Brexit, referendum ed Europa

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: domenica 19 giugno 2016 15:17
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Brexit, referendum ed Europa

 

Caro Direttore,

ti seguo sempre in questa tua nuova direzione e sono abbastanza d’accordo, sia su quanto emerge dalla tua penna, sia da quella dei tuoi collaboratori. Si compendiano in una linea editoriale che condivido. Molto più di quella di Sallusti ne il Giornale. Tuttavia ho alcuni appunti da fare.

Stamane te la prendi con Monti che si preoccupa di un’eventualità “brexit” e recrimina sull’abuso del diritto di voto degli inglesi. Tu replichi , evocando i massimi sistemi della democrazia diretta , quella per intenderci  referendaria della Svizzera. Tuttavia nell’articolo di ieri (o ier l’altro) obietti , a chi vuole interpretare il risultato odierno delle elezioni comunali  parziali come un referendum pro/contro Renzi. E invochi solo  la sovranità del Parlamento, nell’eventualità di un voto di sfiducia a Renzi. E mentre sul primo punto hai torto, sul secondo hai ragione. E ti spiego il perché.

L’opzione europea non è una passeggiata, come può essere un referendum svizzero come : Legge federale sulle attività informative (LAIn), Legge sull’asilo (LAsi), Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV).

Pertanto è stato un errore di Cameron aver proposto simile opzione all’elettorato inglese. Se in Italia il primo partito è quello delle astensioni, ciò si deve all’inflazione da elezioni democratiche . Lasciamo che sia il sistema parlamentare a sovraccaricarsi di votazioni. Che poi, come tu giustamente hai osservato nei tuoi articoli pregressi, va a mettere in confusione il sistema delle leggi in vigore e la loro applicazione e sanzionabilità dei reati previsti.

Ma comprendo bene la tua strategia. Tu sei contrario all’Europa , integrata “ex abrupto” dalla moneta unica, ma sempre disgregata secondo i canoni empirici del pragmatismo di una politica , dei diritti individuali e delle strategie di politica socio-economica. Ma senza lo spauracchio dei vincoli di Maastricht e l’integrazione monetaria, dove sarebbe oggi l’Italia, con la sua “liretta” esposta al procelloso mare dell’indebitamento sovrano e dei titoli emessi  a sua garanzia ? Ma questo è solo un punto, dei tanti.

Te la prendi con Monti ed i suoi sodali economisti dell’integrazione e europea. E li accusi di non portare argomenti a vantaggio della loro causa. Ma io, da quando leggo il Giornale, prima, e Libero poi non ho letto uno straccio di seria o scientifica documentazione pro o contro le due posizioni.

Ed allora, data la mia esperienza in metodologie di  “studi di fattibilità” per misurare punti di forza /debolezza, e fattori di successo/flop,  di strategie di MKT (l’acronimo del metodo è Analisi SWOT: i punti di forza (Strengths), i punti di debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) le minacce (Threats)) , ti suggerisco un confronto fra due economisti esperti della questione europea, ciascuno con le proprie e documentate ragioni. Saranno i tuoi lettori a giudicare.

La stessa metodologia te la propongo per il referendum costituzionale. Per conto mio ho  idee chiare, sia nell’uno che nell’altro caso. Idee che in tale caso, provengono dalla mia deformazione professionale , ma che sono  molto utili per proporre alla aziende soluzioni vincenti nella competizione dei mercati.

Un affettuoso saluto

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RINO FRUTTINI