Memorandum “a contrari” per il Direttore

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 7 luglio 2016 12:46
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Memorandum “a contrari” per il Direttore

Caro Direttore,

la linea editoriale di Libero sul piano della politica europea è autolesionista. I criteri di analisi critica della politica economica del Governo Renzi  sono  equivoci e incoerenti.

Sostieni a spada tratta che l’Italia avrebbe notevoli vantaggi ad uscire dall’Euro e pertanto dalla Ue,ovvero : “Parlamento europeo, Consiglio europeo,Consiglio dell’Unione europea,Commissione europea,Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE),Banca centrale europea (BCE),Corte dei conti europea,Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE),Comitato economico e sociale europeo (CESE),Comitato delle regioni (CdR),Banca europea per gli investimenti (BEI) ,Mediatore europeo ,Garante europeo della protezione dei dati (GEPD),Organismi interistituzionali “. Su tale semplice questione hai imbastito un referendum!! Ma di che cosa stiamo parlando ?

Ha dato la stura ad una serie di dati statistici di PIL , comparativi fra diverse nazioni. Mi viene in mente la statistica del pollo di Trilussa. E’ venuta meno la logica del “buon padre di famiglia” che nel fare i bilanci deve soppesare tutti i parametri che li condizionano. Come si fa a parlare di PIL, senza mettere sul piatto della commensurabilità il debito della “PA allargata”, volendo distinguerne il centrale rispetto al periferico per individuarne meriti e responsabilità gestionali.

Quando Renzi venne nominato da Napolitano Presidente del Consiglio dei Ministri , dopo l’ingenuo e plateale fallimento di Bersani ,nel  tentativo di governo con i “grillini”, e la sopravvalutazione delle capacità di Letta, egli aveva il mandato di formare un governo di larghe intese (patto del Nazareno) con il PDL per semplificare, secondo assetti europei, il processo decisionale della politica. Andava dunque riformata la Costituzione. Poi è andata come tutti sappiamo.  Ora siamo al referendum di Ottobre. Votare “Si” è come dare un segnale di condivisione alla carta d’Europa. Votare “No” è una dichiarazione di nostra superiorità di splendido isolamento , che ci fa proclamare la nostra Costituzione , come “..la più bella del mondo”. Ed ecco la seconda  tua incoerenza. Pretendi di riconoscere valida la riforma costituzionale proposta da Renzi , e poi non la vuoi rendere operativa in funzione di una maggiore “convergenza ed armonizzazione”  verso la CE.

Non capisco quali possano essere i nostri benefici nel ritorno ad una liretta, inflazionata (caro vita), svalutata ( poveri risparmi !), indebitata (dove arriveranno gli interessi sul debito sovrano e le imposte per sostenerlo nei mercati dei “bond”?). Per fortuna che siamo sotto l’ombrello CE; altrimenti la recessione non sarebbe deflattiva ma inflattiva,  e pertanto ancora più devastante di quanto non sia ora.

Infine, caro Vittorio, hai controllato i tuoi risparmi mobiliari e immobiliari, da qualche settimana a questa parte ? Ne sei soddisfatto del loro repentino calo ?. Io no. E’ il primo segnale di “Italexit”.

E nonostante tutto continuo a comprare “Libero”. Ogni tanto posso visualizzare qualche sprazzo di onestà intellettuale , da contrapporre ai “quaraquaquà” dei talk show e di qualche giornalone antirenziano.

Nonostante tutto, con simpatia da

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RINO FRUTTINI