UN COMMENTO ALLA FINE DI QUESTO 2018 , TRIBOLATO ED ASSURDO,
non può prescindere dal prendere in esame lo stato dell’arte di Perugia con il suo centro storico. Oggi sono andato all’Ufficio Permessi per restituire il telepass ed aggiornare la mia posizione di residente per il nuovo varco di Via Baglioni. E non ho potuto fare a meno di ricordare la storia della Z.T.L. (zona a traffico limitato) sorta di pari passo con l’avvio del sistema ettometrico, scale mobili collegate ai parcheggi pertinenziali, a corona dei varchi all’ acropoli . Già negli anni ’70 si era compreso come il traffico privato dovesse essere ridotto e disciplinato, in un contesto ambientale medievale. Ma già da allora i governanti perugini non avevano capito che la fuga dei residenti, ormai “automobile-dipendenti” verso la periferia, avrebbe provocato la desertificazione del centro storico. Né la riconversione di “destinazione d’uso” dei palazzi dell’acropoli da abitazioni, anche patrizie, a sedi della nuova burocrazia regionale poteva evitare lo squilibrio territoriale del rapporto strutturale e funzionale: residenze/servizi. Per cui iniziò lo stillicidio dei commercianti, rimasti a presidiare il loro esercizio, e della loro “lobby” verso il Palazzo nel denunciare lo svuotamento del centro storico e la caduta della loro sopravvivenza economica. Di pari passo sopravvenne la stagione degli eventi e la loro sussidiarietà, alla tanto reclamata attrazione di “nani e ballerine” , quale indotto che poi si rileverà effervescente , soprattutto per la refezione alimentare del “mordi e fuggi”. Nei giorni scorsi alcuni sensori dell’attività del turismo, alberghiero ed extra (B&B, Agriturismi, Casa & vacanze, etc.) hanno rilevato una ripresa di arrivi e presenze nella nostra città. Ebbene, a fronte di tale fenomeno, cosa ti fa la solerte e improvvida Amministrazione comunale: allarga le maglie della Z.T.L. praticamente a tutte le ore della giornata (dalle 10 a.m. alla mezzanotte). E’ chiaro anche ai più sprovveduti in materia che in tal modo la conquista di spazi , quasi sempre precari, alle automobile, ne sottrae altrettanto alla fruizione della vivibilità del centro storico anche per i turisti, seppure ancor oggi quelli saltuari del “mordi e fuggi”. Non solo. Viale Indipendenza e la rotatoria di Piazza Italia ormai sono divenuti un’arteria per la mobilità di automobili, con solo autista ed Autobus della Umbria Mobilità, anch’essi vuoti, ma con autista (vedi foto allegata). Uno spettacolo dunque di grande mobilità, ma solo di mezzi meccanici. La morale di questo intervento resta sempre quella di evidenziare un’ incompetenza della Giunta perugina a conciliare vocazioni ed attese di un centro storico medievale, verso soluzioni urbanistiche (strutturali) e congiunturali-funzionali (MKT territoriale) che travalichino il fenomeno positivo dei flussi di arrivi di forestieri , ma anzi lo potenzino con insediamenti di nuove residenze e attività artigianali e commerciali che rimangano nel tempo. A questo proposito rimando al mio blog www.rinofruttini.it alla pagina “articoli” ed al titolo : “SINTESI DOCUMENTO PROGETTUALE “ENCLAVE CASA & BOTTEGA IN UN RIONE DEL CENTRO STORICO DI PERUGIA”
In allegato alcuni esempi di fruibilità dell’acropoli, come quello della pista da pattinaggio , che può soddisfare qualche velleità di tradizione nordico-scandinava, ma toglie spazio alle numerose comitive di turisti ad ammirare il palazzo del capitano de popolo; o quello di una schiera di piccoli studenti che fanno ringiovanire i vecchi palazzi della storia medievale.



