Alcune puntualizzazione in materia di riforme

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: domenica 11 giugno 2017 08:03
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: I: Alcune puntualizzazione in materia di riforme

 

Caro Vittorio,

ieri mi sono trovato con due amici, sodali di esperienze ed impegno in politica, i quali esprimevano critiche su Renzi e la sua presunzione di riformare la Costituzione e la legge elettorale. Ecco la replica che gli ho espresso. Penso che ti possa interessare alla luce della tua posizione attuale, molto critica verso l’ex premier. Personalmente ritengo che Renzi, nonostante la maggioranza risicata e contestativa che lo sosteneva, abbia elaborato un lavoro di eccezionale livello. Peccato che il 60% degli italiani che sono andati a votare, ovvero il 36%  del Popolo sovrano abbia avuto un premio di maggioranza da parte degli italiani astensionisti e del “non voto” ed abbia fatto fuori Renzi e le sue riforme. Ancora una volta si dimostra che il bel Paese è fatto da soggetti masochisti che invece di “scodinzolare all’altezza del buco del culo”  e manifestare almeno gratitudine al potente di turno, si tagliano gli zebedei per fare dispetto alla moglie.

Un caro saluto,

Rino Fruttini

P.S.: di seguito le mie osservazioni sulle riforme di Renzi

 

 

Cari amici,

vado a puntualizzare quanto segue, a proposito della riforma costituzionale e  del ruolo del senato secondo due punti  essenziali. Il primo : le sue competenze che la riforma avrebbe potuto dimensionare esclusivamente al sistema delle autonomie , soprattutto regionali, ad oggi una babele di iniziative legislative locali, spesso fra loro in contraddizione. Non a caso i TAR furono creati per risolvere il contenzioso, ex post. Il senato delle autonomie invece ne avrebbe dipanato ex ante tutte le contraddizioni e le querelle fra regioni e da queste verso l’amministrazione centrale dello Stato. Il secondo per i suoi rapporti con la Camera dei Deputati. Infatti “LA RIFORMA COSTITUZIONALE Camera dei deputati

XVII legislatura Art. 10 (estratto) recita :

…….“Ogni disegno di legge approvato dalla camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della

Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei

trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la

Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere

all’esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata

in via definitiva, la legge può essere promulgata”…..

 

Con tali disposizioni costituzionali il nostro sistema parlamentare sarebbe divenuto monocamerale, sia per la Camera che per il senato, senza il ping pong

nel D.M.U. (decision making unit)  che continua a caratterizzarlo come il più inconcludente fra i sistemi parlamentari dei 27 partner europei.

Peccato che Renzi non abbia potuto realizzare questa riforma e, di conseguenze quella del sistema elettorale maggioritario (l’Italicum). Infatti solo dopo la riforma della Costituzione la Corte Costituzionale avrebbe trovato quella del sistema elettorale coerente con la nuova Costituzione. Mentre è evidente che un Italicum non sarebbe potuto sopravvivere a “bocce ferme”. Infatti la nostra Costituzione può tollerare solo un sistema proporzionale, senza premio di maggioranza e/o ballottaggi . E d’altra parte l’elezione per collegi uninominale non è certamente un criterio premiale supplementare  per chi arriva primo.

Un caro saluto

Rino