Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 6 ottobre 2016 15:03
A: ‘Direzione Libero’
Oggetto: Cosa pensa Rino Fruttini ?
Caro Vittorio,
è un po’ che non ti scrivo. Ti sarai chiesto il perché. Spero non te ne sarai fatta una ragione ! Ed eccomi qui. Quando le provocazioni intellettuali di titoli e contenuti di “Libero”, gli argomenti e le logiche sintattiche e di coerenza nei contenuti, prima ancora che l’ identificazione di una linea editoriale, lasciano interdetti alla lettura mattutina, allora mi rimetto a soprassedere nel darti un qualche consiglio e/o considerazione nel tema specifico. Siamo troppo fuori dall’orbita del buon senso.
Ma oggi (6 ottobre) non soprassiedo. A pag. 7 ve la prendete con “gli affari a senso unico” della May&Brexit che chiude le frontiere alla libera circolazione delle persone nella UK, mentre l’altro giorno plaudi alla Svizzera che con un referendum cantonale di poche centinaia/000 di elettori , decide che il lavoro va garantito prima agli indigeni, comunque e dovunque, a prescinderne dalla produttività. Per non parlare di referendum costituzionale (prima) e di campagna propagandistico/mediatica contro EU/€ (seconda) in cui l’essere per il SI nella prima e per il No nella seconda è già di per sé una grave contraddizione semantica e percettiva verso l’audience del tuo giornale. Infatti tutti hanno capito che la riforma della Costituzione nella parte operativa, vecchia ed obsoleta, non fa altro che metterci in “armonia” e in “convergenza” (vedi parametri di Maastricht) con l’Europa più evoluta ed integrata.
La strategia del “piove governo ladro” può andar bene al Savonarola della Padania, Matteo Salvini ; ma da te, francamente non me l’aspettavo. Senza considerare che la battalia del NO, e di conseguenza dell’Italexit è persa in partenza.
Ed allora mi domando ora , come ti domanderò il 5 dimebre p.v. : ne è valsa la pena?
Come sempre ti saluto affettuosamente
_____________
RINO FR risposte a Riforma costituzionale Renzi-Boschi: perché no
- rino fruttini ha detto:
Caro Robi Ronza,
non sono d’accordo sulla tua posizione pilatesca in materia di referendum costituzionale. Già dalla fine del 1960, con la commissione Bozzi, si parla di riformare la Costituzione. I partiti non hanno mai trovato una soluzione comune e condivisa. Con la riforma del titolo V del 2001 del Goerno Dalema si è dato alle regioni competenze anche in materia di Industria, oltre alla sanità , all’agricoltura e al turismo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: più spese (debito) e scarsi risultati di efficienza nei servizi e nelle quote di mercato della competizione italiana , da attribuire alla politica industriale regionale.
Con lo scenario delle elezioni del 2013 il presidente Napolitano dichiarò, sollecitato da tutti i partiti a rinnovare il suo mandato presidenziale, come fosse indispensabile una riforma della Costituzione , in linea con le costituzioni più evolute dei partners europei.
Renzi, dopo i fallimenti di Bersani e Letta a formare ed a consolidare governi credibili, ebbe un viatico preciso: realizzare la riforma.
Ora la riforma votata dal Parlamento c’è. Ed è una valida riforma che raggiunge i seguenti obiettivi:
1) Governabilità : insieme alla legge elettorale proposta dal premier, consente la maggioranza al partito più votato, secondo una presentazione dei candidati in lista che è un mix fra legittima e democratica designazione di partiti (i cosidetti”nominati”) e scelta degli elettori (preferenza unica).
2) Snellimeto del processo burocratico della formazione delle leggi, grazie ad un Parlamento a camera unica.
3)Senato delle autonomie che consente di armonizzare le esigenze delle istanze locali, nell’ambito delle rispettive autonomie e competenze, anche verso la CE.
4) Riduzione dei costi della politica superflua e inconcludente, anche con la soppressione del Cnel.
5) Miglioramento democratico dei contrappesi Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale,Governo, Parlamento.
Il discorso su Renzi è molto semplice. La battaglia sulla riforma, voluta e introdotta dal suo governo, è di per se stessa personalizzata. E come tale è iniziata e continua ad esserlo.
Il quarto potere, come quello che compete anche a te, caro Robi, ancora una volta non sa fare la scelta giusta. Ed ancora una volta rischia di dare benzina alla macchina del dissenso, che produce anarchia, scetticismo e disaffezione dei cittadini, per riverberarsi nell’astensione elettorale.
Cordiali saluti
Rino Fruttini
-
- Robi Ronza ha detto:
Sin dal titolo mi pare che di tutto mi si possa accusare meno che di essere pilatesco. Per il resto rimando a quanto ho scritto, compreso il libro della Bussola appena uscito sull’argomento.