E’ poi “cyber stalking”?

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: domenica 6 novembre 2016 08:19
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: E’ poi “cyber stalking”?

Caro Vittorio,

continuo  a perseguitarti con il mio cyber stalking. Ma in fondo ti sarà utile per un monitoraggio del tuo target. Questa volta affronto tematiche complessive e complesse. Complessive perché contigue ai “massimi sistemi”. Complesse perché pressoché  insolubili. Vengo ai fatti. Ieri Stefano Parisi si è palesato a Perugia, al Teatro del Pavone. Un discorso condivisibile sia in politica economica  ( tasse/imposte/tariffe, produttività, investimenti, occupazione) nella quale è apparso più ferrato che non sui temi civili (libertà, morale, solidarietà, immigrazione). Sulla disputa EU/€ non si è pronunciato, se non per dire che il “ territorio va ascoltato” (mi viene in mente la scena film west del sioux che, orecchio a terra, avverte l’arrivo imminente dei visi pallidi). Infine ha concluso sul referendum, annunciando il suo “NO”, ma senza spiegare per quale motivo  Berlusconi e Forza Italia sia passato dal patto del Nazareno con Renzi  alla attuale posizione negativa.

Leggo “Libero” e sul ricorso anti brexit di una esponente dei poteri forti , materializzati questa volta negli  hedge fund, ho recepito che la volontà popolare non venga rispettata. Vorrei rilevare che l’Inghilterra è una monarchia parlamentare. Le decisioni della politica sono di competenza della cosiddetta “camera bassa” composta da rappresentanti eletti dal popolo e , come in Italia, leggi e trattati rientrano nelle sue competenze. Pertanto anche la Brexit deve essere votata dal parlamento. C’è solo un particolare. Gli inglesi,  privi di una costituzione scritta, hanno fatto un po’ di confusione sulle procedure. La prima votazione andava sottoposta al parlamento. E poi , per una conferma e/o abrogazione, al referendum popolare.

Come vedi sono tornato ancora sulla Brexit , non solo per confutare quei soloni costituzionalisti che si scandalizzano se un “parlamento  del popolo” possa mettere in discussione un  “verdetto di popolo”, con uno scarto di voti pressoché inconsistente, ma per confermarti tutto il mio disappunto per l’avversione tua e del tuo giornale ad un’Europa che , nonostante le sue  debolezze strutturali di sistema di governo e di carenza programmatica nelle politiche economiche e di sicurezza verso il terrorismo e l’ondata migratoria, è l’unica soluzione in un contesto di globalizzazione dove non c’è spazio per velleità da solisti.  Inoltre non dimentichiamoci che  da qui a pochi mesi molte nazioni della EU andranno al rinnovo di parlamento e governo con le elezioni presidenziali in Francia e le elezioni legislative in Germania. Siamo dunque in un periodo di stallo. Ed allora è profondamente sbagliato sollecitare e amplificare il malcontento degli italiani  in chiave Italexit, come stai facendo, quando al contrario i nostri punti di debolezza (ricordi l’analisi SWOT di cui ti ho parlato la volta scorsa ?) sono i costi della burocrazia della PAA, la incapacità di intrapresa dei nostri giovani, che stazionano , nulla facenti, presso la casa-albergo dei genitori e dei nonni, la non ottimizzazione delle risorse pubbliche e private, per scarsità di visione strategica e di gestione ordinaria, lo scetticismo verso le istituzioni ed i partiti (leggasi: la Politica). Il fenomeno del Grillo parlante e del pifferaio magico che ti rappresento da una illustrazione della fiaba su una vetrata di una chiesa di Goslar, ne è la conseguenza.

 

 

 

In questo scenario, quanto meno critico, è facile usare la tecnica della demagogia con  il megafono dei vari talk show, quasi tutti condotti da abili deformatori di concetti e notizie , schiavi dell’audience imposta dai canoni dell’advertising. Caro Vittorio, il tuo dante causa Belpietro ha fondato un giornale dall’impegnativa testata: “La Verità”. Ecco, una raccomandazione  anche a te , esponente del “quarto potere”. La verità è “ in mente Dei”.

Un caro saluto,

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RINO FRUTTINI