Da “patata bollente ” a “Boschi in fiamme” . Ecco l’itinerario sessista di Libero.

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 11 maggio 2017 16:15
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Da “patata bollente ” a “Boschi in fiamme” . Ecco l’itinerario sessista di Libero.

 

Caro Vittorio,

è indubbio che  per vendere  un quotidiano, in periodo di crisi della “carta stampata”  sia necessario un titolo, in prima e a tutta pagina . Deve essere eclatante, malizioso, pruriginoso, carismatico, evocativo, dissacrante, ma anche denunciante, se non anche vagamente diffamatorio, ma per “sentito dire “. Alla “Crozza”, insomma.

Oggi sei passato dalla “patata bollente” della Raggi alla “Boschi in fiamme” con una foto della Maria Elena,  colta in un frammento fotografico che può sintetizzare  un’espressione insinuante , voluttuosa, quasi da femmina procace.  Alcuni vi potranno riscontrare un po’ di sessismo; soprattutto se combinato al titolo che, come sempre, si richiama alla “gnocca”. Ma tutto ciò ci può stare. Pochi cittadini del mondo possono farsi belli di una “ministra” così avvenente e provocatrice e di una “sindaca” apparentemente dimessa, ma dall’occhio felino e pungente, loro  malgrado. Ma veniamo alla sostanza della questione.

C’è un attempato signore, di chiara fama editoriale che, essendo disoccupato, non sa che fare e si diletta a scrivere un libro di memorie, sperando  che sia memorabile anche nelle vendite. Quello che si fa (e tu e gli amici di Libero , lo sapete bene), per  vendere  carta stampata, notizie, pareri non richiesi  e concetti in libertà (vedi propaganda all’Italexit!) !.

La “notiziona” sarebbe  che la Boschi , due anni fa avrebbe chiesto a Unicredit se avesse  potuto   farsi carico di Banca Etruria, con  le sue pendenze. Niente di male. In fondo  il babbo della Boschi, allora, era semplicemente  il Vice Presidente di una Coop. a R.L. , ovvero un ente senza scopo di lucro. Mentre, al contrario,  se  Boschi padre, nella qualità di Vice presidente di Etruria  fosse stato penalmente perseguibile, per aver compiuto atti   contrari alla legge, allora si sarebbe configurato  un reato della ministra, di commistione/collusione  con il genitore ; ma siccome ciò non è , dove sta l’atto illecito della Boschi, se non di cercare  un’ancora di salvezza alle migliaia di risparmiatori  che avevano  investito in “obbligazioni derivate”, proposte e raccomandate  dai funzionari di Etruria?

Si dice: il reato è politico, di conflitto d’interessi. Ma siamo seri, caro Vittorio ! Dammi il nome di  un politico che non abbia interessi sparsi un po’ dovunque e non abbia perorato cause “pro domo Sua”. Soltanto nel tuo settore, della informazione, stampata e non, quanti casi di “conflitto di interessi” possiamo enumerare? . Basta che tu parli con un politico, il quale, sia o sia stato giornalista, e che conti qualcosa nell’establishment  ed ecco che spunta il conflitto. Il 100% di attività lobbistiche può rientrare nel conflitto di interessi!!!

Ed infine : chi ha pronunciato( o può pronunciare)  , su tale questione così dirimente per le sorti della Patria, della politica nazionale e del governo, una parola di verità ? Forse  De Bortoli? Ma dovrebbe indicare la fonte, con documenti ineccepibili. Forse la Unicredit, nel suo vertice , A.D. e/o Presidente di allora ? Ma potrebbe (dovrebbe)  trincerarsi nel segreto professionale. La stessa Boschi ? Ma poi, è suo l’onere della prova?

Caro Vittorio, ancora una volta una buona parte del mondo politico, con supporti divulgativi  degni di miglior causa, sta creando un polverone  dal quale emergerà innanzi tutto il De Bortoli con l’insperato  business del suo libro, la Boschi , vittima sacrificare di un rito che ormai avrà  finito di  non convincere più nessuno . Comprimari dell’ennesima sceneggiata saranno come al solito gli italiani che hanno di fronte questa classe politica e questa Stampa che più che “cattiva”, aggettivare non si può. La verità è che ancora ci stiamo  leccando  le ferite  di una crisi economica e finanziaria che  sembra non finire mai e della quale non si riesce a identificare i veri colpevoli, essendo  crisi di sistema che in altri periodi della storia ben altri epigoni “antisistema” avrebbe  potuto prospettare. Sono invece gli sciacalli  di sventura che trovano in tali scenari il loro brodo di cultura. Per concludere faccio una proposta alla Nino Frassica di “Che fuori tempo che fa” .  Propongo come gadget per il prossimo numero di Libero un cornetto rosso  contro la jella. Farà molto bene al morale degli italiani. E le vendite di Libero andranno a ruba. Te lo suggerisce uno che di marketing e merchandising se ne intende.

Cordiali saluti

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RINO FRUTTINI