L’ossimoro di quattro editorialisti della carta stampata

Caro Vittorio,

la lettura di “Libero” di ieri, domenica 10 giugno, ha stimolato questa mia lettera. E per “par condicio” la devo inviare, in copia, anche all’amico Marco Travaglio. La mia è una lettera estemporanea poiché coinvolge, come comprimario, anche il tuo collaboratore e/o editorialista Filippo Facci. Del quale, essendo fisionomista, ed osservando le espressioni televisive sue e della sua collega Milena Gabanelli, debbo dedurre che i due esimi “opinion leader” se non fratelli, siano  quanto meno cugini.

Dunque, Facci assomiglia alla Gabanelli. Che non c’entra niente con Libero di domenica, dove egli polemizza con Travaglio e lo accusa di parzialità e incoerenza. Sembrerebbe che  il giacobino Marco  ponga degli off limits nelle scelte  dei  suoi interlocutori, da parte delle emittenti televisive:  “ con questo si, che mi piace. Con Filippo  no perché è uno scassa cazzi”. E qui la prima parolaccia. Un modo per introdurre l’articolo , quasi un editoriale di Vittorio, in prima pagina, su ricchioni,  froci, o culattoni o finocchi. Epiteti a identificare un omosessuale, a seconda della geografia, nord-centro-sud  di provenienza della prosa giornalistica. Ma qual’ è il filo logico del mio ragionamento che collega i quattro personaggi in questione ? Esso parte da una curiosità, a confrontare il modo di fare giornalismo , ormai per tutti e quattro  della carta stampata, stante che la Gabanelli è divenuta anch’essa editorialista; ora del “Corriere della Sera” alle dipendenze di Cairo, editore de La 7, un’emittente con palinsesti di politica attiva, quasi di compresenza parlamentare. E vengo a te, caro Vittorio. Con l’articolo sui ricchioni, la tua concione orobica  di costume  è costruita troppo bene , nonostante alcune contraddizioni filo/fobo omosessuali, per non avvalorare inconsapevolmente  il pericolo di una società che invecchia, che si contrae in  un indice di denatalità, frutto della cultura divorzista, abortista , ricchiona, che contesta la famiglia tradizionale, mentre enfatizza “l’utero in affitto”.

E su questa linea pseudo laica e relativista , caro Vittorio vi vedo tutti quattro allineati e coperti. D’altra parte il cambiamento grilloleghista  della linea politica degli italiani,  scaturito dalle ultime elezioni, porta all’ossimoro non solo delle convergenze parallele, secondo lo schema ideologico “marciare uniti , per colpire divisi”; per cui anche l’inciucio laico, anticlericale dei vostri  editoriali avrà un senso per l’arricchimento della nostra democrazia “ricchiona”.

 

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RINO FRUTTINI

allegati train de vie 2 Foto Facci Gabanellli

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