Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: sabato 11 novembre 2017 15:20
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: La bocconiana Tommasi, i titoli di Libero, e la Padania egocentrica
Caro Vittorio,
vedo che oggi Libero ti vede impegnato in menzioni storico settorial-calcistiche che sono le più corroboranti per l’intelletto e la cultura della nostra età. Ti invidio per la tua competenza in tale materia che a me mi coinvolse solo ai tempi dell’oratorio salesiano e poi nel collegio dei Padri Somaschi di Spello negli anni ‘50. Ma l’impegno era sul campo di gioco, come il tuo lo fu nei campi orobici dei Salesiani di Treviglio, che forse avrebbero ispirato quella meravigliosa canzone : “Azzurro” a Paolo Conte se fosse stato un orobico come te .
E tuttavia devo farti una riserva di tipo ideologico per l’articolo della Paola Tommasi. E solo il titolo evoca una serie macroscopica di contraddizioni. “ La disoccupazione non esiste a Bergamo, Brescia e Verona” . E chi legge si domanda in prima istanza: “Ma cosa vogliono questi padani che reclamano l’autonomia? Stanno già così bene!” Infatti chi fa i referendum è per ottenere qualcosa di meglio rispetto ai suoi simili più fortunati. Ad esempio si sarebbe compreso meglio un referendum dei calabresi, per avere più soldi da “Roma ladrona” e realizzare nuovi posti di lavoro o migliorare l’assistenza sanitaria o elargire il reddito di cittadinanza ! E la Tommasi, che fu esemplare l’altro giorno nel salotto “Otto e ½” della Lilli Gruber a dimostrare alcune chance del programma economico di Trump, nell’esaltare le meraviglie gestionali dell’autonomia nordica sembra aver dimenticato che Bergamo, Verona, e Brescia sono tutt’uno con l’economia nazionale. E, mi domando, forse senza i fenomeni dell’integrazione nazionale, come del Risorgimento, dell’Unità d’Italia, della prima guerra mondiale, fino a quella del Fascismo e della Resistenza e del boom economico del secondo dopoguerra, ora la Padania sarebbe una grande (nel senso di estensione geografica) pianura, intrisa di quel tessuto economico di intrapresa capitalistica che Voi oggi andate sbandierando nell’etere?
Da quello che dice la Tommasi, sembra che neppure una delle iniziative di legge di incentivi economici prese dal Governo di “Roma ladrona” degli ultimi decenni abbia provocato alcuna miglioria sullo standard produttivo della Padania o sulla vivibilità delle comunità che in essa “insistono”. Peccato che le cose non stanno in questi termini, Potrei citarne a decine di progetti di origine padana realizzati con i finanziamenti del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) con la legge sul “Made in Italy”, da me seguiti come tutor. Uno di questi riguarda una Spa con sede sociale proprio a Bergamo. Ed è inutile citare e comparare dati regionali di parametri macroeconomici che , proprio in quanto tali, non si addicono a dimensioni “micro” ovvero regionali. Sfido qualsiasi esperto di conti di Ragioneria Centrale dello Stato a scendere in tali dimensioni, senza il rischio di dare numeri per il lotto.
Pertanto ti prego, caro Vittorio, ancora una volta di non lasciare spazio all’inesperienza dei tuoi giovani collaboratori, ancorché “bocconiani”. I numeri della macroeconomia vanno saputi leggere e interpretare. Non a caso gli esperti ne parlano sempre in termini di percentuali, trend, sentiment, perfino di algoritmi …..un’allocuzione che ti fa accapponare la pelle !
Infine ti comunico che il titolo di ieri:
lo ho sottoposto ad un sondaggio di condivisione da parte degli amici di face book. Ti farò sapere come è andata. Per ora un caro saluto dal tuo
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RINO FRUTTINI