Gori e Romizi. Bergamo e Perugia. L’Italia dei cento comuni.

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: martedì 11 luglio 2017 18:03
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Gori e Romizi. Bergamo e Perugia. L’Italia dei cento comuni.

 

Caro Vittorio,

posso comprendere la tua soddisfazione per il riconoscimento alla tua Bergamo delle “mura “ seicentesche  come Patrimonio dell’Unesco. Ed ancor più mi rendo conto di come  l’aggressione del turismo, come si usa dire, “mordi e fuggi” , si sia insediato nelle menti e nei propositi di tutti coloro che da esso vogliano trarre benefici economici, prima ancora che culturali. Come avrai compreso dalle mie e mail pregresse, io vivo in un centro storico, come quello di Perugia  nel quale il turismo, di per se rumoroso e consumistico (leggi:  fonte di inquinamento a 360°), è continuamente sottoposto ad eventi attrattivi come Umbria Jazz (di questi giorni), Euro Chocolate, Perugia is open, mercati e mercatini,  e quant’altro serva a incentivare l’incontro commerciale  di  domanda e offerta; che, vedi caso, è tutta concentrata nella ristorazione appiattita e standardizzata del franchising  del fast food . Altro che made in Italy o gourmandise a “km. zero”. La medesima considerazione vale per l’altro segmento del business di un centro storico che ancora possa “tirare”, ovvero del Sistema moda. Una eccezione mi pregio di rilevare: il festival del giornalismo al quale anche tu partecipasti con un intervento sul calcio. Non presenziai ad esso, non essendo appassionato di calcio ; e poi , mi dissi che un Vittorio Feltri merita di essere  udito per ben altri e impegnativi argomenti della cultura della carta stampata !

Sia a Bergamo che a Perugia due sindaci di Forza Italia dominano la scena politica locale. A sentir  te, Gori sembra impeccabile. Mi risulta che il centro storico orobico soffra di crisi di commerci e innovazione di nuovi insediamenti produttivi. Quello di Perugia non è da meno. Solo che l’avv. Romizi ha la presunzione di sviluppare l’attrazione della domanda con un’offerta sistematicamente illegale sotto il profilo dell’inquinamento acustico ed esalazioni odorigene (piani di cottura dei fast food senza canna fumaria) . Nessuna iniziativa si svolge nel rispetto del Regolamento di Polizia urbana o nei limiti di vincoli acustici nell’espansione dei decibel di cantanti e strumenti musicali.

Sono stato qualche volta a Bergamo, anche in un fine settimana. Non mi pare che il vostro C.S. abbia una qualche salvaguardia ecologica migliore di Perugia, o di Lucca, da me vissuta  per un anno , o di Piacenza.

La morale, caro Vittorio, che stiamo perdendo la connotazione o prerogativa di Italia dei cento comuni , tanto per citare il famoso libro di Indro Montanelli e Roberto Gervaso  e siamo entrati nell’era delle  cento  locations ( tanto per citare un  concetto à la page) dei refettori e della somministrazioni di panini e bevande alla Mc. Donald’s.

Con l’affetto di sempre

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RINO FRUTTINI