Caro Vittorio,
solo ora riesco a leggere il tuo fondo di ieri (4 dicembre) sullo spread, nel confronto con la dotta lezione di finanza degli economisti Becchi -Zibordi. Una prima osservazione. Ancora una volta te la prendi con Prodi che ci costrinse ad entrare nell’euro. Non sto a ripercorrere quel periodo. Tu lo conosci meglio di me. Ebbene, non capisco la tua ostinazione da Italexit , quando ormai la nostra storia economica dimostra che fu l’unica soluzione possibile, sia strutturale, che congiunturale. Strutturale perché una moneta, a valenza ed estensione geopolitica europea e competizione mondiale, ci preserva da fenomeni svalutativi e conseguentemente inflattivi. E ciò è stato ampiamente confermato in questi due ultimi decenni. Congiunturale perché con il Governo Prodi l’indebitamento fu il più contenuto di tutti i governi che seguirono (109 mln al giorno, con Renzi 119 mln, con Amato al massimo: 342 mln) . La tabella che segue dà un ulteriore conferma del comportamento di “buon padre di famiglia” di Prodi con il suo governo.
Vengo poi alle dotte dissertazioni, tutte accademiche , dei due economisti su come fare sponda , dei nostri BTP verso i Bund tedeschi al fine del calcolo dei famosi punti percentuali dello Spread. Ebbene, se il confronto viene fatto , secondo un parametro virtuale voluto dagli operatori di mercati finanziari, quale un termometro per misurare lo stato di salute degli stati membri della UE, esso va accettato come tale; è una convenzione. Che ci piaccia o no; e lì rimane come una cartina di tornasole, senza che le dotte disquisizioni la possano smontare. Piuttosto sarebbe e , soprattutto, era, necessario che il tuo pupillo Salvini non parli, e che cominci a non parlare, a sproposito. E che finalmente ci dica che cosa vuol fare da grande: ministro degli interni e grande inquisitore di immigrazione e sbarchi clandestini, o ministro degli affari europei, per scardinare il patto di Maastricht ed i suoi beneficiari, o ministro dell’economia per dimostrare che la smobilitazione della legge Fornero sulle pensioni porterà una ripresa dell’occupazione; tre giovani assunti ogni prepensionamento effettuato.
Caro Vittorio, la verità è che , sia tu che i due esimi economisti, dopo premesse di politica economica discutibili, siete venuti nei vostri articoli di ieri ad una visione giusta e reale di prospettiva. Ovvero: il nostro debito megagalattico è frutto di arricchimenti patrimoniali e finanziari della nostra borghesia , oggi improduttiva e fancazzista che non solo non sa “fare impresa”, ma non sa neppure “figliare” onde evitare la crisi demografica. C’è una crisi di valori aggravata dalla disaffezione verso qualsiasi entità istituzionale, una volta affidabile, come la Chiesa, per i credenti, e lo Stato per i laici, che si è convertita in punte di consenso elettorale verso partiti e movimenti che hanno fatto strada sull’egida del nichilismo e della protesta, fine a se stessa: la Lega e il M5S. La cronaca giornaliera delle vicende di questo governo degli inciuci ne è ampia riprova.Ed allora mi auguro, parafrasando la famosa frase di De Filippo : “Ha da passà a nuttata” , che tale stato di anoressia della Politica abbia fine al più presto.In tale spirito di civici auspici, auguro a te e tutta la redazione i miei migliori auguri di “Buon Natale”
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RINO FRUTTINI