Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: martedì 2 gennaio 2018 08:23
A: ‘sandroallegrini@libero.it’
Oggetto:
Gentile Sandro Allegrini,
faccio seguito alla tua richiesta e riporto di seguito, in sintesi , la mia visione di come minimetrò e progetto “casa & bottega” possano far parte di un unico progetto che intitolo:
PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO DI PERUGIA
PREMESSA
Il Centro Storico di Perugia sta vivendo un periodo critico da almeno un ventennio. Da una parte la riduzione progressiva dei soggetti, residenti e commercianti, deputati a presidiarne il territorio in termini di sicurezza e vivibilità ecosostenibile ed a fruirlo economicamente e culturalmente in una visione totale delle sue risorse, opportunità e vincoli. Dall’altra le amministrazioni comunali che in questo periodo si sono avvicendate nel governo della cittadinanza le quali, a perseguire l’obiettivo della sua rivitalizzazione, hanno svolto una progettualità di rilancio effimero e superficialmente congiunturale, incrementando i flussi di arrivi e presenze, di visitatori e visite nell’acropoli con eventi e occasioni di aggregazione turistica, culturale , congressuale o di semplice provenienza extra moenia. In tale configurazione critica, neppure il minimetrò è stato in grado di svolgere un ruolo di promozione strutturale, con efficaci risultati rigeneranti di valore aggiunto.
L’IDEA PROGETTUALE
L’idea progettuale parte dall’analisi dei plus che il Centro Storico di Perugia possiede nella sua estensione più completa ed esaustiva per le esigenze di una comunità integrata secondo i parametri noti della convivibilità : religione, cultura, professioni-mestieri, equilibrio sociale. Ebbene, se andiamo a ripercorrere le aree di questo scenario che nella forma geometrica a stella le racchiude nelle mura medievali –rinascimentali delle cinque porte: Porta Sole ( compresa l’area di porta sant’Antonio e porta Pesa), Susanna, Eburnea, San Pietro, Sant’Angelo, non possiamo che pensare (o ripensare) ad un enclave di arti e mestieri che secondo il progetto da me elaborato dal titolo di “Casa & Bottega”(rimando al mio blog: www.rinofruttini.it, alla pagina “Case history”), può riuscire ad implementare in residenze e mestieri le centinaia di abitazioni e aree commerciali da tempo desolatamente e progressivamente vuote ed inutilizzate. Esse, come dimostra il libro di Marcello Catanelli dal titolo “Luigi Catanelli” , suo padre, erano sede di attività operose e residenze a misura d’uomo, nella dimensione esistenziale “Casa & Bottega”.
E qui comincia la parte strategica dell’idea progettuale, di maggiore difficoltà a renderla percepibile a chi governa i fattori di successo di start up manifatturieri: le competenze da ricercare e quelle da formare, soprattutto in settori più congeniali all’artigianato d’arte perugino, come ad esempio la maglieria, l’agroalimentare, l’arredamento; il finanziamento di progetti di giovani che hanno necessita di integrare la propria funzione di rischio con l’abbrivio di un doveroso finanziamento dello Stato a rilanciare l’occupazione giovanile; la disponibilità dei proprietari dei locali interessati ad affittarli e renderli così disponibili alla nuova (o antica, se vogliamo) attività ; la piena conoscenza dei fattori di rischio e di successo relativi al marketing della produzione artigianale che, per essere appetibile sia attraverso l’incoming turistico sia con l’e-commerce, ormai ben consolidato nel nuovo rapporto strutturale e promozionale domanda/offerta, deve essere di sicura aspettativa del mercato potenziale. Infine c’è un altro elemento non secondario da prendere in esame: quello della logistica. Si dovranno prevedere almeno il 50% dei nuovi insediamenti artigianali non facilmente raggiungibili per le consegne di materie prime della lavorazione nel laboratorio. Per questo lancio l’idea di vagoni del minimetrò che da Pian di Massiano, dove si insedierà la piattaforma di raccolta delle merci, per gli esercizi commerciali del centro storico e delle materie prime e materiali da lavorare nei laboratori artigianali , esse andranno a confluire nella piattaforma del Mercato Coperto del Pincetto e da lì, con veloci mezzi meccanici ibridi, dall’uscita di Via Alessi, si faranno risalire al Centro o scendere verso le aree esterne all’acropoli.
Nel contempo, siccome il minimetrò è sottodimensionato nella sua fruizione rispetto alle sue potenzialità, si organizzerà un Hub , come negli aeroporti, ovvero un nodo di smistamento,secondo la seguente dinamica : a) Il soggetto che vuole recarsi nel Centro Storico per shopping, lascia l’auto in sosta al parcheggio di Pian di Massiano e con il minimetrò viene in centro 2) Svolge la sua attività di cliente, turista e/o acquirente ed i suoi acquisti, anche voluminosi, nel mentre svolge altre commissioni , gli vengono portare con il Minimetrò dalla piattaforma del Pincetto a quella di Pian di Massiano. Se l’idea si può verificare con un minimo di fattibilità, avremmo risolto gran parte del caos di consegne nell’acropoli e di flusso merci/persone “da e per il Centro Storico”.
CONCLUSIONI
Senza le idee forza, innovative e visionarie rischiamo di macerare nelle nostre fisime e polemiche provinciali. Un’idea per divenire progettuale deve essere sottoposta ad un’Analisi SWOT , ovvero un processo di verifica di fattibilità. Poi si scende nei particolari del progetto esecutivo, avendo realizzato un piano di marketing ed un business plan. Infine il lancio del nuovo prodotto e/o servizio dei laboratori artigianali sarà il momento dello start up. Ci vorrà almeno uno-due anni di esercizio commerciale per capire se l’idea /idee funzionano. Ma ne sarà valsa la pena.
E comunque prima di tutto ciò ci deve essere una consapevolezza condivisa che vada a focalizzare su un gruppo omogeneo di cittadini a prendersi a cuore il progetto e convintamente riescano a superare tutte quelle obiezioni, con la forza della ragione scientificamente dimostrabile, a consolidarne la validità.
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RINO FRUTTINI