Vademecum per Sallusti

De: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Enviada em: lunedì 18 aprile 2016 14:46
Para: ‘Segreteria Il Giornale’
Assunto: Vademecum per Sallusti

 

Caro Sallusti,

se non ho letto male il tuo articolo di fondo dell’altro ieri, Renzi e il suo governo sarebbero stati delegittimati, almeno sul piano politico,  se oltre il 35% degli aventi diritto si fossero recati alle urne, indipendentemente dal votare si/No. La stranezza di questo referendum è la sommatoria delle anomalie che si riscontrano , sia ante e post referendum, fra coloro che intendono misurarsi, anziché sul quesito referendario, sulla questione della politica Renziana, innanzi tutto e poi ambientale in subordine.

Sul primo punto, caro Direttore, Renzi la vince su tutte le “lunghezze” e su tutti i confronti, fra grandezze omogenee (come si usa dire nelle rilevazioni statistico-quantitative) e disomogenee. Ciò a dire che se mettiamo i dati referendari, sul piano quantitativo, comunque Renzi vince. Ma c’è un particolare che sfugge sia a te che ai tuoi colleghi della stampa e dei media audio-TV. Se veramente Renzi è quel “ducetto”, quel ragazzotto di provincia, arrogane e prepotente, come ce lo rappresenta l’ottimo (almeno per altri versi) Piero Ostellino, come è possibile che si sia fatto giocare da regioni a maggioranza DS  come sono quelle capitanate  dall’arrogante (questo si che è tale!) Michele Emiliano nel portare la nazione a spendere 300 milioni per un referendum che il premier , giustamente, non voleva ?

E veniamo al prossimo referendum, sulla riforma istituzionale. Ma come è possibile starne ancora a discuterne dopo oltre  32 anni dal novembre del 1983 dell’insediamento della riforma della Commissione bicamerale della riforma Bozzi?

Caro Direttore, se hai l’occasione di incontrarti con il Presidente Berlusconi, fargli presente che fu un errore non concludere per tempo il patto del Nazareno, con una riforma parlamentare bipartisan (forse senza neppure ricorrere al referendum popolare)  e poi  andare alla elezioni per eleggere un uovo parlamento con una nuova legge elettorale condivisa. Il PDL non si sarebbe diviso e chi avesse avuto più filo da tessere, avrebbe raggiunto la maggioranza a premio elettorale per la governabilità

Ora al punto in cui siamo la riforma della Costituzione, indispensabile  per rendere il processo decisionale della nostra politica allineato a quello degli altri paesi europei è sacrosanta.

Peccato che il centro destra sia fuori da tutti i giochi,come ogni scadenza politica di qualche importanza sta a dimostrare, checché  sia l’interpretazione , quasi mai “autentica”, della stampa e de “Il Giornale “ in particolare.

Mi creda, Suo aff.mo

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RINO FRUTTINI