Ventotene , l’Isola di Santo Stefano e il “Centro internazionale dei diritti dell’uomo”.

De: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Enviada em: giovedì 25 agosto 2016 10:21
Para: ‘Rino Fruttini’
Assunto: Ventotene , l’Isola di Santo Stefano e il “Centro internazionale dei diritti dell’uomo”.

 

Caro Vittorio,

sto leggendo, seppure in ritardo un articolo di Robi Ronza che gentilmente mi invia per e mail.  Su l’evento di Ventotene, da te stigmatizzato con titolo, articolo di fondo  e foto ad effetto (“I tre becchini”), avete la stessa reazione. Molto critica, non tanto per l’idea di Renzi  di rilanciare l’idea di Comunità Europea, quanto per disconoscere Spinelli, Rossi  padri di un’Europa degna di un concerto di Nazioni democratiche e consociate verso la UE. In particolare viene sottolineato come il Manifesto di Ventotene echeggi utopie comuniste e formuli la negazione di diritti liberali, come la proprietà privata. In realtà i confinati di Ventotene erano “azionisti”, acculturati alla pratica filosofica  ed alla rigida morale politica di “Giustizia e libertà”. La proprietà privata, ad esempio, era legata alla capacità del suo titolare di saperla mettere a frutto nell’interesse della società.

La legge del repubblicano  Bucalossi  sulla proprietà pubblica  dei terreni, distinta da quella privata del bene edificato,  del 1977, seppure molto criticata,  era formulata in tale ottica. Ma Ugo La Malfa, segretario del PRI e V. Presidente del Consiglio in quel periodo  non era sicuramente un comunista.

Ma l’incontro dei tre statisti , nonché “becchini”, sarebbe dovuto avvenire nell’isola di Santo Stefano, a poche centinaia di metri da Ventotene,  dove venne costruito dall’architetto Carli, per conto dei Borboni, un carcere modello, nel senso che , secondo il criterio del “panottico”, seguito nella realizzazione del teatro San Carlo di Napoli, dalla postazione del palcoscenico, si dovevano vedere tutti i palchi. Fuor di metafora, i palchi del carcere erano le celle, rivolte verso una garitta centrale, secondo una prospettiva di grande efficacia nel controllo a distanza dei detenuti. Ebbene tale costruzione in stato fatiscente,  nell’intenzione dell’allora presidente della Regione Lazio , Piero Badaloni, doveva essere trasformata in un “Centro internazionale dei diritti dell’uomo” . Venne indetto un bando sullo studio di fattibilità, al quale partecipai e vinsi in A.T.I. (anno 2003) con la mia società di terziario avanzato. Mi fa piacere inviartene una sintesi in allegato.

Cordiali saluti

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RINO FRUTTINI