A Vittorio Feltri: “Tertium non datur”. Fattene una ragione. Tu ed i vari Facci, Paragone e compagnia cantando.

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: sabato 18 marzo 2017 14:32
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: A Vittorio Feltri: “Tertium non datur”. Fattene una ragione. Tu ed i vari Facci, Paragone e compagnia cantando.

Caro Vittorio,

mi è ritornato sott’occhio Libero del 14 marzo u.s. Già  l’altro giorno te ne volevo parlare. Poi ho soprasseduto. Mi son detto: “Chissà che cosa penserà di me , il caro Vittorio,  sempre pronto a rompergli le scatole”. Allora mi era sfuggita la rubrica “Appunto” di Filippo Facci che di solito condivido in forma e sostanza. Ma leggendo solo ora le sue previsioni sulle elezioni olandesi a schede scrutinate e le sue considerazioni , quasi a futura memoria in una formula anastatica , debbo dire (e ti prego riferirlo all’amico Facci) che questa volta si fa portavoce di alcune sciocchezze. La prima sulla “Nexit”. E qui debbo fare una premessa, seppur breve, sulle previsioni e sondaggi elettorali degli ultimi mesi . Immaginiamo quale scenario si sarebbe aperto in Italia se il referendum  sulla riforma della Costituzione fosse stato approvato dall’elettorato.

  • Non avremmo più contenzioso fra Regioni e Stato centrale.
  • Le provincie sarebbero state cassate dalla Costituzione e le loro competenze affidate alle regioni.
  • Il processo legislativo  sarebbe stato semplificato e reso più efficiente ed efficace dal monocameralismo.
  • I risparmi netti con l’abolizione del CNEL sarebbero già contabilizzati dalla Ragioneria Generale.
  • Lo spread delle obbligazioni nazionali su quelle tedesche (bench marking) non sarebbe ai livelli attuali, fonte di incremento del debito sovrano con il montante sugli interessi.
  • Avremmo acquisito maggiore credibilità verso gli organismi UE e di conseguenza maggiore flessibilità nella gestione della politica economica.
  • Saremmo più attrattivi verso gli investimenti esteri .
  • Avremmo un premier Renzi  pimpante e non soporifero come il Gentiloni da anabolizzare, secondo i tuoi desiderata.

L’amico Filippo Facci invece, che dice ? E’ convinto che la Brexit sia una premessa per lo sfaldamento della comunità europea. Se la prende con la Turchia per la sua prosopopea islamista e non capisce, lui come molti altri, che se fosse stata ammessa all’UE ne sarebbe derivato un equilibrio fra i poteri delle varie Nazioni nel consesso europeo. Infatti meglio discutere intorno al un tavolo di legittimazione e condivisone  europea piuttosto  che esserne esclusi. E poi, la Turchia non è una nazione aderente alla Nato da oltre cinquant’anni?

Caro Vittorio, peccato, scusa la metafora, che sui problemi Italia/Europa tu, ed i tuoi collaboratori “facciate pipì fuori dal vaso”. Mentre sul tema del “non fare un tubo nei ministeri”, siccome non ne conosci come il sottoscritto le problematiche, ti consiglio di fare un’indagine sulla sproporzione fra organigramma gerarchico/funzionale tuttora vigente ed i compiti e le sfere di competenza geo-settoriale della PA, sia centrale che allargata alla periferia. C’è una profonda sproporzione, come più volte ho avuto modo di segnalarti, fra risorse e impegni, fra competenze e interventi, fra progetti/programmi e loro attuazione. In sostanza l’apparato della burocrazia è rimasto inalterato rispetto a 30 anni fa mentre i suoi compiti e sfere di competenza si sono ridotti del 40%. Dal che si deduce che almeno tale percentuale coinvolga l’esuberanza della forza lavoro del pubblico impiego rispetto alla sua cosiddetta “mission”. Morale. Quale la terapia ? O si licenzia il 40%  dei dipendenti pubblici o si allarga la sfera di competenza e intervento dello Stato almeno del 40% rispetto al suo attuale “plafond”. Ed allora addio, “più società e meno Stato”!  Tertium non datur. Fattene una ragione. Tu ed i vari Facci, Paragone e compagnia cantando.

Un abbraccio

_____________

RINO FRUTTINI