UN ALBERO DI 300 ANNI: UN GELSO ALLE PENDICI DEL MONTE TEZIO. UN MESSAGGIO DI NUOVA INTRAPRESA

Fino agli anni ’40 , prima delle seconda guerra mondiale anche le campagne perugine di prossimità cittadina erano folte e irte di gelsi. Le foglie del gelso erano l’alimentazione primaria per i bachi da s
eta. I bachi producevano, con una solerzia, facondia e regolarità giornaliera alla fine dell’estate i bozzoli, dai quali si ricavava il filo da seta poi lavorato sapientemente dalle maestranze della Spagnoli in quel di Santa Lucia.
In un unico ciclo di produzione : approvvigionamento agricolo (foglie dei gelsi) -materia prima (bozzoli) – prodotto finito (filati e tessuti di seta) tutto umbro-perugino, ancora oggi si potrebbero conseguire capi di moda di prim’ordine, avendo a disposizione un designer di buon livello creativo. Il discorso vale anche per la pelletteria, nella sua integrazione con la conceria, e per l’agroalimentare suinicolo.
Per questo Vi propongo di leggere il mio avant progetto su tali idee progettuali nel link :www.rinofruttini.it/category/case-history/
P.S. Un amarcord dai Promessi Sposi del Manzoni: “Un venticello d’autunno , staccando dai rami le foglie appassite del gelso, le portava a cadere qualche passo distante dall’albero”.