De: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Enviada em: mercoledì 25 ottobre 2017 14:52
Para: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Assunto: Ecco iI quesito elettorale posto ai padani: “Vuoi bene alla mamma?”
Caro Vittorio,
non ti ci facevo così intollerante, inquietante, acrimonioso, fazioso ed infine incompetente di bilanci dell’economia nazionale. Te la prendi con il tuo parigrado, Gian Marco Chiocci, direttore de Il Tempo che dileggia i padani con la loro smania di autonomia, e tralasci di considerare che i Padani sono stati per 10 anni a governare la Roma Ladrona , a frequentare le Hostarie di Trastevere rimpinzandosi di spaghetti “cacio e pepe” e trangugiando il vino di Frascati. In quegli anni, i tuoi amici padani, alla guida della Nazione non sono riusciti a ridurre l’indebitamento dello Stato, provocato soprattutto dal decentramento della spesa dalla “burosaurocrazia” centrale all’irresponsabilità dell’apparato regionale. Basta osservare le statistiche dell’indebitamento dalla metà degli anni ’70 fino ai giorni nostri , quando decollò l’attuazione costituzionale del decentramento, voluta dai social comunisti, d’intesa col governo centrale democristiano, per acquisire più potere nelle cosiddette “regioni rosse”. Ed i padani si riempirono la bocca di teorie sulla “devolution” ed i “costi standard”, a supporto del concetto di autonomia, intesa come decentramento delle entrate ma anche delle spese, senza riuscire a incidere per nulla nel sistema di governo della fiscalità e nei criteri di priorità e allocazione della spesa. Sei inquietante, quasi un po’ sobillatore nella foga dualistica dei pregi del nord e delle nefandezze del sud. Ma, caro Vittorio, il sud ha una storia di mafia molto lunga, percorsa dall’insipienza di uno Stato, prima albertino-monarchico, e poi nordista-repubblicano, entrambi insediatisi nei palazzi della nobiltà papalina di “Roma ladrona”, sotto l’influenza preminente di uomini di provenienza padana. Ebbene come si impegnarono nel riuscire a rendere l’amministrazione periferica del Mezzogiorno scevra da condizionamenti dello stato parallelo, mafioso e malavitoso? Semmai furono mallevadori di nuovi insediamenti produttivi , con risorse manageriali nordiste (Parmalat, Fiat, Rovelli, tanto per citarne alcune) e capitale di rischio, a carico del “fondo perduto” dello Stato di “Roma ladrona”; ma mai si sognarono di combattere a fondo l’altro stato, lo stato mafioso. E tu ora vai a pontificare sulla valenza della supremazia nordista in un confronto con il Mezzogiorno, dove l’Italia intera ha peculiari responsabilità di inettitudine. E non si tratta di una generica e superficiale “chiamata di correo”, ma semplicemente di una obiettiva comprensione della storia ed della cronaca riletta nei giornali dell’epoca.
Libero in queste settimane ha spostato l’attenzione dall’Europa, dall ‘Euro e da Bruxelles, anch’essa ladrona (tutto ciò che non è padano, è lestofantismo ), alle beghe di una campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento a marzo 2018 , che i padani hanno avuto la dabbenaggine di anticipare in un nuovo referendum il quale, contrariamente alla critiche che fecero a quello sacrosanto della riforma costituzionale dicono che costa poco o niente. Può anche essere stata una prova elettorale, quasi un sondaggio per misurare la fedeltà di un elettorato leghista all’icona del Carroccio. Ma è chiaro che dopo tale genialata, Salvini se la può scordare la campagna sudista; come pure a Berlusconi restano poche frecce nell’arco delle sinergie elettorali di centro destra, dopo averle sprecate in altalene ideologico/pragmatiche fra riforme elettorali, costituzionali e autonomiste/indipendentiste.
Fassino alcuni giorni prima delle ultime elezioni, alla Gruber che lo intervistava ad “Otto e ½”, definì il quesito elettorale alla stregua di una domanda agli italiani: “Vuoi bene alla mamma?”.
Mai evocazione di freudiana ispirazione fu più azzeccata.
Un caro saluto dal tuo
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RINO FRUTTINI