). A tale scopo la realizzazione della macchina,
principalmente orientata alla produzione di fibra tecnica, con un grado di purezza superiore al 95%, deve essere
effettuata per segmenti operativi, rispettando la sequenza di lavorazione e affinamento della fibra.
La realizzazione dell’impianto proposto utilizzerà in particolare nozioni ricavate da una recente esperienza di
costruzione di un primo prototipo rudimentale, fatta nel progetto in via di conclusione “Canapa: da una pianta
antica materie prime per industrie moderne”, realizzato da Assocanapa e CNR-IMAMOTER con un modesto
finanziamento della Regione Piemonte. Non saranno trascurate neppure tecnologie proprie di settori industriali,
come la cardatura.
C ) Specifica tecnica dei tre sistemi proposti
Sistema A. macchina per taglio e raccolta ordinata della bacchetta di canapa da destinare alla lavorazione
della fibra lunga di qualità: La finalizzazione del progetto consiste nella costruzione di un prototipo di macchina
sulla base delle considerazioni fatte con conseguente prova in campo delle possibili soluzioni tecniche da
provare su diverse condizioni di raccolta al fine di provare la macchina sulle diverse condizioni di lavoro. Il
macchinario si presenterà come un mezzo semovente composto da un telaio in tubolare, struttura porta testata,
testata di raccolta, 4 ruote motrici con cabina comandi e postazione operatore. La macchina raccoglie piante di
canapa su una larghezza di cm. 180/200 c.a. ogni passata. L’operazione principale è il taglio delle piante che
avviene per mezzo di nr. 2 barre falcianti poste in posizioni regolabili rispetto al fusto della canapa, con altezza
del taglio variabile tali da separare la parte centrale dalle radici e dal fiore apicale. Adattabile alle varie altezze di
canapa e su ogni tipo di terreno. Per mezzo di un dispositivo rotante a catena con denti a scomparsa il fusto
tagliato viene prima piegato nel mezzo e successivamente raccolto e posto in andane a lato macchina in maniera
molto precisa.
La movimentazione avviene per mezzo di un motore termico da 50/60 Kw (marca da stabilire), flangiato a una
pompa idraulica a portata variabile su 4 motoruote indipendenti tra loro. La sterzatura della macchina dovrà
avvenire su un solo asse anteriore o posteriore tramite assistenza idraulica. I vari servizi del buon funzionamento
della macchina avverranno anche questi con assistenza idraulica. Il posizionamento dei componenti su progetto
deve tener conto del baricentro macchina più in basso e centrato possibile rispetto agli assi ruota in modo da
garantire la sicurezza e l’ ottimale lavoro in campo posizionando gli elementi che compongono la macchina in
maniera razionalizzata.
Particolare attenzione poi deve essere data al posizionamento ed al funzionamento della testata falciante, la quale
deve sempre garantire, a prescindere dal tipo di terreno o dalla altezza della canapa, sempre il taglio migliore del
fusto.
Per quanto riguarda lo sviluppo della macchina invece si dovrà lavorare per ottenere un taglio perfetto del fusto
con condizioni di lavoro molto disomogenee tra loro (diverso diametro della canapa, diversi stadi di maturazione
e differenti gradi di umidità che possono facilitare o peggiorare il taglio della barra falciante). Lo sviluppo della
testata infine deve tener conto delle possibili difficoltà di taglio che possono venire fuori dalla diversa densità di
piante presenti e dalle condizioni delle stesse disposte in maniera più o meno intrecciate.
L’ultima fase, e forse anche la più importante, consiste nel provare, testare e adattare la macchina alle diverse
condizioni nelle quali la stessa si trova ad operare, verificando il funzionamento o migliorando ove possibile in
modo da adottare soluzioni note o innovative per ottenere un prodotto il più possibile omogeneo, ordinato al fine
di rendere successivamente agevole la raccolta in campo.
Sistema B. macchina per trinciatura, decorticazione e rotoimballaggio in campo della bacchetta di canapa
per la produzione di fibra da destinare a usi tecnici La macchina può essere movimentata da un trattore
agricolo da 120 CV e ha un ingombro tale da rispettare il codice stradale vigente.
La macchina è composta dall seguenti parti principali: barra falciante, aspo abbattitore, coclea convogliatrice,
decorticatrice, rotopressa.
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Gli steli sono tagliati da una barra falciante e un aspo abbattitore, regolabile in altezza, ha lo scopo di piegare
gli steli verso la barra falciante e convogliarli su un trasportatore. Le parti rotanti della macchina sono protette
da appositi carter sagomati per impedire l’affastellamento degli steli recisi. Gli steli recisi vengono
accompagnati a una coclea convogliatrice e successivamente a una bocca stigliante (fase di decorticazione).
La coclea ha il compito di eseguire già una prima rottura degli steli in modo da facilitare le operazioni
successive. All’interno della bocca lavorano due cilindri rotanti contrapposti, uno con denti seghettati (per
emulare la fase di “scavezzatura”) e l’altro con due lame taglienti posizionate a 180° per la fase di
“gramolatura”. Successivamente il prodotto viene convogliato, con apposito tubo o nastro trasportatore, a una
rotopressa su rimorchio agganciata al trattore.
Sistema C. impianto di prima trasformazione di rotoballe di canapa e per l’esecuzione di trattamenti di base sui
materiali ottenuti
Il prototipo del progetto citato lavora soltanto rotoballe di paglie di canapa macerata in campo e separa fibra da
canapulo con un potenziale di 1 rotoballa/ora (circa 3 q.li di paglie) con impiego di una potenza di circa 60 CV.
Il grado di purezza della fibra ottenuta è quello prescritto dalla normativa europea (sono ammesse impurità in
quantità non superiore al 5 per cento).
L’impianto di separazione della fibra dal canapulo che si vuole costruire e mettere a punto con il programma
proposto lavorerà per tutto l’anno rotoballe di paglie di canapa macerata in campo e rotoballe di canapa non
macerata, arrivando al diverso livello di purezza della fibra richiesto dalle industrie utilizzatrici. Provvederà
inoltre alla depolverizzazione di quantitativi di fibra e canapule, ove richiesto, e al trattamento del canapulo in
diverse pezzature (da centimetri a micron) a seconda degli impieghi. Il potenziale della separazione dovrà essere
almeno di 6/7 rotoballe/ora pari a circa 20 q.li di paglie/ora, con ottimizzazione dei consumi di energia.
I segmenti principali da sviluppare sono:
 modulo di alimentazione che dovrà garantire continuità ed omogeneità di rifornimento di materia prima alla
macchina: essere in grado di estrarre le bacchette da una rotoballa o da una qualsiasi forma di imballo degli
steli di canapa, evitande che vuoti del rifornimento o viceversa eccessi di paglie siano causa di problemi
nell’avanzamento, ingolfamento, inceppamento, surriscaldamento e altri inconvenienti. Le rotoballe
presentano però alcuni problemi per quanto riguarda il loro svolgimento, in quanto studiate per essere
demolite tramite carri miscelatori, che mal si adattano all’impiego con la canapa. Si deve pertanto progettare
un sistema di estrazione della canapa dalle rotoballe che tenga in considerazione l’estrema tenacia della
fibra. Si è allo scopo ipotizzato di utilizzare un sistema di catenarie dotate di denti che strappino
letteralmente i fusti dalle rotoballe. Il sistema di alimentazione deve anche prevedere un meccanismo di
ritenzione delle balle stesse, che altrimenti verrebbero trascinate dal moto delle catenarie verso la zona di
triturazione. Questo modulo dovrà provvedere oltre che al trasporto del materiale al modulo di
frammentazione, anche al contenimento delle bacchette di canapa, in modo da evitare versamenti e spreco di
materiale. Altra funzione del modulo sarà di raccogliere il materiale che si frammenta dalla estrazione della
canapa dalla rotoballa, per essere recuperato in fase di lavorazione e poi affinato. Mentre nel primo prototipo
questa funzione non è stata prevista, a causa dell’esiguità di prodotto lavorato, a scala industriale si impone
la gestione di questo materiale che risulterebbe altrimenti pericoloso per gli operatori e causerebbe, se non
recuperato, una perdita per i gestori dell’impianto.
 modulo della prima lavorazione delle bacchette di canapa, che dovrà rompere lo strato legnoso del fusto,
operando la frammentazione del canapulo, altro prodotto di interesse economico rilevante. La metodologia
per ottenere una buona frammentazione degli steli di canapa prevede l’uso di utensili metallici, che, tramite
una notevole energia cinetica, impattino sugli steli, frantumando la parte legnosa e sezionando le fibre di
notevole lunghezza. Il prodotto così trattato verrà sottoposto ad un’ulteriore affinazione mediante
l’applicazione di una elevata pressione esercitata da rulli dentati contrapposti. Il punto critico sarà la
tendenza delle fibre di canapa ad avvolgersi attorno agli organi rotanti. Questa tendenza e ancor più
pericolosa che nel primo modulo, in quanto gli organi in movimento hanno velocità radiali elevate ed una
rottura in uno di questi componenti potrebbe essere causa di seri infortuni sul lavoro e/o danneggiamenti
dell’ impianto.
 modulo di separazione della fibra dal canapulo dopo la frammentazione, le bacchette di canapa, ormai
ridotte in piccoli segmenti, in cui la fibra è quasi completamente separata dal canapulo, devono deve essere
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ancora trattate per ottenere la completa separazione. Tale risultato si può ottenere tramite l’utilizzo di un
vaglio rotante o di un scuotitore opportunamente studiato per filtrare piccoli segmenti di canapulo della
dimensione di circa 1–3 mm. A tale modulo si aggiungerà, rispetto al prototipo originario, un processo di
macinatura del canapulo, per ottenere un prodotto di grandezza variabile a seconda delle esigenze tecniche
del cliente.
 modulo di aspirazione e raccolta polveri, materiale di risulta delle lavorazioni, ma di grande interesse
economico, al fine di recuperarle o inviarle al modulo di stoccaggio. Si dovrà applicare un meccanismo che
provveda a questo scopo tramite un flusso d’aria, che solleverà però al tempo stesso anche i frammenti di
entità minore di canapulo, che ha un peso specifico minore rispetto alla fibra. Si dovrà pertanto mettere a
punto un filtro autopulente che garantisca una buona pulizia del prodotto finale. Il canapulo così separato
verrà raccolto in un silo o inviato ad una successiva macchina per la sua lavorazione.
 convogliamento e/o imballaggio dei prodotti Dopo la separazione, i vari prodotti dovranno essere inviati ai
successivi macchinari per ulteriori lavorazioni richieste dall’impiego a cui vengono destinati, oppure
imballati per consentire una maggiore facilità di immagazzinamento e trasporto all’utilizzatore finale. Tale
procedimento, pur non influenzando il processo di trasformazione è di importanza rilevante, in quanto
garantisce un prodotto maneggevole per il trasporto e la vendita e ne mantiene integre le caratteristiche
peculiari. Essendo la fibra di canapa molto tenace, si presenta nuovamente il problema di spezzare le fibre
per la formazione di colli predimensionati, senza che questa opponga una resistenza eccessiva al taglio,
inceppando l’intero sistema di produzione. Verrà quindi studiato un sistema di sezionamento del prodotto in
elementi modulari maneggiabili e facilmente trasportabili.
D) Avanzamento portato dal programma rispetto allo stato dell’arte tecnologico e/organizzativo, alla
standardizzazione e replicabilità delle tecnologie sviluppate, e alla situazione della concorrenza
Il programma proposto si basa sull’esperienza e le indicazioni che i partner del programma hanno ottenuto –
spesso anche con partecipazione diretta – dai più avanzati progetti sviluppati in anni recenti sulla canapa in Italia
e in Europa: in particolare dal progetto europeo Hemp-Sys (Contract QLKS-CT-2002-01363) e dai progetti
italiani Ecocanapa in Emilia Romagna (2003-2004), Canapone promosso dalla Regione Toscana in seguito a
bando dell’aprile 2004 e dal progetto Sistema 2006 a cui ha collaborato anche Unacoma e condotto nell’ambito
del Progetto Interregionale delle colture No Food, approvato dal MIPAF nel 2006. Allo stato attuale non
esistono in commercio macchine progettate specificamente per il taglio e raccolta della canapa. Tutte le
macchine attualmente impiegate a livello internazionale per il taglio e raccolta della canapa sono macchine
progettate per i settori della cerealicoltura e dalla foraggicoltura: barre falcianti, trebbiatrici, mietilega,
trinciatrici con alcune modifiche. I sistemi attualmente in uso, per quanto modificati, non rispondono alle
esigenze specifiche di lavorazione di una coltura che per varietà di dimensioni, struttura della biomassa (fibre
lunghe e stigli legnosi), fasi diverse di maturazione – come già indicato – richiede soluzioni tecniche ad hoc di
una certa complessità.
Il programma consente di rispondere a questa esigenza con la possibilità di ottenere un duplice risultato di
estremo interesse:
– l’offerta di macchine Made in Italy per la lavorazione della canapa nel mondo sia per applicazioni
tecniche della fibra che per uso tessile di qualità con macchine e impianti economici e facilmente
replicabili
– l’automazione di base necessaria per l’avvio di diverse filiere industriali interessate allo sviluppo di
prodotti a base di derivati dalla canapa da fibra. Diverse aziende italiane, come indicato in sezione 2,
hanno già espresso il loro interesse all’acquisto di materie prime derivate dalla canapa, purché fornite
con prezzi e quantità adeguate.
Esistono finora solo alcuni prototipi rispetto agli obiettivi del programma.
In particolare, per il taglio e raccolta della canapa da destinare alla produzione di fibra tessile di qualità, l’unica
macchina industriale finora utilizzata consiste nel modello francese della barra falciante modificata ed è idonea
solo per le bacchette nanizzate a 1-1,2 m in seguito a trattamento con defoliante. Ma come già evidenziato
l’approccio Canapa Baby adottato da Ecocanapa in Emilia, non è in grado di fornire fibra di qualità adeguata.
Per l’approccio seguito dal presente programma sono stati sviluppati invece due prototipi nell’ambito del
progetto toscano Canapone: un modello realizzato dal CIN CRA di Bologna a Ravenna che ha dimostrato buone
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prestazioni sia in fase di taglio che di convogliamento della canapa, ma di difficile replicabilità a basso costo,
trattandosi di una vecchia mietilega russa modificata. Il secondo prototipo, sviluppato dalla ditta Spapperi, ha
notevolmente semplificato il macchinario in vista di un’industrializzazione successiva, ma non ha ancora risolto
diversi problemi in fase di convogliamento e taglio del materiale. Inoltre era un impianto statico trainato da
trattore. Il modello proposto dal presente programma, anche in base alle indicazioni fornite dal progetto toscano,
prevede notevoli modifiche di impostazione rispetto al prototipo precedente, soprattutto per quanto riguarda la
concezione del modello di trascinamento e di taglio, e la realizzazione di una macchina semovente.
Il secondo prototipo si basa su un approccio del tutto originale per ottenere, con un solo mezzo semovente in
campo, sia il taglio che una prima trasformazione della materia prima e la rotoimballatura, evitando qualsiasi
contatto col terreno. Tale approccio è stato studiato in funzione delle specifiche richieste da potenziali utenti
finali della materia prima. Il prototipo proposto comporta i seguenti vantaggi rispetto alle tecnolgie attualmente
in uso:
 notevole riduzione dei costi di raccolta della canapa riunendo in un solo passaggio tre operazioni
abitualmente separate e fatte con 3 diversi macchinari, oltre a una prima operazione di decorticazione
 riduzione dei costi di trasporto, grazie al fatto di rotoimballare materiale già trinciato e decorticato che
occupa a parità di peso un 40% in meno di volume
 un prodotto di miglior qualità e più facile da lavorare. Il modello evita che le bacchette di canapa, una volta
tagliate e lasciate a terra, ammuffiscano e si contaminino con particelle di terreno, metallo o pietrisco,
danneggiando la qualità del prodotto. La decorticazione operata sulla macchina e l’assenza di contatto col
terreno consentono alle successive fasi industriali di ridurre notevolmente i problemi di lavorazione e i rischi
di danneggiamento agli impianti dovuti alla presenza di residui solidi.
Per quanto riguarda l’impianto di prima separazione della fibra tecnica, le soluzioni attualmente disponibili sul
mercato sono essenzialmente le macchine concepite per il lino, realizzate da costruttori del Nord Europa (es. Van
Dommele, Charle&Co, Depoortere e altri). Tali impianti sono stati adottati, con opportuni adattamenti, da
trasformatori della canapa di altri paesi europei, es. BAFA Badische Gmbh. In Italia l’unico impianto attualmente
in uso per la canapa è stato realizzato pochi anni fa a Comacchio (FE) da Ecocanapa con finanziamenti pubblicoprivati.
Si tratta di un sistema di stigliatura e pettinatura della fibra di canapa che ha comportato notevoli
investimenti e comporta elevati costi di gestione. Rispetto agli impianti esistenti, la proposta del presente
programma è di realizzare – sulla base di esperienze dirette condotte da oltre un decennio nel campo della
canapicoltura e della prima trasformazione della canapa – un sistema dai costi notevolmente più contenuti, a
portata di un distretto agricolo italiano, facilmente riproducibile in diversi contesti e adattabile alle diverse
esigenze di lavorazione della fibra. I criteri di standardizzazione e replicabilità dei prodotti finali sono dunque
obiettivi centrali della presente proposta.
e) Descrizione sintetica del piano di lavoro: tempistica delle attività, identificazione
delle uscite del programma (prodotto/servizio, sistemi, sottosistemi e componenti…).
( Vedi foglio excel N. 1)
f) Riepilogo dei costi del programma suddivisi per categoria di attività (ricerca
industriale, sviluppo sperimentale, innovazione dei processi e dell’organizzazione nei
servizi).
( Vedi foglio excel N. 2,3)
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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Sezione 2: ricadute potenziali del programma (max 5 pagine)
a) impatti su filiere e settori industriali, trasversalità applicativa e potenzialità di mobilitare filiere e sistemi di
imprese, efficacia dell’innovazione nel promuovere l’integrazione interaziendale;
4. Il primo impatto del programma – come indicato in sezione 1 – riguarda la capacità competitiva della
meccanica agricola italiana. L’interesse degli imprenditori di questo settore a sviluppare soluzioni per la
canapicoltura è testimoniato dall’impegno di Unacoma in questi ultimi anni (progetto Canapa nell’ambito
del progetto Sistema 2006) e dalla presenza stessa di partner industriali interni ed esterni al programma in
oggetto. Come già indicato in premessa, la canapicoltura sta avendo un recente rilancio in parecchi paesi
sviluppati ed emergenti, con casi di particolare interesse come Cina, est Europa e Canada. A novembre 2008
anche l’Australia ha abrogato la legge che proibiva la canapicoltura in quel paese e intende rilanciarla
soprattutto in Nuova Galles del Sud (zona di Sidney). La piattaforma proposta consentirebbe al Made in Italy
della meccanica di presentarsi su questi mercati emergenti con soluzioni di base di notevole interesse per
prezzo/qualità. In particolare, per il taglio e raccolta ordinata della canapa per fibra tessile non esistono
ancora soluzioni tecniche adeguate sul mercato internazionale.
Per quanto riguarda le filiere industriali potenzialmente interessate alla fornitura dei derivati della canapa da
fibra occorre distinguere due gruppi di mercati con diversi ordini di problemi:
− Utilizzatori di fibra tecnica e canapulo: mancanza di adeguate quantità di materia prima con
caratteristiche standard. Diversi utilizzatori finali italiani si dichiarano pronti ad acquistare derivati di
canapa da fibra, dichiarando prezzi di un certo interesse per il primo trasformatore, ma ponendo precise
condizioni di fornitura: flussi/mese minimi garantiti, limiti di impurità della materia prima, pezzature
standard;
− Utilizzatori di fibra lunga di qualità: problemi di natura tecnica e di costo del semilavorato. La richiesta
di fibra lunga prodotta con sistemi ecocompatibili rimane insoddisfatta dall’offerta estera mentre è
essenziale per il tessile di qualità; il prezzo della fibra lunga di qualità prodotta in Italia nel progetto
Canapone in via di ultimazione non remunera i costi delle lavorazioni, troppo alti perché alcune fasi non
sono meccanizzate: taglio standard delle bacchette, raccolta in fasci paralleli, macerazione, asciugatura.
5. La piattaforma tecnologica del presente programma è in grado di offrire una soluzione adeguata innanzitutto
al primo gruppo di filiere, profilando un sistema di raccolta e prima lavorazione della fibra tecnica e del
canapulo sufficientemente economico e affidabile per remunerare sia l’agricoltore (a meno di impennate
singolari del mercato del food come lo scorso anno) che il primo trasformatore. E’ evidente anche in questo
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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caso il problema di concorrenza di altre fibre vegetali (lino, sisal, juta ecc.), ma va tenuto presente che sui
volumi di biomassa vegetale il costo di trasporto ha una notevole incidenza. Non a caso anche i centri di
prima trasformazione del lino nel nord Europa sono normalmente insediati in modo che le forniture di paglia
di lino arrivino al massimo da un raggio di cinquanta chilometri.
I prodotti derivabili dalla prima lavorazione della fibra tecnica e del canapulo che più facilmente a nostro
parere possono rapidamente trovare domanda nelle filiere industriali italiane sono:
i. materassini e feltri termofonoassorbenti (estrusi o tessuti non tessuti in fibra cardata) con fibra di
canapa in sostituzione della lana di vetro e della lana di roccia destinati principalmente ai settori
dell’edilizia, dell’arredamento e dell’automotive. Un partner del progetto, Cormatex di Prato, con
la collaborazione di Tecnotessile testerà nel suo nuovo prototipo di impianto la qualità di
materassini in fibra di canapa o in fibra mista miscelata con ampie percentuali di paglia di canapa
grezza, che consentirebbe di realizzare un prodotto ecologico a costo molto basso per rivestimenti
interni. Un partner esterno del programma – la ditta Maiano spa di Firenze – testerà le materie
prime fornite dal programma per la realizzazione di tessuti non tessuti per il settore arredamento.
In particolare è interessata alla realizzazione di un tessuto non tessuto con legante naturale in
PLA. La ditta Safi.tech di Foglizzo (TO), disposta a collaborare al programma, ha dichiarato
interesse all’acquisto di fibra anche con canapulo per la produzione di biofeltri ad uso forestale ed
agricolo;
ii. pannelli rigidi truciolari e MDF a base di canapulo per edilizia e industria dell’arredamento. L’uso
del canapulo permetterebbe di ottenere pannelli rigidi che, conservando le proprietà meccaniche
del truciolare tradizionale in legno, pesino solo 1/3 del peso abituale (da 7 a 2,5 q/ m3). La ditta
friulana Fantoni spa, già partner del progetto interregionale No Food, è interessata alla
sperimentazione di pannelli biocompositi per l’edilizia prodotti con canapa. Il nuovo pannello di
canapa potrebbe inoltre essere un prodotto ancora più ecologico, sostituendo l’urea-formaldeide,
attualmente oggetto di moratoria dall’Unione Europea, con leganti poliuretanici o di altro tipo;
iii. scocche in canapa-resina, al posto della vetroresina, destinabili sia al settore automotive che al
settore della nautica da diporto. Un cantiere nautico friulano, cliente di Bioalter, è interessato a
sperimentare parti in canapa-resina nei rivestimenti di imbarcazioni da diporto. Un primo
prototipo sperimentale di macchina agricola con parti in canapa-resina è stato presentato a EIMA
2008;
iv. farina di canapulo micronizzata per arredi e interni auto. Una società di un grande gruppo con sede
a Buriasco in provincia di Torino ha dichiarato il suo interesse a sostituire la farina di legno
attualmente impiegata nella produzione di pannelli per interni delle auto con una base di canapulo,
purché opportunamente pulito e dimensionato;
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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v. calcestruzzi alleggeriti con canapa in luogo di polistirolo e malte e finiture murali a base di
canapulo al posto di calce o silicati. Un socio interno all’Associazione Chimica Verde –
Springcolor srl di Castelfidardo – ha già sperimentato con ottimi risultati tonachini per restauri
artistici a base di canapulo. Mentre la ditta Calcestruzzi spa di Bergamo ha già dichiarato il suo
interesse a forniture di canapulo, anche con presenza di fibra corta, per la creazione di calcestruzzi
alleggeriti e con maggiori proprietà elastiche;
vi. canapulo per mangimistica. Un’azienda piemontese, la Ferrero Mangimi spa di Farigliano (CN), è
interessata a forniture di canapulo, anche con presenza di fibra, da utilizzare nella produzione di
mangimi per ruminanti, purché siano garantiti assenza di muffe e l’approvvigionamento mensile
richiesto.
6. Per quanto riguarda il settore tessile-moda, il programma fornisce la condizione tecnica di base per il decollo
della filiera: ossia una macchina in grado di automatizzare in modo efficiente ed economico la raccolta
ordinata delle bacchette in campo. Tuttavia resta ancora da mettere a punto, per la fase successiva di
macerazione controllata e di essiccazione delle rotoballe, un sistema che dia effettive garanzie di standard di
qualità e di economicità. La macerazione è la seconda condizione cruciale, dopo il sistema di raccolta, per
ottenere una fibra tessile di alta qualità e basse perdite di prodotto in fase di pettinatura. Sono invece del
tutto risolti i processi di stigliatura e di pettinatura (fase in cui si ricorre alle macchine per il lino), come
dimostra l’impianto realizzato dalla ditta Ecocanapa a Comacchio. Inoltre l’azienda Filmarco di Biella, nel
contesto del progetto Canapone, ha prodotto un filato presentato a Terra Futura 2008, derivante dalla
cardatura della fibra corta ottenuta dalla stigliatura della canapa, E un’azienda tessile di Prato e il consorzio
Tecnotessile sono interessati a testare ulteriormente la lavorazione in cardatura della fibra corta di canapa
(sottoprodotto della stigliatura della canapa) in alternativa alla filatura in umido della fibra lunga.
Pertanto il programma prevede un’interazione concreta, già nell’ambito di svolgimento dello stesso con diversi
settori di attività industriale:
− costruttori di macchine agricole
− produttori di pannelli termofonoassorbenti per arredamento ed edilizia
− produttori di malte speciali e leganti per edilizia,
− produttori di biofeltri per forestazione, agricoltura, bonifiche
− produttori di arredi e interni per auto
− cantieristica per imbarcazioni da diporto
− aziende di filatura e tessitura nel comparto moda
− aziende di mangimistica
Questi sono solo alcuni dei prodotti e delle filiere e settori attivabili.
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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E’ importante infine sottolineare che il programma consentirebbe di attivare finalmente anche una forte ripresa
della canapicoltura italiana, valorizzando a differenza di alcune esperienze recenti, il patrimonio di varietà
italiane nel rispetto della biodiversità. Con questa ripresa si potrebbero promuovere filiere agroindustriali
integrate in diversi contesti territoriali italiani, profilando veri e propri poli specializzati in alcune applicazioni.
Sezione 2: ricadute potenziali del programma (max 5 pagine)
a) impatti su filiere e settori industriali, trasversalità applicativa e potenzialità di mobilitare filiere e sistemi di
imprese, efficacia dell’innovazione nel promuovere l’integrazione interaziendale;
7. Il primo impatto del programma – come indicato in sezione 1 – riguarda la capacità competitiva della
meccanica agricola italiana. L’interesse degli imprenditori di questo settore a sviluppare soluzioni per la
canapicoltura è testimoniato dall’impegno di Unacoma in questi ultimi anni (progetto Canapa nell’ambito
del progetto Sistema 2006) e dalla presenza stessa di partner industriali interni ed esterni al programma in
oggetto. Come già indicato in premessa, la canapicoltura sta avendo un recente rilancio in parecchi paesi
sviluppati ed emergenti, con casi di particolare interesse come Cina, est Europa e Canada. A novembre 2008
anche l’Australia ha abrogato la legge che proibiva la canapicoltura in quel paese e intende rilanciarla
soprattutto in Nuova Galles del Sud (zona di Sidney). La piattaforma proposta consentirebbe al Made in Italy
della meccanica di presentarsi su questi mercati emergenti con soluzioni di base di notevole interesse per
prezzo/qualità. In particolare, per il taglio e raccolta ordinata della canapa per fibra tessile non esistono
ancora soluzioni tecniche adeguate sul mercato internazionale.
Per una prima valutazione delle potenziali riduzioni di costo consentite dai nuovi sistemi rispetto ai sistemi
manuali tradizionalmente in uso nella lavorazione della canapa per fibra lunga tessile, ancora oggi utilizzati
in alcuni Paesi dell’est europeo e in Asia, presentiamo la seguente tabella, elaborata da Assocanapa srl su
dati storici e su esperienze condotte direttamente in questi anni. I costi delle due operazioni fondamentali di
taglio e raccolta e di stigliatura delle bacchette di canapa risultano rispettivamente riducibili di 6 volte e di 5
volte rispetto ai vecchi sistemi.
Raffronto costi di raccolta e prima trasformazione della fibra lunga di canapa tra metodo tradizionale
(manuale, anni Cinquanta) e con i nuovi sistemi *
A. Operazioni di raccolta, legatura dei fasci e carico sul rimorchio
attrezzature anni Cinquanta macchina di raccolta ordinata bacchette,
(falciatrice, fasci a mano) rotopressatura e carico sul rimorchio:
euro 55,12/q.le euro 8,80/q.le
B. Operazioni di stigliatura
lavorazione manuale, con operatrici provette impianto automatizzato Ecocanapa
(15 kg di bacchetta/ora)
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euro 106,66/q.le euro 22,20/q.le
* i l costo delle lavoranti è stato valutato euro 16/ora
elaborazione dati di Assocanapa srl
Per quanto riguarda le filiere industriali potenzialmente interessate alla fornitura dei derivati della canapa da
fibra occorre distinguere due gruppi di mercati con diversi ordini di problemi:
− Utilizzatori di fibra tecnica e canapulo: mancanza di adeguate quantità di materia prima con
caratteristiche standard. Diversi utilizzatori finali italiani si dichiarano pronti ad acquistare derivati di
canapa da fibra, dichiarando prezzi di un certo interesse per il primo trasformatore, ma ponendo precise
condizioni di fornitura: flussi/mese minimi garantiti, limiti di impurità della materia prima, pezzature
standard;
− Utilizzatori di fibra lunga di qualità: problemi di natura tecnica e di costo del semilavorato. La richiesta
di fibra lunga prodotta con sistemi ecocompatibili rimane insoddisfatta dall’offerta estera mentre è
essenziale per il tessile di qualità; il prezzo della fibra lunga di qualità prodotta in Italia nel progetto
Canapone in via di ultimazione non remunera i costi delle lavorazioni, troppo alti perché alcune fasi non
sono meccanizzate: taglio standard delle bacchette, raccolta in fasci paralleli, macerazione, asciugatura.
8. La piattaforma tecnologica del presente programma è in grado di offrire una soluzione adeguata innanzitutto
al primo gruppo di filiere, profilando un sistema di raccolta e prima lavorazione della fibra tecnica e del
canapulo sufficientemente economico e affidabile per remunerare sia l’agricoltore (a meno di impennate
singolari del mercato del food come lo scorso anno) che il primo trasformatore. E’ evidente anche in questo
caso il problema di concorrenza di altre fibre vegetali (lino, sisal, juta ecc.), ma va tenuto presente che sui
volumi di biomassa vegetale il costo di trasporto ha una notevole incidenza. Non a caso anche i centri di
prima trasformazione del lino nel nord Europa sono normalmente insediati in modo che le forniture di paglia
di lino arrivino al massimo da un raggio di cinquanta chilometri.
I prodotti derivabili dalla prima lavorazione della fibra tecnica e del canapulo che più facilmente a nostro
parere possono rapidamente trovare domanda nelle filiere industriali italiane sono:
i. materassini e feltri termofonoassorbenti (estrusi o tessuti non tessuti in fibra cardata) con fibra di
canapa in sostituzione della lana di vetro e della lana di roccia destinati principalmente ai settori
dell’edilizia, dell’arredamento e dell’automotive. Un partner del progetto, Cormatex di Prato, con
la collaborazione di Tecnotessile testerà nel suo nuovo prototipo di impianto la qualità di
materassini in fibra di canapa o in fibra mista miscelata con ampie percentuali di paglia di canapa
grezza, che consentirebbe di realizzare un prodotto ecologico a costo molto basso per rivestimenti
interni. Un partner esterno del programma – la ditta Maiano spa di Firenze – testerà le materie
prime fornite dal programma per la realizzazione di tessuti non tessuti per il settore arredamento.
In particolare è interessata alla realizzazione di un tessuto non tessuto con legante naturale in
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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PLA. La ditta Safi.tech di Foglizzo (TO), disposta a collaborare al programma, ha dichiarato
interesse all’acquisto di fibra anche con canapulo per la produzione di biofeltri ad uso forestale ed
agricolo;
ii. pannelli rigidi truciolari e MDF a base di canapulo per edilizia e industria dell’arredamento. L’uso
del canapulo permetterebbe di ottenere pannelli rigidi che, conservando le proprietà meccaniche
del truciolare tradizionale in legno, pesino solo 1/3 del peso abituale (da 7 a 2,5 q/ m3). La ditta
friulana Fantoni spa, già partner del progetto interregionale No Food, è interessata alla
sperimentazione di pannelli biocompositi per l’edilizia prodotti con canapa. Il nuovo pannello di
canapa potrebbe inoltre essere un prodotto ancora più ecologico, sostituendo l’urea-formaldeide,
attualmente oggetto di moratoria dall’Unione Europea, con leganti poliuretanici o di altro tipo;
iii. scocche in canapa-resina, al posto della vetroresina, destinabili sia al settore automotive che al
settore della nautica da diporto. Un cantiere nautico friulano, cliente di Bioalter, è interessato a
sperimentare parti in canapa-resina nei rivestimenti di imbarcazioni da diporto. Un primo
prototipo sperimentale di macchina agricola con parti in canapa-resina è stato presentato a EIMA
2008;
iv. farina di canapulo micronizzata per arredi e interni auto. Una società di un grande gruppo con sede
a Buriasco in provincia di Torino ha dichiarato il suo interesse a sostituire la farina di legno
attualmente impiegata nella produzione di pannelli per interni delle auto con una base di canapulo,
purché opportunamente pulito e dimensionato;
v. calcestruzzi alleggeriti con canapa in luogo di polistirolo e malte e finiture murali a base di
canapulo al posto di calce o silicati. Un socio interno all’Associazione Chimica Verde –
Springcolor srl di Castelfidardo – ha già sperimentato con ottimi risultati tonachini per restauri
artistici a base di canapulo. Mentre la ditta Calcestruzzi spa di Bergamo ha già dichiarato il suo
interesse a forniture di canapulo, anche con presenza di fibra corta, per la creazione di calcestruzzi
alleggeriti e con maggiori proprietà elastiche;
vi. canapulo per mangimistica. Un’azienda piemontese, la Ferrero Mangimi spa di Farigliano (CN), è
interessata a forniture di canapulo, anche con presenza di fibra, da utilizzare nella produzione di
mangimi per ruminanti, purché siano garantiti assenza di muffe e l’approvvigionamento mensile
richiesto.
9. Per quanto riguarda il settore tessile-moda, il programma fornisce la condizione tecnica di base per il decollo
della filiera: ossia una macchina in grado di automatizzare in modo efficiente ed economico la raccolta
ordinata delle bacchette in campo. Tuttavia resta ancora da mettere a punto, per la fase successiva di
macerazione controllata e di essiccazione delle rotoballe, un sistema che dia effettive garanzie di standard di
qualità e di economicità. La macerazione è la seconda condizione cruciale, dopo il sistema di raccolta, per
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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ottenere una fibra tessile di alta qualità e basse perdite di prodotto in fase di pettinatura. Sono invece del
tutto risolti i processi di stigliatura e di pettinatura (fase in cui si ricorre alle macchine per il lino), come
dimostra l’impianto realizzato dalla ditta Ecocanapa a Comacchio. Inoltre l’azienda Filmarco di Biella, nel
contesto del progetto Canapone, ha prodotto un filato presentato a Terra Futura 2008, derivante dalla
cardatura della fibra corta ottenuta dalla stigliatura della canapa, E un’azienda tessile di Prato e il consorzio
Tecnotessile sono interessati a testare ulteriormente la lavorazione in cardatura della fibra corta di canapa
(sottoprodotto della stigliatura della canapa) in alternativa alla filatura in umido della fibra lunga.
Mercato per le applicazioni da fibra tecnica di canapa in Italia e all’estero
Fonte: Canapone srl con contributo del dr. Cesare Tofani
Pertanto il programma prevede un’interazione concreta, già nell’ambito di svolgimento dello stesso con diversi
settori di attività industriale:
− costruttori di macchine agricole
− produttori di pannelli termofonoassorbenti per arredamento ed edilizia
− produttori di malte speciali e leganti per edilizia,
− produttori di biofeltri per forestazione, agricoltura, bonifiche
− produttori di arredi e interni per auto
− cantieristica per imbarcazioni da diporto
− aziende di filatura e tessitura nel comparto moda
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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− aziende di mangimistica
Questi sono solo alcuni dei prodotti e delle filiere e settori attivabili.
E’ importante infine sottolineare che il programma consentirebbe di attivare finalmente anche una forte ripresa
della canapicoltura italiana, valorizzando a differenza di alcune esperienze recenti, il patrimonio di varietà
italiane nel rispetto della biodiversità. Con questa ripresa si potrebbero promuovere filiere agroindustriali
integrate in diversi contesti territoriali italiani, profilando veri e propri poli specializzati in alcune applicazioni.
b) valorizzazione delle competenze e delle eccellenze presenti nel sistema produttivo e della ricerca.
Il programma proposto si basa sull’esperienza e le indicazioni che i partner hanno desunto – spesso anche con
elaborazione e partecipazione diretta – dai più avanzati progetti sviluppati in anni recenti sulla canapa in Italia e
in Europa: in particolare dal progetto europeo Hemp-Sys (Contract QLKS-CT-2002-01363) e dai progetti italiani
Ecocanapa in Emilia Romagna (2003-2004), Canapone promosso dalla Regione Toscana in seguito a bando
dell’aprile 2004 e dal progetto Sistema 2006 a cui ha collaborato anche Unacoma e condotto nell’ambito del
Progetto Interregionale delle colture No Food, approvato dal MIPAF nel 2006.
Il partenariato del programma comprende al suo interno alcune delle eccellenze sviluppate in questi anni sulla
canapa sia in fase di prototipazione industriale che in fase di ricerca scientifica. Il partenariato ha innanzitutto
una rete stabile di collaborazione con centri universitari e di ricerca quali Università di Udine, Università di Pisa
Dipt Agronomia, Scuola Superiore S.Anna di Pisa, CIN CRA di Bologna e Rovigo, CNR di Torino, Università
La Sapienza di Roma Dipt Ingegneria Aerospaziale che sta organizzando per aprile 2009 la “2nd International
Conferente on Innovative Natural Fibre Composites for Industrial Applications”. Alcuni specialisti di questi
centri sono del resto soci dell’Associazione Chimica Verde e di altre società partner del progetto.
Inoltre collaborazioni col mondo del trasferimento di tecnologia sono in atto da tempo con Unacoma (Unione
Costruttori Macchine Agricole Italiane) che ha anche partecipato con alcuni partner al progetto Sistema 2006,
Tecnotessile la socieà di Ricerca e Trasferimento Tecnologico del comparto tessile pratese nonché partner del
presente progetto, l’Area Science Park di Trieste che ha dichiarato proprio di recente un forte interesse alla
collaborazione nell’ambito delle tematiche agroindustriali e il Centro Ricerche Fiat che ha condotto alcune
ricerche sull’utilizzo delle fibre vegetali nell’industria dell’automotive.
Per quanto riguarda il mondo dell’industria, il partenariato comprende nella sua compagine societaria alcune
aziende leader nel settore della costruzione di macchine agricole e ha avviato, come indicato nel capitolo
precedente, un’ampia rete di relazioni e collaborazioni con aziende di diversi settori di utilizzo finale dei prodotti
della canapa da fibra.
Infine il partenariato vanta un’ampia rete di relazioni col mondo agricolo e il mondo della ricerca in agricoltura
che in questi anni si è interessato alla canapicoltura. Le attività di miglioramento genetico, riproduzione del
seme, sviluppo delle tecniche colturali sono infatti fondamentali per ottenere materie prime sempre migliori sotto
il profilo prezzo/qualità e sempre più idonee a esigenze specifiche degli utilizzatori indutriali
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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Il sistema di collaborazioni prospetta quindi una forte capacità di interrelazione con l’ampio spettro di
competenze necessarie per lo sviluppo di intere filiere agroindustriali
b) valorizzazione delle competenze e delle eccellenze presenti nel sistema produttivo e della ricerca.
Il programma proposto si basa sull’esperienza e le indicazioni che i partner hanno desunto – spesso anche con
elaborazione e partecipazione diretta – dai più avanzati progetti sviluppati in anni recenti sulla canapa in Italia e
in Europa: in particolare dal progetto europeo Hemp-Sys (Contract QLKS-CT-2002-01363) e dai progetti italiani
Ecocanapa in Emilia Romagna (2003-2004), Canapone promosso dalla Regione Toscana in seguito a bando
dell’aprile 2004 e dal progetto Sistema 2006 a cui ha collaborato anche Unacoma e condotto nell’ambito del
Progetto Interregionale delle colture No Food, approvato dal MIPAF nel 2006.
Il partenariato del programma comprende al suo interno alcune delle eccellenze sviluppate in questi anni sulla
canapa sia in fase di prototipazione industriale che in fase di ricerca scientifica. Il partenariato ha innanzitutto
una rete stabile di collaborazione con centri universitari e di ricerca quali Università di Udine, Università di Pisa
Dipt Agronomia, Scuola Superiore S.Anna di Pisa, CIN CRA di Bologna e Rovigo, CNR di Torino, Università
La Sapienza di Roma Dipt Ingegneria Aerospaziale che sta organizzando per aprile 2009 la “2nd International
Conferente on Innovative Natural Fibre Composites for Industrial Applications”. Alcuni specialisti di questi
centri sono del resto soci dell’Associazione Chimica Verde e di altre società partner del progetto.
Inoltre collaborazioni col mondo del trasferimento di tecnologia sono in atto da tempo con Unacoma (Unione
Costruttori Macchine Agricole Italiane) che ha anche partecipato con alcuni partner al progetto Sistema 2006,
Tecnotessile la socieà di Ricerca e Trasferimento Tecnologico del comparto tessile pratese nonché partner del
presente progetto, l’Area Science Park di Trieste che ha dichiarato proprio di recente un forte interesse alla
collaborazione nell’ambito delle tematiche agroindustriali e il Centro Ricerche Fiat che ha condotto alcune
ricerche sull’utilizzo delle fibre vegetali nell’industria dell’automotive.
Per quanto riguarda il mondo dell’industria, il partenariato comprende nella sua compagine societaria alcune
aziende leader nel settore della costruzione di macchine agricole e ha avviato, come indicato nel capitolo
precedente, un’ampia rete di relazioni e collaborazioni con aziende di diversi settori di utilizzo finale dei prodotti
della canapa da fibra.
Infine il partenariato vanta un’ampia rete di relazioni col mondo agricolo e il mondo della ricerca in agricoltura
che in questi anni si è interessato alla canapicoltura. Le attività di miglioramento genetico, riproduzione del
seme, sviluppo delle tecniche colturali sono infatti fondamentali per ottenere materie prime sempre migliori sotto
il profilo prezzo/qualità e sempre più idonee a esigenze specifiche degli utilizzatori indutriali
Il sistema di collaborazioni prospetta quindi una forte capacità di interrelazione con l’ampio spettro di
competenze necessarie per lo sviluppo di intere filiere agroindustriali
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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Sezione 3: descrizione del partenariato
(Riportare le informazioni relative al partenariato proponente):
a) Profilo dei soggetti partecipanti, descrizione delle rispettive competenze ed
esperienze pregresse nelle attività del programma; descrizione delle attività previste
per ciascun soggetto partecipante e indicazione del capitale umano e delle
infrastrutture tecnologiche dedicate al programma (max 2 pagine per soggetto).
Spapperi S.r.l.
profilo La Spapperi S.r.l. con sede in Z.A. fraz. San Secondo, 06010 Città di Castello, ha come oggetto societario
la progettazione, sviluppo e costruzione di macchine agricole ed industriali ed è operante in una nuova sede
sociale da pochi anni inaugurata di 4.000 mq. Ha come organico n. 20 addetti suddivisi nei vari reparti: n. 3
ufficio tecnico (2 consulenti esterni), n. 2 amministrativi (2 studio di consulenza), n. 2 commerciali (2 mandati di
collaborazione mercati nazionali ed esteri) e n. 14 produzione (più stagionali). Nel corso dei 40 anni di presenza
nel mercato, i nostri prodotti, oltre che in Italia, sono stati venduti sia in paesi europei che extra CEE.
Nel settore delle macchine per la canapa, la Spapperi ha già sviluppato un primo prototipo rudimentale di taglio
e raccolta delle bacchette nell’ambito del progetto toscano Canapone promosso dalla Regione Toscana in seguito
a bando regionale dell’aprile 2004, esperienza che le ha consentito di approfondire alcune problematiche relative
al comportamento della canapa in campo e ai problemi di convogliamento, taglio e deposito corretto degli steli.
Attività previste nel progetto Ideazione, sviluppo e prototipazione di un nuovo macchinario per la raccolta della
canapa da fibra tessile. Il programma sarà suddiviso nelle seguenti attività:
A. progettazione telaio e movimentazione macchina Il nostro ufficio tecnico sarà incaricato per primo della
valutazione dimensionale con la progettazione del telaio basato comunque su esperienze e tecnica già maturata
nel settore delle semoventi. Dovranno essere conteggiati le dimensioni, il tipo e le pressioni di lavoro del gruppo
pompa-motore dimensionando la macchina relativamente al peso ipotizzato della stessa tenendo in
considerazione velocità massima in strada, operativa e di attraversamento di pendenze o avvallamenti.
Per questa prima fase di lavora la Spapperi ipotizza di impiegare almeno 2/3 persone dell’ufficio tecnico più
eventuali collaborazioni esterne per un periodo di 6 mesi per preparare il progetto dell’ impianto idraulico per la
movimentazione macchina ed i vari servizi/utenze da utilizzare, preparazione dei disegni in 3D, assemblaggio
virtuale a CAD macchina e sviluppo delle seguenti tavole per la realizzazione.
B. Sviluppo prototipo La finalizzazione del progetto consiste nella costruzione del prototipo di macchina sulla
base delle considerazioni fatte con conseguente prova in campo delle possibili soluzioni tecniche da provare su
diverse condizioni di raccolta al fine di provare la macchina sulle diverse condizioni di lavoro. Per quanto
riguarda lo sviluppo della macchina invece si dovrà lavorare per ottenere un taglio perfetto del fusto in
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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condizioni di lavoro molto disomogenee tra loro. Lo sviluppo della testata infine deve tener conto delle possibili
difficoltà di taglio che possono venire fuori dalla diversa densità di piante presenti e dalle condizioni delle stesse
disposte in maniera più o meno intrecciate.
Per questa fase di realizzazione del prototipo della durata di circa 4 mesi tra ordine, arrivo materiale e montaggio
degli stessi, si ipotizza di utilizzare 2 tecnici + 4 operai al montaggio carpenteria, verniciatura e assemblaggio
impianto idraulico ed elettrico con relativo collaudo coadiuvati anche da collaborazioni esterne.
C. Prove e test del prototipo L’ultima fase, e forse anche la più importante, consiste nel provare, testare e
adattare la macchina alle diverse condizioni nelle quali la stessa si trova ad operare, verificando il funzionamento
o migliorando ove possibile in modo da adottare soluzioni note o innovative per ottenere un prodotto il più
possibile omogeneo, ordinato al fine di rendere successivamente agevole la raccolta in campo.
Tale fase di sviluppo dovrebbe avere una durata variabile dai 2 ai 3 mesi a seconda del tipo di interventi da
attuare.
BioAlter s.r.l.
profilo BioAlter, con sede a Udine, è uno spin-off accademico dell’Università di Udine costituito nel 2007 attivo
nell’ambito della ricerca e dello sviluppo del settore “no food” con particolare riferimento alla coltivazione,
meccanizzazione, lavorazione di colture da fibra per usi industriali (canapa, kenaf e lino). BioAlter si caratterizza
per avere tra i soci le seguenti competenze relative alla ricerca agronomica, sviluppo tecnologico e nel settore
della meccanica agraria e sviluppo industriale:
– Prof universitario e ricercatore del settore disciplinare Agronomia generale e coltivazioni erbacee.
– Prof di Tecnologia e Disegno meccanico;
– Esperto di Impianti industriali nel settore del legno e cellulosa;
– Tonutti S.p.a., azienda leader nel mondo nella costruzione di macchine agricole da fienagione, raccolta e
semina con diversi brevetti internazionali riguardanti la meccanizzazione agricola.
Bioalter, grazie alla collaborazione con l’Azienda Agraria Servadei dell’Università degli Studi di Udine, negli
anni 2007 e 2008 ha messo a coltura ogni anno, per scopi sperimentali, circa 15 ha di canapa e kenaf nella
provincia di Udine. Il 3 luglio 2007 a Bioalter è stato assegnato il “Premio Innovazione per lo Sviluppo
Sostenibile in Agricoltura”. Alla fiera InnovAction di Udine (febbraio 2007) è stato presentato il primo prototipo
di macchina per la raccolta della canapa, frutto della collaborazione tra la costituenda azienda Bioalter e
l’associazione produttori di macchine agricole UNACOMA. A febbraio 2008 alla fiera InnovAction nel
padiglione dell’Università degli Studi di Udine Bioalter ha presentato i prodotti ottenuti dalla prima lavorazione
delle fibre oggetto di ricerca, e in novembre 2008 l’Azienda è stata ospite con la propria macchina per la raccolta
ad EIMA 2008, nel padiglione riservato alle innovazioni. Nel corso dei primi due anni di attività l’azienda ha
svolto numerose prove sulle macchine e sui materiali presso le proprie sedi operative di Premariacco e di
Sant’Osvaldo (Ud). Recentemente a Bioalter è stato riconosciuto un contributo finanziario sulla legge LR 4/2005
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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del Friuli Venezia Giulia (progetto di sviluppo competitivo per la lavorazione delle fibre vegetali) ed è stato
concluso anche l’iter burocratico per il riconoscimento ufficiale della Azienda come centro di prima lavorazione
delle colture da fibra ed energetiche. Bioalter è associata alla H.I.A (Hemp International Association) di San
Francisco (CA) Usa.
Attività previste nel progetto Sviluppo di una nuova macchina per la raccolta della canapa da fibra tecnica,
integrante le fasi di taglio, decorticazione e rotopressatura. Bioalter interverrà prevalentemente con competenze
relative al settore della meccanica agraria in parte presenti nella società e in parte messe a disposizione dalla
Azienda Tonutti S.p.a., facente parte della compagine aziendale. Il programma sarà suddiviso nelle seguenti
attività:
A. Ideazione e sviluppo di soluzioni innovative a livello del taglio, separazione in campo delle fibre,
compattazione del materiale (pressatura sfibrato prima di ricadere a terra) finalizzate alla riduzione dei costi,
al miglioramento della qualità dei prodotti finali al miglioramento delle rese. Tempo 8 mesi con due esperti
interni e due consulenti esterni;
B. Raffronto in campo di due sistemi diversi di raccolta per verificare l’idoneità della macchina alle diverse
epoche e caratteristiche della coltivazione in campo e migliorarne le prestazioni. Saranno prese in
considerazione due principali metodologie per l’essiccamento, la macerazione in campo, la raccolta e i
trattamenti del prodotto:
1) taglio delle piante a fine ciclo (agosto-settembre), essiccazione e macerazione a terra per la durata di
circa un mese (la biomassa richiede uno o due rivoltamenti con ranghinatore), raccolta, sfibratura e
rotoimballatura contemporanee con macchina Bioalter in fase di sviluppo provvista di una adeguata
testata di raccolta;
2) raccolta, sfibratura e rotoimballatura contemporanee delle piante preventivamente lasciate essiccare e
macerare in campo in piedi (ottobre dicembre) utilizzando la macchina Bioalter in fase di sviluppo
provvista di barra falciante.
C. Analisi dei principali aspetti tecnici della filiera fibre industriali Saranno, inoltre, messi a punto i principali
aspetti tecnici della filiera fibre per usi industriali quali:
1) individuazione delle cultivar più idonee agli specifici impieghi industriali e valutazione per ciascuna
tipologia di prodotto la specifica idoneità alla combinazione con i biopolimeri.
2) ottimizzazione dei parametri di lavorazione in campo (caratteristiche dimensionali delle fibre in
relazione alla destinazione e utilizzazioni finali) tempi di lavoro, consumi energetici, ecc. per la
stesura di bilanci energetici ed economici .
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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3) organizzazione agronomica e logistica delle filiere “fibre per usi industriali” in collaborazione con
agricoltori, singoli od associati.
Allo scopo si prevedono coinvolgimenti e collaborazioni con Istituti di ricerca locali (Università di Udine
che ha maturato una grossa esperienza nel settore), con aziende del settore delle macchine agricole e con la
loro Associazione nazionale (UNACOMA) e con realtà dell’industria del legno della Regione Friuli Venezia
Giulia.
Assocanapa s.r.l.
profilo Assocanapa srl con sede legale in Via Donizetti n.4, 10022 Carmagnola (TO) è stata costituita su
iniziativa di Assocanapa Coordinamento Nazionale per la Canapicoltura in Italia e ha per oggetto sociale, tra le
altre attività, la lavorazione e/o produzione in proprio o per conto di terzi di semilavorati o prodotti finiti
costituiti perlomeno in parte da canapa o altre materie prime di origine vegetale anche in mescolanza con altri
materiali e la progettazione, messa a punto, produzione in ogni sua fase e successiva commercializzazione di
attrezzature e macchine per la lavorazione della canapa e di altri prodotti agricoli, di macchine e dispositivi di
automazione e controllo industriale, di processi per la lavorazione della canapa e di altre materie prime di origine
vegetale e non. E’ stata riconosciuta come primo trasformatore di canapa con atto della Regione Piemonte nel
luglio 2006, con stabilimento alla sede di Via Morello n.2A, 10022 Carmagnola. Ha costituito, insieme ad
importanti realtà economiche toscane, la Canapone s.r.l., società agricola con sede in Scarlino (GR) nel 2004.
E’ partner nell’Azione Pilota relativa alla coltivazione, trasformazione e commercializzazione della canapa a
scopi produttivi e ambientali: sviluppo della filiera agroindustriale della canapa da fibra in Toscana”
coordinata da Canapone srl e finanziata con contributo dell’ARSIA della Regione Toscana (L.R. n.3/2003)
Nell’ambito di tale progetto, triennale, attualmente in fase di chiusura, in particolare ha assunto la responsabilità
di: Progettazione e realizzazione prototipi (attrezzature e macchinari) idonei alla raccolta del seme di canapa e
Prima riproduzione delle sementi selezionate, e ha collaborato con CRA-ISCI di Bologna e Canapone alla
Progettazione di prototipi idonei alla raccolta delle bacchette di canapa. E’ partner nel progetto interregionale No
Food. Nel 2008 ha ottenuto insieme al CNR IMAMOTER il finanziamento della Regione Piemonte per il
progetto “CANAPA: da una pianta antica, materie prime per industrie moderne” finalizzato alla messa a norma
di un primo prototipo di sfibratrice leggera.
Attività previste nel progetto Ideazione, sviluppo e prototipazione di un impianto di prima trasformazione di
rotoballe di canapa e per l’esecuzione di trattamenti di base sui materiali ottenuti.
Il programma sarà suddiviso nelle seguenti attività:
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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A. ricognizione delle esperienze e delle innovazioni nella lavorazione meccanizzata della canapa e di altre piante
con fibra lunga a elevata resistenza (juta, kenaf, ginestra). Il monitoraggio proseguirà per l’intero arco del
programma;
B. analisi e definizione delle soluzioni ottimali per le singole lavorazioni e del lay out di massima dell’impianto,
comprensivo di tutti gli stadi della lavorazione/moduli, dalla presa in carico delle rotoballe di paglie di canapa
allo stoccaggio/condizionamento dei materiali ottenuti. Primi 6 mesi;
C. sviluppo del prototipo di impianto per moduli successivi. Lo sviluppo per moduli consentirà di testare diversi
tipi di materiale (varietà, stadi di maturazione e macerazione ecc.) e regolare le macchine con ottimizzazione dei
processi, dei consumi energetici e dell’impiego di risorse umane. Si partirà contemporaneamente con la
realizzazione dei primi due moduli (alimentazione, prima separazione) mentre si prevede di aggiungere il terzo
modulo (vaglio) nel secondo anno e gli altri moduli (ulteriore raffinazione della fibra e captazione e raffinazione
delle polveri e stoccaggio) nel terzo anno. Analisi e definizione, da parte del CNR IMAMOTER delle tecniche e
dei dispositivi di sicurezza;
D. definizione del progetto esecutivo dell’impianto, che sarà completato dal CNR IMAMOTER con la messa a
norme per la successiva omologazione.
Per l’attuazione del programma Assocanapa srl impiegherà:
• 1 perito agrario esperto in materia di coltivazione e lavorazioni antiche e moderne della canapa con
compiti di direttore del cantiere e di responsabile del progetto
• 1 ingegnere meccanico esperto in macchinari per la lavorazione delle fibre per produzione di biofeltri e
pannelli morbidi
• 1 perito industriale esperto in macchinari per la lavorazione delle fibre tessili
• 1 geometra esperto in macchinari agricoli
• 2 operai per la movimentazione dei materiali di canapa e la conduzione dei macchinari
• 1 personale esperto in informatica e meccanica agraria
• 1 personale per lo svolgimento delle attività amministrative necessarie.
I lavori di montaggio/smontaggio, assemblaggio/disassemblaggio, raccordo, modifica di pezzi, costruzione di
nuovi pezzi sanno eseguiti da ditte locali specializzate nella costruzione di macchine agricole le quali
provvederanno mediante uffici tecnici interni o esterni alla progettazione di raccordi, modifiche di macchinari
esistenti, nuovi pezzi. Per lo svolgimento del programma è da prevedere l’acquisto per il successivo adattamento
di macchinari già esistenti in commercio, anche usati purché in buono stato, come srotolatori, gruppi trincia,
carde, molini.
CNR – IMAMOTER
profilo l’Istituto per le macchine agricole e movimento terra (IMAMOTER) nasce nel 2002 ed eredita la
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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tradizione di due entità precedenti: l’Istituto per le macchine movimento terra e i veicoli fuoristrada
(CEMOTER) e l’Istituto per la meccanizzazione agricola (IMA). La sua missione si concentra nella ricerca,
promozione e divulgazione di conoscenze in aree di interesse primario (ma non esclusivo) per le macchine
agricole e movimento terra. Le attività di ricerca svolte dall’Istituto – pur tenendo conto che l’integrazione dei
due organi originari è in sviluppo – sono articolate in un insieme di progetti di breve e medio termine su 5 linee
principali:
– macchine e loro sottosistemi, con una particolare enfasi posta sulle trasmissioni a fluido e sui sistemi di
controllo degli organi di lavoro e locomozione;
– ottimizzazione delle prestazioni acustiche e vibrazionali delle macchine agricole e movimento terra o di loro
componenti, nonché miglioramento del comfort dell’area di lavoro dell’operatore;
– meccanizzazione a basso impatto ambientale su colture, terreno, acqua e aria;
– sperimentazione di innovazioni nella meccanizzazione agricola con particolare attenzione alla sicurezza, al
comfort e alla qualità del lavoro;
– normativa sulle macchine agricole e movimento terra – proposizione, applicazione e validazione di nuove
norme a livello nazionale, europeo e internazionale, relative alla costituzione e alle prestazioni delle
macchine.
Inoltre l’istituto svolge servizi per committenza esterna, in particolare prove OECD dei trattori, prove ROPS e
FOPS delle strutture di protezione delle macchine movimento terra, prove di vibrazione di sedili, prove di
sicurezza di macchine agricole. Imamoter inoltre mantiene una rete di collaborazioni stabili
– col mondo accademico nazionale e straniero, tra cui l’Università di Ferrara, l’Università di Modena e
Reggio Emilia, l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università di Ancona, l’Università Monash
di Melbourne, l’Università di Monaco di Baviera e l’Università di Amburgo;
– con numerose aziende dei vari settori produttivi riferiti a macchine e loro componenti, dalla grande industria
(per esempio Case New Holland) alla piccola e media industria. In alcuni casi le collaborazioni riguardano
associazioni di aziende, tra cui l’Unacoma e l’Arproma per le macchine agricole e l’Assofluid per i
componenti oleodinamici. I relativi rapporti sono ad ampio spettro e riguardano ricerca, servizi e
formazione;
– con reti tematiche internazionali, tre delle quali coinvolgono in particolare l’Istituto: la FENET – Finite
Element NETwork (che riguarda la promozione delle applicazioni industriali dei metodi numerici a elementi
finiti), la FPNI – Fluid Power Net International (che riguarda la promozione della ricerca e delle
applicazioni nel settore dei sistemi oleodinamici) e la TechNet Alliance (che riguarda la distribuzione di
prodotti di alta tecnologia).
Attività previste nel progetto L’istituto collaborerà alla ideazione e sviluppo del prototipo di impianto proposto
da Assocanapa srl con particolare riguardo agli aspetti della sicurezza e della conformità alle norme tecniche
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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applicabili. L’istituto, sarà coinvolto nel progetto tramite il gruppo Sicurezza, Qualità e Normazione, composto
dalle seguenti figure professionali:
– un responsabile del gruppo, con esperienza comprovata da diverse pubblicazioni tecniche e rapporti di
ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel campo della meccanica agraria. Ispettore Enama, e figura
di rilievo nel campo della normazione delle macchine agricole e della sicurezza delle macchine agricole..
– un ingegnere esperto nel campo della sicurezza delle macchine agricole, ispettore in addestramento
dell’ENAMA ed esperto di normazione delle macchine agricole.
– un laureando in Scienze e Tecnologie Agrarie, specializzato nel campo agronomico produttivo e nel campo
della sicurezza delle macchine agricole, esperto nel trattamento informatico dei dati.
– un dottore in Scienze e tecnologie Agrarie, esperto nel campo agronomico produttivo agricolo e nel campo
della sicurezza delle macchine agricole.
Principali attività dell’Istituto nella realizzazione del prototipo saranno:
A. individuazione di dispositivi, ripari, procedure che permettano al prototipo di operare in sicurezza ed
efficienza
B. verifica della conformità alle norme tecniche applicabili e assistenza alla marcatura CE del prototipo
CORMATEX s.r.l.
profilo Cormatex, con sede a Montemurlo nell’area tessile situata a ridosso della città di Prato, è un costruttore di
macchine tessili che opera sui mercati internazionali dal 1938. Grazie a una mirata strategia di acquisizioni
introdotta dalla nuova direzione della azienda a partire dal 1978, Cormatex ha nel tempo ampliato e diversificato
la sua produzione divenendo oggi una azienda leader in campo internazionale. Cormatex opera con un sistema di
costruzione tradizionalmente molto flessibile impiegando tecnologie avanzate per il controllo della qualità dei
componenti meccanici ed elettrici e per i test di collaudo del macchinario. Attualmente il giro di affari della
Cormatex è ripartito tra il settore della filatura ed il settore dei tessili tecnici. Sono state costituiti due appositi
dipartimenti in grado di seguire appropriatamente lo sviluppo delle nuove linee di prodotti:
– Dip. Filatura cardata: impianti di egiarratura, preparazione, cardatura e filatura di fibre laniere e fibre nobili
(sistema cardato). Attualmente la ricerca Cormatex è concentrata su la messa a punto del sistema di cambio,
caricamento e avviamento automatico delle bobine per le filande elettroniche, dopo aver completato la
riprogettazione secondo nuovi criteri costruttivi delle linee di cardatura;
– Dip. Tessuti nontessuti: Apertura, preparazione, cardatura, faldatura, Airlay e quindi taglio e
arrotolatura di ovatte, feltri e tessili tecnici. La macchina Airlay dispone di un nuovo sistema brevettato per il
controllo della pressione e della densità delle fibre su tutta l’altezza di lavoro.
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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Inoltre l’azienda opera con un Dip. Filatura pettinata e semi-pettinata che include Impianti completi per
l’apertura e la mischia delle fibre e Carde per la produzione di nastro-carda (tops) di fibre naturali, artificiali e
sintetiche.
Cormatex opera da anni in collaborazione con noti costruttori italiani di tecnologie per nontessuti e con il
supporto tecnologico di esperti del settore nella progettazione e realizzazione di impianti completi per:
– Feltri, ovatte e geotessili da fibre vergini e rigenerate per l’industria automobilistica, arredamento,
calzaturiera, agricola, etc.
– Nontessuti e ovatte da fibre sintetiche (incluso microfibre) per arredamento, abbigliamento, industria
automobilistica e aereonautica, filtrazione, geotessili, etc.
– Prodotti airlaid per isolamento termo-acustico.
Principali mercati di Cormatex sono: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, U.S.A., Canada, Messico, Cina,
Mongolia, Taiwan, Corea, Brasile, Argentina, Romania, Bulgaria, Ungheria, Marocco, Tunisia, Algeria, Turchia,
Russia, Egitto.
Next Technology Tecnotessile
profilo Next Technology Tecnotessile, sede legale e operativa a Prato, via del Gelso 13, è una società di ricerca e
servizi alle imprese che opera da oltre 30 anni mettendo a disposizione delle imprese le proprie competenze
tecnico-scientifiche e i propri laboratori al fine di affrontare le problematiche della ricerca e del trasferimento
tecnologico nell’industria manifatturiera, in particolare nei settori tessile-moda e meccanotessile. Il capitale
sociale è detenuto per il 60% da aziende tessili e meccanotessili italiane e per il restante 40% dal Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Le linee di ricerca condotte da Next Technology Tecnotessile si concentrano su due fronti: l’innovazione del
settore tessile nei comparti tradizionali della Moda,
nuove applicazioni e diversificazioni dal tessile tradizionale.
Le aree di competenza della società sono: tecnologia tessile in senso proprio, dalle materie prime ai prodotti
finiti, progettazione meccanica di dispositivi, macchine e sistemi, sperimentazione di macchine e processi tessili,
con il supporto interno dei laboratori tecnologico e chimico, formazione di tecnici e specialisti, sviluppo di tessili
per impieghi tecnici, testing sui prodotti tessili. La struttura possiede consolidata esperienza nell’ambito della
ricerca sui materiali e su loro modifiche superficiali.
All’interno dei laboratori di NTT operano 15 ricercatori specializzati in diverse aree afferenti i vari aspetti
dell’innovazione tecnologica per il settore: Tecnologie tessili, processi chimici e trattamenti di finissaggio,
Automazione industriale ed applicazioni software, Tecnologie per l’ambiente (in particolare per il trattamento
delle acque reflue industriali), Testing di laboratorio, Formazione:
I campi di ricerca principali su cui la Società è impegnata attualmente, riguardano:
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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– Prodotti e materiali tessili per impieghi tecnici;
– Prodotti con specifiche proprietà e funzioni (antifiamma, antibatterico, conducibilità elettrica, ecc.) e
sviluppo di nuove tecnologie di processo (nanotecnologie, biotecnologie, plasma, UV, ecc.).
– Tessili protettivi per la sicurezza e il benessere della persona;
– Tessili per impieghi nel settore ospedaliero e biomedicale;
– Processi e sistemi per la tracciabilità del prodotto e per l’anticontraffazione;
– Processi a basso impatto ambientale e trattamento acque.
Per quanto riguarda la fibra di canapa, TNT ha partecipato a due progetti della Regione Toscana: progetto
Toscanapa, coordinato da Fibranova srl (2003) e progetto Canapone, coordinato da Canapone srl (2005-07), col
ruolo specifico di realizzare prove qualitative sulla fibra e di collaborare alla fase di pettinatura e filatura della
canapa e con prove di nuove tecniche per la macerazione controllata della fibra di canapa.
Attività previste nel progetto NTT dispone di laboratori e sale prova altamente specializzati per il settore tessile,
dotati di strumentazioni all’avanguardia e in grado di effettuare le caratterizzazioni principali dei prodotti del
ciclo produttivo; NTT sfrutterà le proprie risorse per sperimentazione delle soluzioni innovative del progetto,
sfruttando la propria capacità di conciliare le competenze nelle analisi chimico-tecnologiche con le competenze
tecnico-specialistiche del personale ricercatore. In particolare:
– costruzione, in collaborazione con ***, dei sistemi prototipali;
– esecuzione di prove di laboratorio per il controllo di prodotto e per il monitoraggio della sperimentazione.
Tutti gli strumenti e le competenze disponibili saranno a disposizione per lo sviluppo dei nuovi materiali, e le
caratterizzazioni previste.
Promover srl
Promover srl è una società di consulenza operante nel terziario avanzato attiva dal 1989, è
organizzata in un network di oltre 65 consulenti, esperti nei più importanti settori merceologicomanifatturieri
(alimentare, sistema moda, metalmeccanica) dello I.C.T. e di area aziendale
(marketing, amministrazione, produzione). E’ presente con i suoi esperti in quattro regioni: Sicilia,
Calabria, Campania, Umbria. Ha collegamenti operativi con società e centro studi specializzati,
operando con uno staff di due partners e una segreteria operativa. In questi anni di attività la
qualità degli interventi e le soluzioni attuate per i clienti costituiscono la testimonianza e la
garanzia di una struttura consolidata, altamente professionale per start-up di impresa,
ammodernamenti, ampliamenti e riconversioni di linea.
I servizi offerti
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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• Studi di fattibilità secondo lo schema: sostenibilità ambientale e/o di scenario; sostenibilità
economico-finanziaria; sostenibilità verso gli adempimento buro-amministrativi. Prima verifica della
missione del cliente anche in rapporto ai finanziamenti agevolati.
• Progetto di impresa: ricerca di marketing e business plan.
• Assistenza nella gestione comparata budget/consuntivo/outlook
• Approntamento del sistema qualità e relativa certificazione ISO, IMQ,E
• Assistenza e consulenza nella gestione operativa delle tre aree aziendali: amministrazione,
produzione, marketing.
• Pianificazione di marketing strategico
Promozioni:
– partecipazioni a manifestazioni fieristiche, organizzazione di meeting, work shop;
– realizzazione di una campagna di comunicazione, con progettazione di visual ;
– attivazione di un ufficio stampa, strumento di promozione dell’immagine aziendale e punto
strategico di intermediazione tra l’azienda e i mezzi di informazione;
– utilizzazione di strumenti di marketing diretto, quali mailing postale, e-mailing, bannering, call
center;
– programmazione e gestione della partecipazione ad eventi fieristici di rilievo;
– indicizzazione pagine di settore e informatica e connessi nei mercati di riferimento (motori di
ricerca);
– organizzare workshop o eventi per il target di riferimento o altre categorie influenti nei
confronti del target;
– selezione e formazione dei customizzatori di Lookout nei mercati di riferimento (customer
satisfaction);
– realizzazione di una brochure multi lingue;
– coordinare le attività descritte; ideare e progettare i materiali di comunicazione, fornire
consulenza, assistenza in fase di produzione, controllo qualità e regolare esecuzione;
– ricerche di mercato, anche finalizzate alla “customer satisfaction” ed a “product test”;
– progettazione di reti di vendita;
– realizzazione di siti e portali. Servizi di commercio elettronico, pagamento on line, cataloghi on
line, sistemi ad hoc per facile aggiornamento del sito, gestione di portali, web marketing,
sistemi di VRML, percorsi virtuali;
– ideazione di loghi e marchi, realizzazione immagine coordinata, brochure istituzionali,
cataloghi, flyer, manifesti, locandine, pubblicazioni (giornali, riviste, libri), packaging,
ideazione stand;
– analisi di mercato, strategie di marketing, strategie di comunicazione, ideazione e realizzazione
campagne pubblicitarie, media planning, mailing, direct marketing, promozioni, merchandising;
– spot televisivi, documentari industriali, istituzionali e promozionali, spot radio, riprese di eventi,
video CD, DVD con menù interattivi, CD rom, video streaming animazioni 3D;
– realizzazione di siti e portali; servizi di commercio elettronico, pagamento on line,cataloghi on
line,sistemi ad hoc per facile aggiornamento del sito,gestione di portali, web marketing,sistemi
di VRML,percorsi virtuali.
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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Le attività indicate potranno essere sviluppate nell’arco temporale di 10 mesi circa.
Ricerche sul prodotto: acquisizione di Know how su nuovi software.
Pubblicità: pubblicità istituzionale su riviste specializzate; pubblicità di innovazione di
software, con riferimenti a bench mark di confronto immediato (percezione del plus).
Vendita attiva: Analisi della clientela potenziale; organizzazione della rete di vendita;
implementazione della rete esistente (ricerca agenti, selezione, formazione, affiancamento).
Elaborazione del piano di marketing inteso come insieme delle scelte e delle azioni che
l’Azienda intende intraprendere per raggiungere i propri obiettivi di penetrazione del mercato.
Pertanto sarà fondamentale la fase di Analisi delle caratteristiche della domanda e delle sue
tendenze per definire la Progettazione del Piano di Marketing.
Gli aspetti su cui porre particolare attenzione potranno essere:
 Studio del prezzo
 Qualità del servizio
 Rete di distribuzione
 Campagna di comunicazione e pubblicitaria
 Monitoraggio dell’efficacia delle azioni
 Tipologia di servizio Analisi delle combinazioni prodotti-mercati- tecnologie e
definizione dell’Area Strategica di Affari.
• Pianificazione e gestione del marketing mix
• Pianificazione generale:
– Organizzazione e gestione risorse umane
– Sicurezza e ambiente di lavoro
– Sistemi qualità e ambiente
– Pubblica Amministrazione
Associazione CHIMICA VERDE BIONET
Profilo Chimica verde Bionet è un’associazione apolitica, apartitica e senza fini di lucro che, per statuto,
persegue finalità di ricerca, trasferimento tecnologico e scientifico, divulgazione e applicazione delle innovazioni
nel settore della Chimica Verde. Fondata nel Marzo 2006, l’associazione Chimica verde ha lo scopo di
promuovere e sviluppare, secondo criteri ecologici, la ricerca e l’applicazione industriale e commerciale di
materie prime di origine vegetale in diversi settori tra i quali: Colture da fibra, Biolubrificanti, oli tecnici,
tensioattivi, Bioplastiche e biopolimeri, Materie prime rinnovabili per la chimica fine.
In particolare, rispetto ai settori indicati “Chimica verde Bionet” promuove e realizza attività di organizzazione
di filiere agroindustriali, di progetti di ricerca e dimostrativi, consulenza scientifica agroindustriale e sviluppo e
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promozione di sinergie tra gli associati e divulgazione presso scuole, aziende e categorie economiche,
amministrazioni pubbliche e grande pubblico in generale
L’associazione è organizzata in un nucleo di soci fondatori formato da ricercatori pubblici afferenti al CRA-CIN,
al Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema (DAGA) dell’Università di Pisa, all’Università di
Udine, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e all’associazione ambientalista Legambiente. L’associazione
comprende numerosi soci sia come imprese pubbliche e private (Chimont International SpA, SpringColor srl,
Houghton SpA, CIA Confederazione Italiana Agricoltori, ICEA Istituto certificazione etica e ambientale, Italcol
spa, Eurotex srl; Triumph Italia SpA; Novamont SpA, Karuna srl i; Natureworks llc, Assocanapa srl) che come
singoli esperti del mondo dell’università e della ricerca (in particolare nel settore delle colture da fibra: Romano
Giovanardi – Univ.Udine, Enrico Bonari – SSSUP, Luciana Angelini – Univ.Pisa, Giampaolo Grassi – CIN
CRA Rovigo). I soci di “Chimica verde Bionet” hanno partecipato attivamente a diversi progetti italiani relativi
alla canapa, tra cui: prog. Canapone della Regiona Toscana, prog. Interregionale No Food filiera canapa per usi
industriali, prog. “Olicanto-Olio di canapa toscano” di Arsia Regione Toscana, prog. “CANAPA: da una pianta
antica, materie prime per industrie moderne” della Regione Piemonte.
Attività previste nel progetto Ricerca e analisi di mercato delle nuove filiere agroindustriali connesse alle fibre
vegetali e delle innovazioni di prodotto, coordinamento e animazione di filiere sperimentali, promozione e
divulgazione dei risultati del programma. Il programma di ricerca coinvolgerà 7 persone a contratto (5 ricercatori
senior, in prevalenza soci individuali o appartenenti alle imprese associate a Chimica Verde Bionet, un
divulgatore e un amministrativo) e sarà suddiviso nelle seguenti attività:
A. Ricerca e analisi delle filiere agroindustriali attivabili e dei prodotti innovativi. L’analisi sarà condotta a
livello internazionale e nazionale tramite vari strumenti: letteratura tecnico-scientifica, seminari internazionali,
visite a impianti in alcuni Paesi stranieri (es. Germania e Canada), interviste a operatori del settore. Durata: 18
mesi
B. Analisi economica delle filiere individuate. Indagine sui mercati e sui prezzi dei prodotti innovativi, analisi
della catena del valore e dei fattori remunerativi della filiera, dalla fase agricola all’utilizzo industriale finale,
analisi dei co-prodotti della filiera e dei relativi mercati. La ricerca sarà condotta in parziale sovrapposizione con
la fase A e avrà durata complessiva di 20 mesi
C. analisi delle specifiche di prodotto e dei relativi costi di produzione. Per i prodotti individuati, in
collaborazione coi partner industriali del programma, verranno analizzate le relative specifiche e l’eventuale
impatto a livello di prima trasformazione e dei sistemi in progettazione nel programma. Verrà altresì condotta
l’analisi dei costi industriali e l’analisi di fattibilità economica per i vari segmenti della filiera, compresi i
rispettivi co-prodotti (es. fibre di scarto, polveri ecc,). Durata: 16 mesi in sovrapposizione con parte finale di B
D. attivazione e animazione di filiere sperimentali. Individuazione di partner esterni potenziali per l’avvio di
filiere sperimentali e organizzazione di tavoli di filiera per un’analisi congiunta dei prodotti-mercato, la
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valutazione delle rispettive esigenze tecniche ed economiche e l’individuazione di possibili collaborazione intra
o inter-filiere. Durata: 24 mesi in parallelo con fasi B e C
E. promozione e divulgazione dei risultati intermedi e finali del programma. La promozione prevede in
particolare l’organizzazione di giornate dimostrative in due località italiane e la partecipazione a mostre e fiere
specializzate con apposito stand e organizzazione di seminari anche durante lo svolgimento del programma (es.
EIMA 2010) per presentare primi risultati ed eventuali prototipi del programma.
b) struttura organizzativa del partenariato e indicazione delle modalità di collaborazione per la
realizzazione del programma (max 3 pagine).
Il partenariato si costituisce in A.T.I. (associazione temporanea di impresa) con atto notarile, una
volta che il progetto sia stato ammesso ai finanziamenti. Esso è composto dai seguenti N.9
soggetti, con i curricula che andiamo ad allegare al progetto.
SI ALLEGANO LE SCHEDE DEI PROFILI AZIENDALI E PROFESSIONALI, MAX. 2 PAGINE, PER
CIASCUN PARTECIPANTE
I ruoli dei soggetti al partenariato sono i seguenti
 “Referente del partenariato” , con il compito di raccogliere e coordinare la documentazione
di tutti i soggetti partecipanti e di tenere i rapporti con il Ministero: Promover srl
 Organismo di ricerca : Chimica Verde e Università di Roma La Sapienza
 Referente e primo proponente della costituenda A.T.I. per la realizzazione del progetto:
Promover s.r.l.
 Imprese di supporto allo start up nelle aree della produzione, amministrazione e
marketing.
b) Struttura organizzativa del partenariato e indicazione delle modalità di
collaborazione per la realizzazione del programma (max 3 pagine).
(Tabella funzionale e delle competenze dei componenti della struttura organizzativa (vedi excel
foglio 4)
Struttura organizzativa
Sarà caratterizzata da un’ATI (Associazione temporanea di impresa) che verrà costituita formalmente
per atto notarile quando il progetto sarà ammesso ai finanziamenti del decreto del Made in Italy . A
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quel momento essa sarà organizzata secondo uno schema gerarchico funzionale, prodromico
all’eventuale innovazione di impresa costituita “ad hoc” per realizzare lo start up ed il consolidamento
della strategia aziendale prevista . La struttura organizzativa dell’A.T.I. sarà la seguente:
 Divisione del lavoro e specializzazione delle competenze e funzioni secondo ”compiti” legati
a criteri logici e tecnici; Verranno assegnati dei compiti ai partner legati alle ”posizioni
organizzative”, ossia ai ruoli definiti all’interno del partenariato (vedi allegato foglio 4) ; i
compiti assegnati ad una posizione costituiscono le sue ”mansioni” nell’assegnazione di una o
più persone a ciascuna posizione, creando così gli ”organi” del partenariato.
 ”Grouping”: Il ”grouping” consiste nel raggruppamento degli organi, secondo un determinato
criterio, in ”unità organizzative” alle quali è generalmente preposto un ”organo di comando” (il
”responsabile” tecnico dell’ATI). Nella pratica, le unità organizzative nelle quali si articola il
partenariato si identificano come sezioni” dell’unità centrale del partenariato che fa capo al
mandatario dell’ATI.
 Gerarchia : ai vari livelli di raggruppamento corrispondono livelli di autorità, esercitata
dall’organo di comando (”superiore”) nei confronti degli organi del livello immediatamente
inferiore (”subordinati”) che, a loro volta, possono essere organi operativi o organi di comando
di unità organizzative. L’insieme di queste relazioni di autorità costituisce la ”gerarchia”
aziendale. Prevediamo un unico ”livello gerarchico” costituito dagli organi di pari grado,
collocati lungo la linea gerarchica, che non dipendono gerarchicamente gli uni dagli altri, ma
fanno capo al mandatario dell’ATI .Pertanto avremo un struttura organizzative ”piatta” con un
ridotto numero di livelli gerarchici tale da comportare costi contenuti , avendo meno posizioni
manageriali da retribuire; inoltre la minore distanza tra vertice dell’ATI e organi operativi
velocizza e rende più tempestivi i processi decisionali e di comunicazione, evitando anche
distorsioni interpretative. Di contro, le strutture alte consentono un più efficace controllo dei
superiori sui subordinati, in correlazione ad un più ristretto ambito di controllo.L’adozione
delle tecnologie informatiche tenderà a favorire l’adozione di strutture più piatte, perché rende
più facile e meno costoso il controllo a distanza ma anche l’autocontrollo da parte
dell’operatore, al quale possono essere lasciati margini più elevati di autonomia decisionale.
 Meccanismi di coordinamento. Il ”coordinamento”, ricoperto da Promover srl avrà un ruolo
complementare alla divisione del lavoro e dei compiti dei soggetti del partenariato, avendo lo
scopo di:
• armonizzare le decisioni e le attività degli organi e delle unità organizzative, tra loro e
con gli obiettivi dell’ATI ;
• assicurare la fluidità delle attività, senza interferenze o disallineamenti temporali;
• eliminare la variabilità dei comportamenti, ove non sia desiderabile;
• sviluppare i rapporti dell’ATI con il Mise per rendere lineare e senza intoppi burocratici
la gestione dell’istruttoria relativa alla rendicontazione delle fasi progettuali ed alla
relativa liquidazione dei costi sostenuti, anche mediante una osservanza del capitolato
del bando di gara.
 Delega e decentramento.: con la ”delega” verranno trasferiti poteri decisionali e delle
corrispondenti responsabilità dall’organo che ne è inizialmente investito (”mandatario
dell’ATI”) ad un altro organo (”mandante ”). Il decentramento sarà: ”verticale”, in quanto i
poteri sono trasferiti ad un organo di ”line” subordinato nella gerarchia; riguarda normalmente
decisioni per l’implementazione degli obiettivi aziendali;
 Il diagramma della struttura sarà il seguente:
Promover srl- Proposta di massima per “nuove tecnologie per il made in Italy” Innovazione canapa.
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Nel caso di ammissione del progetto esecutivo ai finanziamenti fra i componenti del presente
partenariato verrà costituita un ‘ATI per la sua realizzazione.
Perugia, novembre 2008
Il referente del programma
PROMOVER SRL
L’Amministratore Unico
Dr. Rino Fruttini
Recapito
PROMOVER SR
VIA ABRUZZO 33
06122 PERUGIA
Tel-Fax 0755721993-5715261- info@promover.it
Promover srl
Referente del
programma
Imprese industriali
della produzione.
Mandanti dell’ATI
Imprese del
terziario avanzato
Mandanti dell’ATI:
Referente Scientifico
Distam …………..
Promover srl
Coordinamento
dei sal e start up.
Gestione della
ricerca di MKT
Assocanapa-
Chmica verde-
Imamoter CNR