Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: martedì 12 dicembre 2017 21:21
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: ”ricere a nòra accussì socra inticchia” (dico a Vittorio, perché Renato intenda)
Caro Vittorio,
questa volta il mio dire è indirizzato esclusivamente al tuo “alter ego” Renato ed al suo fondo di geo- politica di ieri su Libero: “Perché stiamo con gli israeliani e non con i Turchi”. E , in quel dialetto che ormai ti è familiare, ”ricere a nòra accussì socra inticchia” (dico a Vittorio, perché Renato intenda) , vado ad argomentare come segue.
Renato (Farina) ci propina una tesi quanto meno bizzarra nel sostenere Israele e la sua battaglia di Gerusalemme capitale , secondo l’editto “trumpiano” dei giorni scorsi. Il non riconoscere agli israeliani , o meglio agli ebrei tutti, Gerusalemme , capitale dello stato di Israele, è come “..impedire ai cattolici di riconoscere che il vescovo di Roma possa essere papa, mentre va bene una città sul mare, tipo Tel Aviv come surrogato di Gerusalemme: va bene Formia o Anzio al posto di Roma? Via, non si scherza con l’anima dei popoli”.
Caro Vittorio, capirai bene come strampalato sia questo ragionamento analogico di Renato. Ed allora io ne faccio un altro, che mi pare più calzante, a interpretare il pensiero del nostro. Considerato che Israele è uno stato confessionale, dove vige lo ius sanguinis di ebreo come condizione per il riconoscimento della cittadinanza israeliana (tutti gli altri, cattolici, protestanti, musulmani, induisti,… non hanno gli stessi diritti ); ebbene, così come prima della data del XX Giugno 1870 confessionale lo era anche lo Stato Pontificio (fra l’altro contemplava al suo interno anche una buona rappresentanza di ebri ) , perché non facciamo un flash-back alla storia e , d’accordo con Renato, proponiamo che i cattolici di tutto il mondo che lo desiderino possano migrare nello Stato Pontificio , una volta tornato ai confini con lo Stato Borbonico del Mezzogiorno, e con il Granducato di Toscana e il Regno Lombardo Vento al Nord ? Il ragionamento di Renato porta ad una convalida della sovrapposizione stato israeliano con la confessione israelita. E l’enfatizzazione di tale overlapping suona male per un giornale che già dalla sua testata si proclama vessillifero delle libertà laiche e critico di ogni atto di fede confessionale, a influire nella vita dello Stato sovrano . Mi si obietterà : “Il Pontefice dopo l’unità d’Italia ha avuto il riconoscimento della sua sede temporale : lo Stato del Vaticano” . Ma vogliamo confrontare tale situazione con quella dello Stato di Israele sorto con le incessanti attività di mezzo secolo di espropri, volte all’ occupazione della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme est, e della Striscia di Gaza, dando luogo a sistematiche violazioni dei diritti umani ai danni dei palestinesi. Semmai per il regno pontificio e la sua natura temporale è accaduto l’esatto contrario.
Poi Renato prosegue a lungo nel suo articolo , scagliandosi contro la Turchia ed Erdogan che inveisce contro Trump e la sua idea , apparentemente strampalata di Gerusalemme capitale dello Stato di Israele. Ma ancora una volta egli sbaglia. Occorre essere realisti e lungimiranti. Al punto in cui siamo non vale la pena, tanto per sollecitare l’amor proprio di un target di lettori filo israeliani, ribadirne le ragioni di fanatismo religioso . Invece, dopo aver riconosciuto che fu un grave errore aver previsto per la Palestina nel 1948 due stati sovrani , accettiamo lo status quo e provochiamo un cortocircuito che possa trovare una scintilla di geniale buon senso e far ritrovare ai palestinesi la strada fondativa del loro Stato sovrano. E Gerusalemme sarà la capitale anche della religione ebraica, ma non dello stato israeliano. Insomma come Gerusalemme è stata il crocevia di più religioni (ebrea, cattolica, musulmana) così non può divenire la capitale di uno stato confessionale. Non ci vuol molto a capirlo. E se Trump fa finta di non averlo capito è perché ha una strategia in mente, che è quella di stancare le parti in causa e poi farle sedere ad un tavolo e trovare finalmente una soluzione di pace, formalmente e attualmente condivisa. E se ciò avvenisse, come il repubblicano Nixon, dopo lo storico accordo con la Cina comunista nel 1972 venne apprezzato in tutto il mondo,così avverrà per Trump se riuscirà nell’impresa di pacificazione del Medio Oriente.
Non si capisce come genti, per secoli laboriose in contatto quotidiano di preghiere, cultura e interessi non possano ritrovarsi intorno a questi valori comuni.
Rino Fruttini
