IL FLATUS VOCIS, SIBILATIONIS:  DEL FISCHIO, DI STRUMENTI A FIATO, PIFFERI, CORNETTE, SAX, OCARINA

IL FLATUS VOCIS, SIBILATIONIS:  DEL FISCHIO, DI STRUMENTI A FIATO, PIFFERI, CORNETTE, SAX, OCARINA

L’autore in cerca del tema del nuovo libro, non solo da sviluppare; sarebbe troppo puerile, il termine e il concetto. Ma in cerca di confezionarlo con una trama confidente ed avvincente; non solo; ma di vitalizzarlo di personaggi che sappiano sollecitargli l’attenzione, la curiosità di vederlo all’opera; e così immedesimarsi nelle sue pene , ma non del solito amore da settimanali della serie del Grand Hotel, si sarebbe detto un tempo. Eppure  farne proprie, le gioie della sua vita presente e delle ambizioni future. La spossatezza della vita deriva soprattutto dall’altalena del fenomeno di sfere e circonferenze , di rotazioni e rivoluzioni, non solo di astri e pianeti. In fondo l’uomo, in questa bagarre di fenomeni , e mai che nessuno sia uguale all’altro, cosa può fare se non adattarcisi con tutte le forze e le intelligenze possibili. Hai voglia a dire.: “datemi una leva che vi solleverò il mondo”. Questa non è la sede per fare scoperte, o sperimentarne il valore; come ad esempio quella sulla relatività di Einstein che tradotta in soldoni significa che tutto ciò che risponde alla nostra realtà dei sensi, in realtà è quello che percepiamo come reale.  L’automobile che ci sorpassa, per esempio, a volte sembra lenta in modo esasperante, perché mantiene la stessa velocità dell’auto che stiamo guidando. Compresi molto bene il concetto di relatività quando, in fase di applicazione delle teorie del marketing   su un messaggio pubblicitario di una marca di un prodotto da lanciare sul mercato, venne ben definita la sequenza dello spot per misurarne l’efficacia della comunicazione. Studiare uno slogan che può apparire accattivante, pregno di una metafora avvincente è poca cosa se la sua ricezione, si trasforma in una percezione scarsa e poco convincente. E’ da pochi anni, da quando la temperatura media della terra sta lievitando, con punte estive inconsuete, che è stato introdotto il concetto di “temperatura percepita” con livelli di gradi ben più alti di quella reale. Ecco un altro esempio, il più elementare della legge della relatività dello scienziato.

Questa divagazione sul fenomeno della relatività mi dà modo di esplorare ancora meglio, con disinvoltura intellettuale ed anche un po’ di curiosità scientifica l’eccezionale fenomeno del FISCHIO.  Riuscire a soffiare attraverso le labbra e modulare le note di una musica è a mio avviso uno dei punti salienti della creatività del genere umano. Ed andare a collegare in sintonia di umori e di musica lo stato d’animo del personaggio che andrà a imperversare impunemente fra le pagine di questo romanzo ancora indefinito, poiché si vedrà come catalogarlo: alla serie dei fumetti rosa, o alle circostanze misteriose e tenebrose di un giallo, se non  a qualche evento della storia, come quello del sasso, scagliato il 5 dicembre 1746 a Portoria  contro un soldato austriaco da Giovan Battista «Balilla» Perasso che scatenò la rivolta di Genova contro l’occupante straniero. Da cui venne mitizzato il ruolo delle giovani leve del fascismo, immortalato nell’inno “Fischia il sasso”:

“Fischia il sasso, il nome squilla
del ragazzo di Portoria,
e l’intrepido Balilla
sta gigante nella storia.”

Ma perché l’associazione del concetto di fischio con quello di sasso? Siamo all’inizio dell’epoca fascista. Il movimento è nato sotto l’egida di più spunti di idee per una nuova prospettiva esistenziale. Il “futurismo” ne sarà un sostegno di cultura , per una vita di avanguardia nella società moderna del dopoguerra. La velocità delle nuove missioni dello sport e le sue influenze sulla politica è uno degli emblemi dei suoi sostenitori. Un sasso che viene lanciato con la grande rabbia e la volontà di un giovane di Portorio di opporsi alle prepotenze della dominazione austriaca a Genova , non può che sibilare come un fischio sulla testa dell’oppressore. Così, l’intrepido balilla diverrà un’ icona se non addirittura una divisa in un’organizzazione per tutti gli adolescenti del regime del Duce del Fascismo. Ma la velocità collegata al fischio non può esimersi dall’evocare il fenomeno del fischio del treno, in un ‘alea di fumo da locomotiva che veloce transita per le campagne come le vedeva, quelle piemontesi della sua Asti, Paolo Conte, quando dette le note di una musica ineguagliabile al testo di Pallavicini. Ne sortì una  canzone, un capolavoro della musica leggera nazionale : “Azzurro”, resa famosa da Adriano Celentano.

“Azzurro
Il pomeriggio è troppo azzurro
E lungo per me
Mi accorgo
Di non avere più risorse
Senza di te
E allora
Io quasi quasi prendo il treno
E vengo, vengo da te
Il treno dei desideri
Nei miei pensieri all’incontrario va.”

Conte quando lesse il testo della nuova opera sicuramente trovò congeniale  il treno con il fumo e la sua opaca immagine di mistero, in veloce  movimento, percorsa dal sibilo del fischio che ne annuncia il sopraggiungere. Fu di grande ispirazione per la sua musica.

Ma è solo un aspetto marginale di come il fischio domini molte scansioni di vita e disciplina, come quelle della Marina Militare , ad esempio. Con il fischio si rendono gli onori a bordo delle unità navali. Vengono resi alle autorità che stanno per transitare al barcarizzo[1]. I nostromi tengono molto a fischiare bene con un’arte che è una delle tradizioni della categoria nocchieri della Marina Militare. In antichità il fischio indicava al personale di servizio in coperta il numero di lanterne che dovevano essere utilizzate per illuminare il cammino e l’accesso al barcarizzo stesso.[2]

Ma forse sono andato troppo avanti nella storia che ho l’intenzione di raccontare ai miei lettori. Poiché il fischio sembra essere un simbolo di disciplina, da imporre dall’alto, di memorandum, nella sintesi di un comando da eseguire quasi con lo schema: “comandi; agli ordini”. Ma poi mi rammento di un altro fischio, per il quale non occorre neppure il piccolo strumento del nostromo di bordo.

Erano gli anni ’50, in cui il dopoguerra era stato archiviato, con la precisa volontà di dimenticarlo prima possibile; nonostante i segni del suo disfacimento apparissero ancora in molta evidenza, a ricordare che  solo 5 anni erano trascorsi dalla fine ingloriosa di una guerra disastrosa. Il cinema era tornato a dare entusiasmo e un minimo di leggerezza alla conclusione di settimane non facili per i nostri genitori. I cartoni animati di quel geniale autore  delle grandi storie di favole e racconti di cappa e spada di Walt Disney contagiavano le folle di cinema e di storie, per grandi e piccini che ne facessero decantare le grandi paure di una guerra fratricida. “Biancaneve e i sette nani” era divenuto un film molto apprezzato dalle numerose famiglie con prole al seguito.

Le parole della canzone sono molto cogenti con la filosofia del mio romanzo:

Provate a fischiettar…
Vedrete che il lavoro
Più leggero vi sarà!
Provate a canticchiar…
Un semplice motivo
Sempre allegri vi terrà!

Cantando prenderò…
La scopa e dopo un pò
Invece di spazzare
Di ballar con lei vi sembrerà!
Se voi cantate e fischiettate
Il tempo volerà.”

Provate a fischiettar…E’ il sottofondo, quasi una nenia musicale che ciascuno si può adoprare ad usare per proprio conto, personalizzandone melodia ed armonia; in varie occasioni della giornata a scansionarne le ore nei passaggi di umore , e nel transito di una via, avvinto in  appannaggi avveniristici sormontati da pannelli cittadini, con sembianze di palazzi, strade, incroci e traffico intenso; e poi da uno scenario all’altro, verso la campagna, a percorrere la periferia di borghi, nell’insieme di case agresti e dei suoi abitatori sparsi nelle campagne al lavoro. Anche lì la fatica si accompagna al fischiettare. Come pure le impressioni che si colgono in questo vagare del nostro personaggio immaginario, trovano sfumature di varia intensità cromatica che l’acustica adatta all’umore del suo fischiettare.

Il fischio, non sonoro, né perentorio, di un’acustica adamantina, ma il fischiettar, volubile ed estemporaneo, come quello dei passerotti che animano, con tante altre gentili bestie da cortile il canto di Biancaneve, mentre governa la casetta dei suoi ospiti, i sette nani; fu quello che mi accompagnò dall’infanzia, per tutta la mia vita, come un vademecum artistico e musicale. Chi non possiede il talento della pittura, o l’ispirazione alla poesia, eppure merita attenzione, come ad un artista; costui può essere l’esperto del fischio, e ne sa modulare le note e le sfumature, per scorrere la partitura immaginata, di un brano interpretato con l’orecchio musicale di naturale predisposizione.

Solo ora mi accorgo che il fischio, ed il fischiare sono un’arte, una condizione musicale, una predisposizione a comporre suoni e note. Con le caratteristiche della melodia, sotto la guida musicale dell’orecchio, nasce e si sviluppa con il fischio una melodia. Essa cresce dai “vortici “che si producono sulle labbra, nelle loro diverse posizioni, e della lingua sul palato, che vibrando, fanno risuonare la faringe.  Il fischio aumenta se si aumenta la velocità del flusso d’aria soffiando più forte, mentre la mandibola e la lingua rimangono fisse in una posizione.  Vi sono molti studi sui principi del fischio; anche quelli fisici. Affinché si crei un fischio devono essere soddisfatte due condizioni fisiche. Innanzitutto è necessario un flusso d’aria abbastanza veloce da formare un vortice. Questi vortici interagiscono con il cavo orale che risuona producendo fischio. Infatti  Interagendo poi con una zona di risuono, si creerà una vibrazione acustica, il fischio appunto. Si tratta puramente di un’onda sinusoidale, dinamica e inconsueta. Per questo motivo la frequenza, che esprime l’altezza del suono, e l’intensità, ovvero il volume del suono determinato dalla pressione, quando l’onda sonora raggiunge i nostri timpani, sono gli unici parametri che possono influenzare il fischio. A differenza della voce umana, non esiste variazione nel timbro del proprio fischio. Ed allora, in conclusione per far nascere un fischio devono essere soddisfatte due condizioni fisiche. Innanzitutto è necessario un flusso d’aria abbastanza veloce da formare un vortice. Interagendo poi con una zona di risuono si creerà una vibrazione acustica, il fischio appunto.

Nel 1970 Wilson ed altri giunsero ad una conclusione simile ma apparentemente indipendente da quest’ultima. Notarono come il fischio umano – senza considerarne le specificità – sia analogo ai richiami artificiali dei cacciatori, ovvero ai fischietti.

Nel loro lavoro sulle lingue fischiate, i fisici Busnel e Classe ipotizzarono che la spiegazione comune ai numerosi metodi per fischiare (con o senza dita) sia che un canale, formato con l’aiuto della lingua e/o delle dita e altrimenti difficile da creare, faccia passare correnti d’aria più rapide.

 

Il fenomeno del fischio, con le sue manifestazioni e conseguenze negli avvenimenti della storia è stato oggetto di studio da parte di esperti antropologi e interpreti delle sue motivazioni e dei significati attribuitigli da chi lo riceve .Nello specifico, Gierke ha paragonato nel 1947 il fischio umano con quello prodotto da uno strumento creato per emettere suoni ed è arrivato alla conclusione che è lo stesso meccanismo a creare il fenomeno.

La superstizione secondo cui fischiare a teatro, all’opera o ad un concerto, ma anche ai varietà e al circo, porti sfortuna è ancora molto diffusa. Il fischio umano creerebbe infatti caos durante le prove. L’effetto durante l’esecuzione di un concerto classico, di un dramma o di un varietà sarebbe inimmaginabile, addirittura catastrofico durante uno spettacolo di trapezisti o con animali.

 

 

La trama a piuttosto fantastica se segue lo schema di Sogni preiobiti, il film di Danny Kay. Il fischio è il motivo conduttore . Per ogni occasione o riferimenti, di film, di spettacoli di avvenimenti reali, il vischio domina la scena e diviene elemento di e condizione di vita delo protagonista.

Impostazione del libro per capitoli

 

Disporre le idee di fischio in una sequenza tale di capitoli da comporre il libro.

Alcune idee  sul fischio: il fischio al naso, le modulazioni , il fischio di gen Kelly in “cantando sotto la pioggia”; il trillo del diavolo: anche il violino fischia:; il fiscio del poliziotto o dell’albitro; il fischio del tifoso; il fischio dietro ad un donna: fred Buscaglione. “..che bambola” . Il fischio del treno; il fischio nella musica di Morricone.Il fischio sonoro ed autorevole del capo stazione

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=3VMJxH1YSds  (IL fischio delle marmotte)

https://www.youtube.com/watch?v=cz3vCX2nhfc Michael è di New York ma la sua cultura musicale non tradisce le origini italiane. Il medley fischiettato di “Regina della notte”, “Summertime” e “Sempre libera” stupisce il pubblico e lo yes dei quattro giudici è assicurato!

alla lettura finale di “Mefistofele”(Arrigo Boito 1868)

“Siamo solitamente propensi a considerare il gesto di un fischiatore come qualcosa di buffo, comico, che in qualche modo abbia a che fare con aspetti burleschi, circensi e talvolta perfino magici.

Il fischio umano è, ancor prima di tutto ciò, vibrazione dell’aria (messa in turbolenza dalla spinta diaframmatica) sulle nostre labbra, pura produzione di suono; suono musicalmente controllabile, duttile come pochi altri e, come tale, degno di manifestare tutte le caratteristiche di uno strumento musicale. Sebbene nella storia universale della musica, per motivi fisiologici così come culturali, non abbia mai raggiunto una sua “fortuna” artistica, il fischio musicale può e deve essere trattato alla stregua di altri strumenti musicali.

Forte di queste convinzioni ho creato un percorso didattico su tre livelli per l’apprendimento di questa disciplina, un corso musicale a tutti gli effetti per chi si avvicina per la prima volta alla pratica dell’art whistling e per chi, già in grado di fischiare “musicalmente”, voglia approfondirne più aspetti perfezionandone la pratica in un percorso musicale a 360 gradi, dalla lettura di uno spartito barocco all’improvvisazione in contesti jazzistici.”

Coro di Voci Bianche

Articoli recenti

Contattaci

Scuola di Musica Giuseppe Bonamici
Iscritta al registro provinciale delle associazioni di promozione sociale
Via V. Cuoco, 3 “I Passi” Pisa 56123
Segreteria:
Lunedì/Venerdì (Mon./Fri.) 14:30-20:00
+39 348 0414547 – +39 329 4119293
segreteria@scuolabonamici.it
direzione@scuolabonamici.it

Cod. Fisc. 93035370506
E’ attivo il servizio POS Bancomat
IBAN IT58Y0503414026000000001695

Collaborazioni con Istituto Musicale Mascagni di Livorno

n quasi tutte le culture antiche e moderne il suono ha un valore demiurgico, fondatore, iatrico-taumaturgico; la voce, prima ancora di essere supporto e canale di trasmissione delle parole attraverso il linguaggio è “imperioso grido di speranza, pulsazione universale e modulazione cosmica”. Le grandi religioni monoteistiche sono religioni del soffio, della voce-che-chiama, come accade a Saul sulla via di Damasco, a Maometto, a Mosé, ad Abramo, ai patriarchi e ai profeti veterotestamentari, scrive Corrado Bologna, docente di Filologia romanza a Chieti e studioso di storia delle idee fra tardo antico e medioevo, di lirica medievale e di ermetismo rina­scimentale. Nell’inconscio umano la voce rappresenta una forza archetipica generatrice di miti e ricca di significazioni religio­se. Tuttavia, sul suo timbro si esercita una pressione normalizzatrice e moralizzatrice della cultura, che mira all’educazione e al controllo del suono, alle discipline delle espressioni corporee; che impone, nella società europea più cerimoniale dell’età moderna – quella fra il XVI e XVII secolo – una voce di circostanza, una simulazione finalizzata all’adeguatezza rispetto ad un catalogo normativo. “Il diritto di esistere e di parlare è affidato, ormai, alla scrittura, non più alla voce. Chi presterebbe attenzione e fiducia ad una testimonianza orale che non venisse trascritta o controfirmata?” Ritualizzando persino la pratica della voce la cultura si difende come da minacce oscure. Nella cultura occidenta­le moderna, che ha laicizzato la pratica taumaturgica, svuotato la voce del suo valore demiurgico e incanalato le istanze vitalistiche del suono nel galateo, persiste uno spazio – scrive Bologna – in cui la pura voce, riecheggia, uno spazio arcaico e sciamanico occu­pato dalla psicoanalisi.

 

Figura 1 Gerardo Dottori (Perugia, 1884-1977) “Uccelli su ramo fiorito” – 1932.(distacco di pittura murale applicata su tela; cm 51 x 70). L’opera, proveniente da un affresco della casa padronale della Tenuta Chiugiana (Perugia), è apparsa nel 2018 nella “Cambi Casa d’Aste”.

 

 

Gerardo Dottori (Perugia, 1884-1977) “Uccelli su ramo fiorito” – 1932.(distacco di pittura murale applicata su tela; cm 51 x 70). L’opera, proveniente da un affresco della casa padronale della Tenuta Chiugiana (Perugia), è apparsa nel 2018 nella “Cambi Casa d’Aste”.

 

[1] L’apertura del parapetto di una nave, attraverso la quale si accede al ponte dall’esterno, mediante una scala o una passerella.

[2] Il fischio è un piccolo strumento metallico d’uso esclusivo del Nostromo, con il quale vengono ripetuti i comandi degli Ufficiali. Si usa nella navigazione con la nebbia, con un colpo di fischio si indica l’accostata a dritta, con due sulla sinistra, con tre si va indietro.