Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 27 dicembre 2018 20:44
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: I nostri eroi potrebbero riuscire ad aver formulato una coalizione di governo e di lotta e di opposizione
Caro Vittorio,
finalmente hai preso una posizione a 360° su questo governo delle due anime ; anche contro quella salviniana. La finanziaria, ormai in corso di promulgazione del Presidente Mattarella, ha colpito anche l’editoria, avendo ridotto e gradualmente eliminato nei prossimi anni il contributo dello Stato a sostegno della cultura, dell’informazione e della democrazia. Ci voleva questa misura che intacca il portafoglio della tua categoria, per farti capire di che pasta fosse il tuo amico Matteo Salvini. Il quale, nonostante tutto, anche oggi il caro Renato Farina , con un titolo a tutta pagina “Coraggio Salvini, Reagisci”, lo pone alla vista dell’opinione pubblica come una vittima sacrificale, per pagare pegno alle pretese dei “grillini”. Non è facile fare un bilancio sullo stato di avanzamento del contratto di governo in pesi e contrappesi fra le esigenze elettorali dei due contraenti. Ma una cosa è certa: il segnale compulsivo alla libertà di stampa e di opinione c’è tutto; e di contro , la compiacenza de“Il Fatto Quotidiano”che, seppure con un tiratura metà di quella di Libero, di non ricevere contributi alla sua sopravvivenza se ne fa un vanto. Mi dispiace che il tuo cavallo di razza, per il quale hai tifato, nonostante il suo tradimento con un ronzino dell’hinterland napoletano di Pomigliano d’Arco, non faccia più solo gli interessi del nord est nazionale. La sua ambizione va ben oltre la Padania, travalica la linea gotica del centro nord , e volge decisamente verso sud, lasciandosi alle spalle “Roma ladrona”. Per cui, caro Vittorio, il bacino elettorale del nostro è ormai proteso nell’ambito dei confini della Patria del tricolore; proprio quel tricolore che fece esclamare all’Umberto Padano, contro un contestatore della bandiera del Carroccio, che proponeva il tricolore come alternativa: “ Lei se lo metta nel cesso”. Sempre in “Libero” di oggi deleghi alla Paola Tommasi la questione della manovra , ovvero di quello che sarà il bilancio nazionale del prossimo anno. La Paola è drastica. Per lei questo “papocchio” del contratto del “salvimaio” è tutto sbagliato . Ma si; dal momento che non c’è “flat tax per tutti” , ma semplicemente, sulla linea Salvini, solo un accenno alla revisione della Legge Fornero, con il magico numerico del 100 (62 di età; 38 di anzianità di servizio), cade l’impalcatura sulla quale poggiava l’intesa notarile della politica dei due forni: quello delle” regalie fancazziste” e quello delle “economie fiscaliste”. E la Paola fa una previsione, o meglio un auspicio: che costoro che ci governano non riescano a superare lo scoglio dell’esercizio provvisorio; ma che anzi ci si incaglino bellamente, così, caduto il governo degli inciuci, Mattarella sia costretto a nominare Cottarelli quale garante verso al UE di una politica che tenga conto dei vincoli di bilancio che sono propri di un ben altro contratto, che non quello del “salvimaio” , ma di quel contratto serio che venne stipulato a Maastricth nel 1992. Caro Vittorio, nel mio libro “Caro Vittorio ti scrivo” più di una volta ti ho consigliato di non fidarti dei tuoi collaboratori “italexit” e tanto meno degli economisti leghisti della politica sovranista di una moneta nazionale, che poco filo avrebbe avuto da tessere, nonostante le svalutazioni competitive della moneta sovrana . E soprattutto di non fidarti di quel Salvini che avrebbe fatto un patto col diavolo pur di andare al governo lui solo, senza pesi e contrappesi dell’establishment padano, orma decotto.
Ora siamo in stand by. E ti consiglio di non prendere alcuna posizione in materia di linea politica. Tanto più che finalmente sei tornato nelle mie posizioni, estremamente critiche verso questo contratto grillo-leghista degli equivoci . Salvo che qualcuno dimostri che , ad evitare manifestazioni di una borghesia proletaria come in Francia o in Ungheria o , a diffondersi a macchia d’olio, in altri paesi europei, in Italia è bene che prenda piede, per la sua pace sociale, questa nuova formula del nuovo compromesso storico dove Moro è Di Maio e Salvini è Berlinguer; o viceversa. Tanto ormai i distinguo ideologici non hanno più senso. A tal punto che i nostri eroi potrebbero riuscire ad aver formulato una coalizione di governo e di lotta e di opposizione. Qualcun’altro ci riuscì. E fu la Rivoluzione Fascista, organizzata da Sua eccellenza Mussolini con il beneplacito di Sua Maestà il re d’Italia Vittorio Emanuele III.
E con ciò concludo e ti auguro un felice anno nuovo
_____________
RINO FRUTTINI