Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: domenica 24 dicembre 2017 17:54
A: ‘segreteria@ilfattoquotidiano.it’
Oggetto: Ho letto il Fatto quotidiano del 22 dicembre u.s.
Caro Direttore ,
ho l’altro ieri comprato “Il fatto Quotidiano”, a rendermi conto di come un quotidiano di nuova generazione, fondato nel 2009,sia stato organizzato nell’implicazione di costi, sia stato impostato nella linea redazionale e articolato nell’impagino per argomenti e target group. Ebbene, la prima annotazione che risalta è la dicitura sotto la testata : “ NON RICEVE ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO” , quasi una dichiarazione taumaturgica del tipo : “excusatio non petita , accusatio manifesta” . Ed il lettore si pone subito la domanda “ Evidentemente tutti gli altri quotidiani hanno un finanziamento pubblico, come la RAI, la quale campa non solo di pubblicità ma anche del canone dei cittadini che possiedono un televisore, ovvero di tutti i cittadini”. Ed il lettore ,ancora ,si pone la domanda: “Ma come fanno a quadrare il bilancio con un tiratura di appena 35.000 copie e scarsi introiti pubblicitari in quanto proporzionali a tale audience?”. Avranno dunque un padrone anche loro , che ne può condizionare la linea editoriale. Poi mi soffermo a leggere l’articolo di fondo di Marco: “AAA Di Maio Cercasi” in cui il direttore dice le seguenti cose, in sintesi : a) Ormai Matteo Renzi e il PD sono alla frutta, a causa dello scandalo banche; ed a comprova di ciò, in seconda e terza pagina un pedissequo report sul diario dei viaggi della Maria Elena Boschi, quasi una “Sinfonia italiana di Mendelssohn”. Come se agli italiani possa interessare se , come Minzolini, la Maria Elena sia passibile di denuncia alla A.G. per malversazione ai danni dello Stato. Due pagine, dunque di pettegolezzi. Solo che ad Alfonso Signorini, direttore di “CHI” sarebbero venute meglio ! b) I grillini, con il loro portavoce, presidente in pectore, capo del partito,(al netto dei consigliori Grillo & Casalecchio) non sono capaci di fornire all’opinione pubblica un minimo di sentiment di un partito che sappia controllare la barra di direzione; c) le iniziative in economia del governo attuale e del precedente non hanno provocato alcun miglioramento nei portafogli degli italiani (checché ne dicano i comunicati ISTAT) ; d) In conclusione Marco si mete lui medesimo ad elaborare una strategia per i grillini , e non poteva essere altrimenti essendo “Il Fatto Quotidiano” come noto l’house organ di M5S” . “Prima del responso elettorale- dice Marco , sintetizzo io per lui- presentatevi agli elettori d’intesa con Bersani ed il suo gruppo di reduci dal bolscevismo piacentino perché solo con loro potreste togliere alla Banda Bassotti degli evasori , titolari dell’economia in nero, un tesoretto di ben 200 miliardi di €.” . Ecco proprio questo è il grande equivoco che il prode Marco, come il prode Luigi (Di Maio) millantano davanti al corpo elettorale prossimo venturo. I 200 miliardi , intesi come imponibile sottratto al Fisco, ovvero circa 60 miliardi di imposte, sono già stati contabilizzati a redditi nel PIL nei rispettivi anni di competenza. Per dimostrare che essi avrebbero recato all’economia nazionale un valore aggiunto maggiore di quanto sia accaduto con la loro destinazione all’evasione fiscale, si dovrebbe svolgere un’analisi del valore e rispondere alla domanda : “L’evasore, con le sue spese in consumi , investimenti e risparmi , ha provocato più o meno valore aggiunto per l’economia di quanto avrebbe fatto lo Stato mettendo in bilancio quella somma fra le spese da sostenere ?” E’ questa la stessa logica dei picciotti , per cui se la mafia toglie loro il lavoro illegale dello spaccio di droga e del pizzo, il sistema dell’economia legale non è in grado di sostituirla (la mafia) come datore di lavoro legale. L’evasione esiste perché lo Stato non è efficiente e non è in grado di possedere competenze efficaci per ottimizzare le sue funzioni istituzionali , nel nostro caso con un budget ridotto almeno di quei 60 miliardi all’anno, a beneficio di una riduzione della pressione fiscale di pari importo. Ed allora si tratta di mettere a regime un meccanismo che con correlazione progressiva, attui la spendind review, efficienti l’accertamento e l’esazione delle imposte, e riduca le imposte alle categorie con maggiore propensione ai consumi e agli investimenti . Caro Marco, se tu ed i tuoi amici grillini non avete recepito questo semplice assioma e vi appendete al gancio giustizialista dell’evasione fiscale e dell’economia in nero da perseguire lancia in resta non andrete molto avanti , non tanto nel consenso e popolarità dell’opinione pubblica (il popolo bue fin dai tempi di Robespierre ha sempre osannato chi ergeva i pendagli da forca) ma nell’interesse dello Stato, ovvero della intera collettività. E qui mi taccio. Avrei altre cose da dire. Sarà per la prossima volta.
Cordiali saluti
Rino Fruttini
Se vuoi sapere chi è il tuo interlocutore , visita il mio blog: www.rinofruttini.it
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RINO FRUTTINI