Sviluppumbria spa , ente strumentale della regione Umbria si muove in tema di turismo. Anno 2023.

Ottime tutte le iniziative di advertising e promozione del “brand Umbria” , contestualizzate in manifestazioni di eccellenza culturale, come quelle imperniate su Pietro Vannucci detto il Perugino e Umbria Jazz. Tuttavia siamo sempre nell’ambito di un terziario, come quello di un turismo culturale che sarebbe un eccezionale potenziale di sinergie di un marketing mix che sviluppasse l’artigianato artistico e trovasse anche incentivi per le start up collegate ai comparti di massima experise per la nostra storia medievale-rinascimentale: tessile-abbigliamento, arredamento , agroalimentare. Non a caso la bottega del Perugino nel ‘500 alla Platea del Sopramuro, ora Piazza Matteotti, era contigua a quella dei fratelli “del Roscetto”. Tale contiguità produsse due eccellenze: la prima il quadro del Grande Anello (Lo sposalizio della Maria Vergine e San Giuseppe); la seconda il prezioso reliquario di raffinata ebanisteria che conteneva il sant’Anello opera dei fratelli Federico e Cesarino del Roscetto. Ecco, la raccomandazione che mi sento di fare quale scrittore ed esperto di economia e marketing, ai responsabili della nostra economia creativa regionale. Non adagiarsi sul terziario del turismo , e il suo incoming, con le punte di presenze e permanenze alberghiere ed extra alberghiere legate alle manifestazioni “una tantum”, ma cercare sbocchi allo sviluppo innovativo dell’economia della trasformazione di materiali di pregio combinate con l’ingegno artigiano, magari anche da sviluppare mettendo in campo nuove imprenditorialità di giovani talenti da formare con grande intensità e competenze in apposite fucine di idee e sperimentazioni: incubatori di start up. Ho già in mente quale potrebbe essere il luogo ideale per corsi di formazione e fucine sperimentali di artigianato artistico!! Nella foto: il reliquario del Roscetto e la pala d’altare del Perugino. Dovrebbero stare ambedue nella cappella di san Giuseppe al Duomo. In realtà solo il reliquario è rimasto nel suo luogo originale. La pala ce l’hanno prestata i francesi di Bonaparte ; e si trova in “locus laicus”; alla Galleria nazionale dell’Umbria.
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