Intorno a :“…burocrazia mostruosa e avida, un sistema fiscale affamato , un clima complessivamente ostile al capitalismo”.

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: domenica 21 agosto 2016 15:32
A: ‘Direzione Libero’
Oggetto: Intorno a :“…burocrazia mostruosa e avida, un sistema fiscale affamato , un clima complessivamente ostile al capitalismo”.

 

Caro Vittorio,

i tuoi articoli, seppure parzialmente erratici, sono sempre stimolanti. Mi spiego. Oggi tratti ancora di Euro ed EU, sotto accusa per non attuare una politica fiscale , entrate/uscite ,  omogenea in tutte le sue componenti euro-geopolitiche . Ma basta pensare ad una “filiera della ricchezza nazionale”, ovvero dove nasce e dove si perpetua  il nostro reddito, per integrare il tuo articolo odierno e meglio capire e condividerne la sua morale. Partiamo dalla “…burocrazia mostruosa e avida, un sistema fiscale affamato , un clima complessivamente ostile al capitalismo”. Spesa per la PA, produttività della sua gestione, efficacia della sua azione sono, in una delle tante indagini  della CGIA di Mestre, di gran lunga inferiori alla media europea, per parametri significativi presi in esame. Ciò significa che se la forza lavoro impiegata nella PA fosse ai livelli medi europei, risorse di braccia e intelligenze , e  fabbisogno di reddito in essa esuberanti  sarebbero andati al settore della produzione   industriale e del terziario avanzato,  e di conseguenza il fabbisogno del gettito tributario si sarebbe di gran lunga contenuto, a vantaggio di una riduzione delle imposte, tasse e tariffe. Infatti il sistema fiscale è molto articolato in funzione del rapporto costi/benefici stabilito anche nella summa degli articoli della Costituzione. C’è da dire inoltre che lo Stato, per onorare i suoi impegni con l’organizzazione della PA ed i beneficiari  dei suoi servizi (sanità,istruzione,  infrastrutture, burocrazia gestionale della macchina pubblica, etc.) dal momento che negli anni ’70 si è creato un meccanismo perverso  nel “rapporto costi benefici”, dato il loro squilibrio, a vantaggio di questi ultimi (le attese dei cittadini-contribuenti verso la politica, sono state e sono sempre maggiori ,rispetto alle risorse reali di un bilancio della PA, sempre in deficit), l’indebitamento dello Stato centrale e periferico si è andato sempre più gonfiando. L’Europa, ovvero Merkel, vassalli, valvassori  e valvassini vari , non possono sobbarcarsi oneri pregressi, a loro non imputabili oltre i limiti di una solidarietà fissata nella politica economica comunitaria. Per cui , solo  con una politica di bilancio, dello “stop & go”, dell’elasticità nella gestione del deficit,  dell’armonizzazione e compatibilità delle grandezze “macro”, omologabile con la media europea si potrà contenere l’imposizione fiscale. Tertium non datur.

Ancora una volta la mia stima e simpatia,

 

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RINO FRUTTINI