Renzi, Fazio , le banche e la cultura del sospetto

 

 

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviata il : lunedì 30 ottobre 2017 10:41
Da : ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Titolo : Renzi, Fazio , le banche e la cultura del sospetto

Caro Vittorio . mi sono dimentico di farti partecipe di  una e mail inviata al dr. Formigli a corredo della sua puntata “ Piazza Pulita” di giovedì 19 ottobre sul tema” crisi banche”, e in particolare sull’esito dell’intervista al prof. Giavazzi.

Spero possa essere utile al back-ground della tua redazione.

Cordiali saluti

Rino Fruttini

De: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Enviada em: venerdì 20 ottobre 2017 10:23
Para: ‘piazzapulita@la7.it’
Assunto: ENC: Renzi, Fazio , le banche e la cultura del sospetto

Caro Formigli,

ho seguito la puntata di ieri , incentrata sulla mozione parlamentare Dem per una svolta sulle funzioni di “controller” della Banca d’Italia verso il sistema bancario nazionale. Mi ha sorpreso l’intervento del prof. Giavazzi quando sostiene che sulla crisi delle banche oggetto della discussione (Paschi, Etruria, Banche Venete, Carimarche ..) la Banca d’Italia nella  sua funzione di controllo gestionale, preventivo e consuntivo, non ha alcuna colpa di omissione. Mentre, sempre a dire del predetto,  la vera causa della  crisi bancaria è da addebitarsi alla crisi economica, dal 2008 ad oggi, ed il conseguente calo del PIL, dal quale discendono le contrazioni degli altri fondamentali dell’economia: investimenti, reddito, consumi,  occupazione.

Il prof. Giavazzi dovrebbe sapere ( o fa finta di non sapere) che una banca , quando fa un prestito ad un cliente, gli richiede garanzie patrimoniali di solvibilità, più che proporzionali rispetto al valore del  credito concesso. Per cui , se un banchiere sa fare il suo mestiere e soprattutto se concede prestiti che rispondano a tale requisito, nel caso in cui il creditore divenga  insolvibile sul piano della restituzione del prestito , rimane  tuttavia solvibile sul piano patrimoniale, sia esso patrimonio finanziario (fondi di investimento) sia esso patrimonio immobiliare.

Ed allora  ( e qui il caro Giavazzi è stato reticente se non omissivo) cosa è successo al sistema bancario, nella realtà di crisi e fallimenti di impresa e creazione di crediti più o meno “in sofferenza” ? E’ successo che le banche in questione, anziché ridimensionarsi a bilancio, con parametri gestionali e strutturali, in funzione della lievitazione di crediti in sofferenza, hanno adottato la regola della finanza creativa del “fare di necessità virtù” . Così si sono indirizzate verso il rischioso mercato dei cosiddetti “derivati sub prime” ed hanno garantito i loro prestiti con il patrimonio in sofferenza dei loro clienti , falliti o in profonda crisi. Il loro business si è così orientato, nella confusione di ruolo, fra banche d’affari e  banche commerciali, andando a collocare le loro obbligazioni dei derivati nel mercato della loro clientela,  di piccoli risparmiatori male informati di periferia. Che cosa è successo dopo tali operazioni imprudenti se non malavitose ? Lo sappiamo tutti: i derivati si sono rivelati carta straccia, ed ora tutti a prendersela con la Croce Rossa, secondo l’antica formula “piove, governo ladro” , nella fattispecie il governo Renzi, reo solo di avere nella sua compagine una signora , preparata e bella, come la Maria Elena Boschi , che ha un padre che è stato vice presidente della banca Etruria per 9 mesi. Come a dire che le colpe (tutte da provare) dei padri debbano ricadere sui figli.

Ed ora domando all’esimio Prof. Giavazzi: dove era il presidente di Banchitalia , Visco nel momento in cui tali azioni delittuose venivano commesse dai suoi controllati ?

Il professore fa poi un altro ragionamento : “ Ma come, proprio ora che il PIL  da un meno 2% è passato ad uno più 1,5%, ci andiamo a compromettere con le agenzie di rating, ben disposte a premiarci con una tripla AAA, svilendo l’immagine del nostro tutore di buon governo monetario. Laviamoci in casa i panni sporchi  e pensiamo a consolidare la ripresa economica”. E qui la storia attiene alla politica, poiché di fronte alle provocazioni grilline, il PD non può stare fermo e lasciare che l’acqua del fiume scorra , con detriti e scorie, con il rischio che si crei una irreparabile collo di bottiglia di ingovernabilità. La scadenze elettorale è al primo punto all’ordine del giorno. Ed i Dem ci si avviano con diverse frecce al loro arco: una legislatura alla quale Renzi e Gentiloni hanno garantito solidità e continuità (quattro anni); un serie di interventi in economia e nella sfera dei diritti civili che hanno giovato alla credibilità democratica delle istituzioni; un referendum di riforma costituzionale che, seppure inopinatamente perso, ha dimostrato che un 40% dei cittadini è con Renzi e la sua proposta di semplificazione progressiva del sistema di governo e contro la conservazione burocratica.

Ed infine, caro Formigli, mi rendo conto che la materia  (alta finanza, banche, poteri forti, financo la massoneria)  sia stuzzicante per quegli scoop, senza i quali l’audience del suo, come degli altri talk show rischia di cadere, ma condurre la trasmissione con quell’aria di ragazzo perbene, ma ammiccante, insinuante, provocatorio verso il rappresentate del potere, nel caso specifico il bravo e all’apparenza trasparente sindaco di Firenze, mi ha lasciato un po’ infastidito. La ricerca della verità deve “volare alto”, senza “planare” su terreni paludosi, alimentando la cultura del sospetto.

Con i miei cordiali saluti

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RINO FRUTTINI