“ce la cantiamo, ce la suoniamo e ce la prendiamo nel deretano”. E scusa se è poco.

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 1 settembre 2016 14:00
A: ‘Direzione Libero’
Oggetto: “ce la cantiamo, ce la suoniamo e ce la prendiamo nel deretano”. E scusa se è poco.

 

Caro Vittorio,

oggi la lettura di “Libero” mi provoca le seguenti considerazioni le quali, non essendo peregrine o banali, te le propongo nella certezza che siano da te lette, percepite e recepite, secondo la tecnica, a me consueta,  del lancio di un messaggio pubblicitario.

Nel mio primo libro, II°  volume, de “La Saga del Burchia” che penso ormai avrai avuto il tempo di leggere,  rilevo come la propaganda capillare del duce del fascismo  , anche a Perugia, mediante fogli locali (“L’Assalto”, ad esempio) costruiva il consenso . Esso era riscontrabile sia secondo parametri quantitativi del fanatismo della massa degli italiani a manifestazioni e sabati fascisti, sia secondo parametri qualitativi: impressioni e sensazioni dell’opinione pubblica.

Ma sappiamo poi come venne strumentalizzata l’adesione degli italiani a Mussolini: leggi razziali e affiancamento alla Germania nazista nella 2a guerra mondiale. La Spagna di Franco rimase neutrale, senza conseguenze all’indipendenza del suo territorio.

Oggi invece è impossibile costruire il consenso, essendo troppo forte la macchina del “dissenso” . Riviste, periodici, quotidiani (compreso il tuo) ; talk show, opinion leader, tutti sono pronti alla critica di qualsiasi atto, azione, fenomeno …… che sia sottoposto alla loro attenzione ed analisi critica. Se poi l’Istat fa ricerche su base campionaria, con questionario destinato a interviste telefoniche di non più di mille soggetti , ovvero un campione rappresentativo del totale Italiani , predispone il  questionario secondo la tecnica delle domande dirette e/o indirette , ovvero domande reali , che non incidono sul tenore della risposta, e domande retoriche  le quali, poste in un modo piuttosto che in altro influiscono sulla risposta, positiva o negativa. Le allocuzioni latine nelle domande  “ne, nonne, num” ne sono una riprova ancestrale.

Indagini qualitative su “Ottimismo e/o pessimismo” degli italiani  sulla congiuntura economica, impostate su tale standard  ne condizionano l’iter in un fenomeno di avvitamento che non può che giovare agli speculatori finanziari. Ed il fenomeno sembra essere nazionale prima ancora che europeo o di altri stati dell’economia “affluente”.

E’ come dire “ce la cantiamo, ce la suoniamo e ce la prendiamo nel deretano”. E scusa se è poco.

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RINO FRUTTINI

Da: Direzione Libero [mailto:direzione@liberoquotidiano.it]
Inviato: lunedì 5 settembre 2016 09:43
A: rino.fruttini@gmail.com
Oggetto: R: “ce la cantiamo, ce la suoniamo e ce la prendiamo nel deretano”. E scusa se è poco.

 

Credo che tu abbia ragione. In pieno. Chi non dissente è considerato un leccaculo.
Vittorio