.E questo, almeno a casa mia, si chiama “governabilità” tanto strombazzata nelle campagne di Forza Italia.

 

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: martedì 14 novembre 2017 15:31
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: ….E questo, almeno a casa mia, si chiama “governabilità” tanto strombazzata nelle campagne di Forza Italia.

 

Caro Vittorio,

mi pregio inviarti, per conoscenza, una lettera inviata su face book ad un mio amico, ex PSIUP, ora grillino. Penso che ti possa interessar,  per meglio impostare il “verso”o la rotta  della testata di Libero che sta veleggiando sempre più “alla burchia” ovvero senza timoniere e senza meta ! ( e qui mi viene in mente ancora una volta il mio primo libro: “La saga del Burchia” del quale ancora non hai fatto alcuna recensione).

 

Ci sono due considerazioni da fare sulla politica odierna, precedute da un’analisi (breve) sul come sia nato lo scontento popolare, assimilato e organizzato, secondo un subliminale sistema di input/output della protesta,  dalla combine “pensiero ed azione ” : Beppe Grillo/ Gianroberto Casaleggio (lo schema mazziniano è ancora efficace!).

La crisi politica, come sempre, ha una matrice economica. Economia reale prima, ed economia della finanza poi, in un contesto di espansione  del fenomeno di globalizzazione , hanno provocato anche in Italia squilibri sociali. Il trading finanziario, di stato e privato,  è stato il protagonista  della divisione internazionale della ricchezza , prima ancora che del lavoro. Ne consegue che la soglia di povertà man mano negli anni si sia elevata nei suoi target  qualitativi di “item” statisticamente rilevabili. Un esempio. Oggi il cellulare è ritenuto un bene di prima necessità, come il pane, il vestiario, l’alloggio. Inoltre le aspettative delle categorie meno affluenti si sono sempre è più elevate. Mi viene in mente la dicotomia fra offerta e domanda di posti di lavoro per i giovani che disdegnano occasioni di lavoro perché  fuori del proprio baricentro di residenza. A fronte di questo scenario, governi di centro sinistra o di centro destra non si sono resi conto del fenomeno grillino organico alla strumentalizzazione (intesa in senso organizzativo) della protesta.

Poi è arrivato il governo di questo giovane toscanaccio che risponde al nome di Matteo Renzi il quale, cosa ti fa ? Elabora, insieme alla ancor più giovane Maria Elena Boschi una riforma della Costituzione ed all’altra giovane Ministro delle P.A. Marianna Madia , quella dell’apparato della burocrazia ministeriale e degli enti locali. Non l’avesse mai fatto. Tutti a scagliarsi contro: da destra e sinistra dell’opinione pubblica,dai mass media accaniti, e da Grillo, sinistro/destro/sinistra  all’occorrenza secondo la collaudata tecnica dell’over all feeling , una volta detta del trasformismo .

Non solo. Renzi con il Jobs Act ha superato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, sollevando le ire del sindacato conservatore e bigotto. Non s’era mai visto nella storia della nostra repubblica un giovane che , in così poco tempo avesse messo il dito in una piaga che da tutti era ritenuta purulenta : burosaurocrazia, processi farraginosi di governance, mercato del lavoro ingessato. Tutti dunque contro Renzi, accusato poi, quando i provvedimenti , anche  a causa del nutrito “fuoco amico” ,non andarono in porto, come la Riforma Costituzionale, di averla personalizzata; e siccome restava antipatico, con quel suo modo di dialogare, di averla affossata.

Ora Remo (il riferimento è ad un grillino locale, Remo Granocchia al quale era diretta questa lettera) siamo messi in un tale “cul de sac” che né tu, con i tuoi grillini, né io con i miei renziani potremo alle prossime elezioni ottenere niente di buono.

Per cui non mi rimane che dire come al liceo verso la supplente che doveva arrivare: “Speriamo che Dio ce la mandi buona” . Infine, solo un inciso: Renzi ha governato, avendo realizzato quel po’ po’ di produzione legislativa summenzionata, con un margine risicato di maggioranza al Senato. E’ stato molto abile anche nella gestione parlamentare del suo mandato. Ha avuto una colpa grave: non ha saputo motivare e controllare i mass media :Telegiornali, Talk show, Social Web, Carta Stampata, ovvero tutti gli strumenti del consenso. I quali invece si sono autogovernati all’insegna dell’anarchia sciovinista e inconcludente. Ed infine un’ altra breve considerazione sull’esito della consultazione referendaria. Sarebbe stato sufficiente che Berlusconi avesse dato l’ordine ai suoi ascari di votare per il SI, ed ora la semplificazione del processo di formazione del consenso dell’opinione pubblica si sarebbe evoluta in quella della maggioranza di governo. E questo, almeno a casa mia, si chiama democrazia di popolo e  “governabilità” tanto strombazzata nelle campagne di Forza Italia.

R.F.

 

 

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RINO FRUTTINI