Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 4 gennaio 2018 13:26
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto:Certo, con il senno di poi è facile riscrivere la storia.
Caro Vittorio ,
la passione nello scrivere libri di storia che mi ha preso da alcuni anni a questa parte mi ha consentito di approfondire anche le cause della Grande Guerra . Era necessario parteciparvi ? Eravamo pronti militarmente? Il costo bellico, rispetto ai benefici, era congruo? Era sentita dal popolo come una difesa del sacro suolo della Patria ? Nel ricostruire il periodo che precede la dichiarazione di guerra, con le polemiche , anche cruente fra “neutralisti” e “interventisti” ho capito che l’Italia non poteva rimanere neutrale. E’ questa la linea che ho intrapreso nel mio nuovo libro “ Lamberto, ragazzo perugino, aviatore del ‘99” del quale riporto .
Le due guerre mondiali del secolo scorso furono provocate dal fanatismo germanico ed austriaco di grandezza nazionale, verso l’espansione dei loro territori e dal vittimismo nel considerarsi popoli che non sentivano sicuri i propri confini, verso la Russia e la Francia. E l’Italia per due volte nel secolo scorso fu coinvolta in alleanze teutoniche che sicuramente il nostro popolo non sentiva congeniali alla propria storia . Allora le grandi potenze europee comandavano anche militarmente il continente. Il rapporto di forza era molto semplice . O tiravi su la testa a dimostrare che anche tu, Italia, potevi guadagnarti il “bel suol d’amore” in Africa , potevi esibire una forza bellica di rispetto , altrimenti rischiavi tu Nazione italiana, da poco unificata ed ancora debole nell’amalgama di genti e territori, di essere sottomessa. Ricordo che dopo la ritirata di Caporetto , tutta la piana veneta poteva essere conquistata fino a Verona dalle truppe austro-tedesche.
Dopo l’attentato di Sarajevo e la dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia del 28 luglio 1914, l’Italia che faceva parte della Triplice Alleanza con Austria e Germania aveva due opzioni di fronte a se: o schierarsi con le due potenze, in una guerra che poi avrebbe coinvolto tutte le potenze europee, finanche l’intervento degli Stati Uniti, oppure rimanere neutrale. Ebbene, caro Vittorio, questa scelta che anche a me in un primo tempo sembrava la più saggia,poiché i due schieramenti in campo , seppure con alcune variazioni , ci garantivano a guerra compiuta l’annessione di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia e alcune sovrintendenze a Valona, in Albania , invece avrebbe rischiato di non fare rispettare gli impegni presi dalle potenze in guerra, una volta finito il conflitto. Prova ne sia che, quando alla conferenza di Parigi si dovevano confermare gli impegni che le potenze della Triplice Intesa avevano assunto con l’Italia, il presidente americano Wilson, si oppose al riconoscimento di parte dell’Istria e Fiume nei nostri confini. Certo, con il senno di poi è facile riscrivere la storia. Nella peggiore delle ipotesi, avendo scelto la neutralità, non ci sarebbe stato riconosciuto alcun territorio, e magari tutta la Venezia Giulia l’Istria e la Dalmazia, Wilson l’avrebbe ceduta alla Serbia ed alla Croazia che gli stavano particolarmente a cuore , per la loro posizione strategica verso i Balcani. Mi immagino, con i vari Mussolini, D’Annunzio, Salandra…… quello che sarebbe accaduto in Italia. Per fortuna è andata altrimenti.
La morale è che le guerre nascono per volontà dei popoli i quali non hanno il buon senso di capire che ci sono altri modi per sopperire alla violenza delle armi. Ma tant’è. Basta guardarsi intorno e la guerra è all’ordine del giorno.
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RINO FRUTTINI