Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: venerdì 25 agosto 2017 19:22
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: “Intorno alle dissertazioni di politica monetaria del prof. Rinaldi”
Caro Vittorio,
dalla lettura degli articoli di politica economica apparsi su Libero in queste settimane sembra che tu ed i tuoi consulenti per lo sviluppo dell’economia Nazionale, compresa quella delle regioni dello Stato di Padania, in cerca di autodeterminazione istituzionale, abbiate raggiunto la quadra della formula vincente per “più Pil per Totti” . Scusami tanto per l’ironia. Ma “quanno ce vò, ce vò”, come dicono a Roma. L’ultima chicca, in ordine di tempo ce la fornisce oggi in “Libero Economia” il prof. Rinaldi. Il suo pensiero per ridare slancio al sistema non è quello suggerito banalmente da Berlusconi la volta scorsa, ovvero la doppia moneta (una per la spesa della massaia al mercato rionale; l’altra per far competere la produzione nazionale nei mercati internazionali). Egli invece suggerisce mettere in circolazione biglietti di Stato da lire 500 da convertire nell’equivalente di 1 Euro in moneta secondo “..il corretto valore che gli italiani hanno sempre riposto alle banconote rispetto alle monete metalliche”. A parte il concetto sibillino, di “tremontiana memoria” per cui una circolazione della banconota da 2 Euro avrebbe funzionato meglio di quella in moneta, resta una lacuna nella logica dello sviluppo se questi , per realizzarsi, anziché scorrere secondo l’alveo dell’Euro, si fosse diviso in due itinerari separati, prima lira-moneta e poi euro-banconota, ed infine ritrovarsi nelle casse della banca emittente come in una stanza di compensazione , per un ritorno alla moneta unica. Resta da dimostrare : come stabilire i criteri di una politica dei consumi? dei redditi ? degli investimenti keinesiani? A chi e come , e dove distribuire la nuova ricchezza monetaria, a salvaguardia di un ritorno ad un tasso di inflazione decente ? (si parla almeno del 3-4%, ovvero il doppio dell’attuale).
L’unica politica seria per un rilancio del nostro benessere e tenore di vita è quello degli investimenti strutturali, per razionalizzare il processo produttivo delle attività economiche (agricoltura, industria e terziario) e della riforme istituzionali e delle organizzazioni economiche al fine di rendere il conto economico delle imprese efficiente nella sua composizione dinamica ed efficace per lo sviluppo dell’occupazione.
Caro Vittorio, per svolgere una “mission “ di tal genere non occorre ritornare al modello Aretusa delle 500 lire, come quello di seguito:
Occorre semplicemente una maggiore competenza sul come si sviluppa la ricchezza ( classe imprenditoriale), una maggiore consapevolezza nell’organizzazione e gestione del “fattore lavoro”, una tensione unitaria e coesa del MEF e del MISE.
E, te ne prego, lascia perdere i giochini monetari del tipo “ Modello Aretusa” o le avventure alla Brexit. L’Euro è l’unico ombrello-parafulmine che ci possiamo permettere in questa era della globalizzazione della finanza speculativa che tutto si porta via, peggio di una terremoto e di uno sciunami. Non molliamo gli ormeggi e rinforziamo le gomene di sistema produttivo, magari prefigurando uno scenario della politica che vada al di là delle beghe del Centro destra o delle scaramucce massimalisti/riformisti del centro sinistra.
Con l’affetto di sempre, ti saluto
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RINO FRUTTINI