E se tutti i socialisti fossero diventati sansepolcristi nel 1919 ?

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: mercoledì 12 luglio 2017 11:58
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: E se tutti i socialisti fossero diventati sansepolcristi nel 1919 ?

 

Caro Vittorio,

da alcuni giorni stai scrivendo sul caso dell’Eber green di Chioggia. Poiché proprio di questo si tratta. Il fascismo e il mito di Benito , che Fellini nel suo Amarcord  ricorda  come  il “testone” effigiato ad una festa riminese ,in una gigantografia, contornata da  luci e fiori, riesce ancora a mostrare epigoni , non tanto nostalgici di un’ideologia ormai dismessa  nella soffitta dell’archivio dei simboli  obsoleti, ma semplici remake , di una goliardia  che ormai pareva tralignare.

In questi giorni ho passato al mio editore il terzo libro, anch’esso di antiche  memorie, calate  in uno scenario della storia della prima guerra mondiale e dell’epopea dannunziana di Fiume. Un mio zio, ragazzo del ’99, aviatore-pilota a poco più di 18 anni ne è il  protagonista . Ovvio che mi sia documentato, oltre a cronache e fondi  giornalistici dell’epoca, anche sulla storia del fascismo di Renzo De Felice.  Ne emerge uno spaccato sulle contraddizione dei socialisti di quel periodo di fronte alla scelta intervista/neutralista nel primo conflitto mondiale. E se Mussolini già dalla costituente  sansepolcrista  del 1919 di un fascismo proletario (basta leggere Il Manifesto fondativo del fascismo al teatro San Sepolcro a Milano il 23 marzo 1919)  dimostrò di essere su posizioni culturali ed economiche da social comunista, gli altri socialisti non vollero riconoscergli la supremazia intellettuale e organizzativa, per ricomporsi in tante correnti di personalismi  egocentrici. Un po’ come accade oggi nel PD e come la recidiva di scissioni della sinistra  ha segnato la politica italiana dal dopoguerra in poi.

Io penso che il fascismo , per come si è andato a consolidare in dittatura della borghesia, dopo il delitto Matteotti del 1924,poteva senza alcun dubbio  affermarsi con  una vera  rivoluzione  a connotazioni bolsceviche secondo i prodromi  sansepolcristi ;  soltanto che tutti i socialisti aderissero a tale Manifesto Fondativo.  Non faccio simulazioni su come sarebbe andata a finire.

Sicuramente, come istituzione, in una repubblica presidenziale tipo francese  e come sistema organizzativo nella  dittatura del proletariato, secondo il modello russo. Con grande soddisfazione della seconda generazione con i  vari Napolitano, Amendola, Togliatti, Pajetta, Scoccimarro, fino a Berlinguer e D’Alema.

Cari saluti

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RINO FRUTTINI