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.La morale di questa complessa analisi della mobilità perugina, nel linguaggio un po’ criptico di esperti manager della P.A. per come la posso sintetizzare nella mia esperienza, articolata fra management aziendale ed esperto economico finanziario del M.E.F. e come utente del trasporto pubblico , nonchè pendolare casa /ufficio: Perugia (piazza Italia) Roma (Via Boncompagni e Via XX Settembre) è la seguente: 1) La Sulga Spa con il suo collegamento Perugia-Roma-Perugia, a prescindere dalla sua eccezionale funzionalità per le mie esigenze di pendolare negli anni ’80-’90 (ero in uffcio alla mia scivania, prima dei miei collaboratori, residenti romani) era ed è un doppione della tratta ferroviaria Perugia/Roma, Via Foligno e/o via Terontola. Ancora oggi mi domando per quale motivo la linea a binario unico fino a Foligno non si stata raddoppiata, onde rendere il percorso idoneo sia ai collegamenti pendolari locali, sia alla alta velocità e soprattutto per un collegamento con l’aeroporto di Fiumicino, in un’ora e un quarto, evitando le megalomanie e le discrasie tragicomiche di un aeroporto e della sua gestione, come quello di Sant’Egidio, privo di un adeguato bacino d’utenza. 2) Sul piano del collegamento ettometrico e comunque alternativo alla mobilità privata del Centro storico perugino, l’analisi dei progetti, con il loro studio di fattibilità, costi/bernefici/analisi del valore e alternative opzionali e della loro esecuzione ed efficacia gestionale degli ultimi trenta anni , porta ad un’unica conclusione, incontrovertibile. Fu completamente errata la scelta di uno strumento come il Minimetrò, soprattutto per il sito del capolinea a Pian di Massiano, privo com’era e come è di un valido bacino d’utenza. L’area di base per il collegamento periferia/centro storico era quella di Ponte San Giovanni, centro nevralgico di tutti i servizi infrastrutturali di collegamento e commerciali. Prova ne sia che gli studi corretti sugli insediamenti dell’economia privata dei servizi commerciali della Grande Distribuzione ne hanno convogliato gli esiti nell’area di Collestrada. E da lì , tramite un raccordo della Ferrovia Centrale umbra, con doppio binario. si poteva giungere alla Stazione di sant’Anna, ormai pendice ettometrica del Centro Storico. 3) Siccome “del senno di poi son piene le fosse” ora è necessario fare di necessità virtù. Innanzi tutto con il Minimetrò rendendolo competitivo anche sul piano dei costi/tariffe aumentando il suo bacino d’utenza, convogliando a Pian di Massiano anche le uscite del raccordo stradale di Piscille, San Faustino,Prepo. Inoltre renderlo un hub anche per le merci destinate giornalmente all’approvvigionamento dei negozi ed eserci del C.S., realizzando due piattaforme merci, una a Pian di Massiano e l’altra nell’area del Mercato coperto. Infine una raccomandazione agli addetti ai lavori sulla mobilità cittadina. Prima di porre mano a nuove iniziative micro-infrastrutturali pensateci bene. Troppe sono state le corbellerie messe in opera. Non ultima quella dei sottopassaggi sulla linea ferroviaria delle Centrale Umbra ormai smobilizata da diversi mesi.
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