Vittorio Feltri è chiamato alla direzione di Libero. Un commento ad un suo “fondo” su Marco Pannella

 

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: venerdì 20 maggio 2016 15:40
A: ‘direzione@liberoquotidiano.it’
Oggetto: Da Rino Fruttini al Direttore Vittorio Feltri

 

Caro Direttore,

innanzi tutto i miei ammirati complementi per chi, come te, alla nostra età, si vuol cimentare in nuove , anche se collaudate, responsabilità.  E dunque, “ in bocca al lupo”!

Prima di passare ad alcune osservazioni sui tuoi articoli di oggi, ti sarei grato di verificare se il mio libro “La Saga del Burchia” sia  giunto in tuo possesso, quale mio omaggio, come mi risulterebbe  dalla ricevuta di recapito postale.

Marco Pannella è stato indubbiamente un personaggio della storia italiana; soprattutto di quella del movimento radicale. Tuttavia non riesco a capire quali siano stati gli effetti positivi della sua protesta, seriale e immaginifica sul plafond della nostra democrazia. Dalle elezioni del 1948 in avanti, con una Costituzione che si dice “la più bella del mondo”, un eufemismo per definirla garantista nelle prerogative di diritti civili e individuali  ed  equilibrata nei contrappesi dei tre poteri  della democrazia costituzionale, e con  la  frequenza di un governo annuale eletto almeno una volta all’anno, e corredata da un numero incredibile di referendum abrogativi, non capisco quale possa essere stato il ruolo di Pannella nel garantire progresso , democrazia, libertà al popolo italiano . Pannella semmai ha garantito una buona dose di anarchia e sciovinismo, del quale oggi abbiamo piene le tasche , dopo decenni di scioperi, avendo sopportato  le prepotenze dei disadattati dei centri sociali, le manifestazioni di piazza, le rivendicazioni di diritti individuali , nella disconoscenza ed arrogante ignoranza  dei doveri generali .

Per i due fiori all’occhiello del pannelliano/ radicalismo , ovvero divorzio ed aborto, ti pare, caro Direttore, che questa società fatta di figli di divorziati, senza alcun sano riferimento familistico e familiare, in crisi demografica da almeno 5 anni, con decine di migliaia di aborti, in clamorosa  contraddizione con le richieste di “uteri in affitto”  e con le unioni di fatto omosessuali , sancite da una” legge ad frocium o ad  lesbicham” ,  per poco più di 7.000 coppie, debba mostrare riconoscenza ad alcuno, di alcunché?

O invece debba recriminare verso la governance , degli ultimi 50 anni  dei poteri forti dei cosiddetti “diritti civili” , di cui Pannella era comprimario, che hanno provocato una simile deriva del sistema di autogestione civile e sociale della società italiana?

Ed infine vengo alla riforma della Costituzione. Sottoscrivo le tue motivazioni al SI, sottolineandone alcuni aspetti. Il primo, che intende superare l’ argomentazione principe  dello schieramento dei NO, secondo il quale il senatori sarebbero nominati e non eletti. Ebbene , la confusione  che viene divulgata dai mass media, fra il nominare e l’eleggere è grande. La nomina viene dall’alto; l’elezione dal basso. I senatori saranno il risultato di una elezione del corpo elettorale di ciascuna regione, che li designa già nella scheda, con un listino apposito per tale incarico; che poi sarà confermato dall’assemblea regionale, dopo che il quoziente dei 95 senatori  sarà stato assegnato su base nazionale.

La governabilità della Nazione sarà garantita da una lista, con indicazione del Premier, composta anche da più partiti, che supererà il 40% dei voti al primo turno. Altrimenti si andrà al ballottaggio. Ancora non capisco quali siano stati i motivi che hanno portato Forza Italia a porsi al di fuori di tale sano ragionamento di democrazia elettorale parlamentare.

Un caro saluto, tuo aff.mo

_____________

RINO FRUTTINI