Ma guarda un po’ che diavolo di un Direttore, fedifrago e puttaniere

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: sabato 24 giugno 2017 12:37
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Ma guarda un po’ che diavolo di un Direttore, fedifrago e puttaniere

 

Caro Vittorio,

ieri mattina apro Libero e che ti leggo nell’articolo di fondo del Direttore ? Un titolo molto osé: “Meglio dare soldi alle mignotte che alle banche”.

Mai un titolo acquisì un tale elevato indice di “captatio benevolentiae”. Per rendersene conto , basta consultare le statistiche della borsa dove le banche  la fanno, o meglio, la facevano da padrone; o fare il confronto sul trend della capitalizzazione  dei fondi di investimento, che le banche gestiscono; o misurare la capacità dei gestori della finanza del capitale nazionale di accendere linee di credito in base  alla conoscenza  di prospettiva di mercato dei loro clienti imprenditori; o di finanziare un progetto di innovazione, sapendo valutare rischio di impresa e capacità di progettazione, programmazione e gestione del giovane imprenditore (le cosiddette start up).

Ma non è questo il focus del mio dire .

Ed allora mi domando: “Ma come fa Vittorio ad avere così tanta esperienza di mignotte se lui non aveva neppure diciassette anni quando entrò in vigore la legge Merlin che soppresse i casini , finanziati, gestiti e controllati dallo Stato ?” . Come fa , un ex chierichetto come lui , timorato di Dio, che cantava il Tantum Ergo in una chiesa orobica, a conoscere dove erano i  tre  ‘loci publici ‘ (o casini)  sul colle bergamasco, tutti dislocati in fila indiana lungo la Via San Lorenzo ai civici 18, 20 e 22”?.

Me lo chiedo io; ce lo chiediamo tutti. Ma soprattutto se lo chiedono i lettori di Libero. Ma la risposta la do con certezza, da subito: “Falsificava il suo atto di nascita e la sua carta di identità”. Ma guarda un po’ che diavolo di un Direttore, fedifrago e  puttaniere !

Con osservanza  e circospezione,

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RINO FRUTTINI