La nuova e mail a Vittorio Feltri: 31 maggio 2018

Caro Vittorio,

dopo una lunga pausa delle mie e-mail , poi raccolte in un volume cartaceo con i tipi del Gruppo Albatros Editore,in vendita presso le migliori librerie,  torno ora a commentare  i tuoi editoriali e la stessa linea di Libero Quotidiano. Ed il titolo a tutta pagina del 31 maggio  che riporto sopra è il miglior viatico per ripartire in un’impresa editoriale che non potrà essere che epica, visto lo scenario che abbiamo di fronte. Oggi riconosci che  siamo in completa confusione. Proprio tutti, come appare dalle  quattro postazioni avanguardiste che hai messo in prima pagina, sono oggetto di  un  fuoco di fila condotto dai tuoi colonnelli  Renato Farina contro Mastella, Fausto Carioti contro Di Maio, Alessandro Giuli contro Meloni e infine Pietro Senaldi contro i DEM, ed  in particolare Martina e Gentiloni. Matteo Renzi, neppure citato, sembra relegato fuori gara, in attesa di altre bordate. Dunque del “manicomio Italia” secondo la tua analisi non fa parte Matteo Salvini. Egli sarebbe l’unico savio che riesca a tenere il pallino in mano, solo perché i sondaggi lo danno ad incrementare il suo partito,  la Lega (non più “nord”) , dal 17% elettorale al 27% stimato dai guru dei questionari. I quali, si sa, danno risultanze ballerine a seconda di chi li commissioni ed approvi le domande del questionario e loro modalità di espressione.  Eppure, caro Vittorio, bastava che prima del 27 maggio, giorno della rinuncia di Conte a formare il governo, Salvini avesse accolto il suggerimento di Mattarella a non presentare Savona, noto “sfascista” potenziale dell’Euro,  come ministro dell’Economia, ed ora avremmo un governo della maggioranza assoluta del Parlamento. Perché è accaduto tutto ciò. Molto semplice.  I grilloleghisti si apprestavano al decollo di un governo antieuropeista, a prescindere dalle ripetute dichiarazioni , a smentirne le precedenti. Poco importava che il “contratto cosiddetto alla tedesca “ (“nomen , omen” : quale acclarata dimostrazione di  complesso d’inferiorità verso il partner teutonico)  non prevedesse tale iattura. L’equilibrismo dei due campioni di coerenza delle “convergenze-sinergiche-parallele”, della “politica del cambiamento”, dell’avvento della terza repubblica  è ormai consolidato nella prassi delle consultazioni quirinalizie. D’altra parte c’è nell’archivio della memoria, anche di quello tuo e di Libero, tutta una letteratura ed una prosopopea, a vantaggio dell’Italexit che nel mio libro, come tu avrai notato, è più volte enfatizzata. Addirittura avevi bandito un referendum con un inserto sul giornale del 30 dicembre 2016 (vedi “reperto a tuo carico”  a lato). Ed a questo punto, dopo avere assistito in sequenza alla votazione del 60% dei NO nel referendum del 5 dicembre 2015 sulla riforma costituzionale  e conseguente modifica della legge elettorale in chiave maggioritaria, ai risultati di paralisi governativa nelle ultime elezioni del 4 marzo ed alle manfrine di tutti i componenti della sceneggiata, compreso te ed il tuo “Libero Quotidiano”, mi domando chi si salvi da tale “cupio dissolvi”, se non il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.  Resta da stabilire chi salverà la nostra economia ed i nostri risparmi se una simile coalizione delle convergenze parallele pretenderà di governare e mantenere le  promesse dell’ossimoro grilloleghista.

Come sempre un caro saluto,dal tuo

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RINO FRUTTINI

Titolo dilibero del 31 maggio 2018