E che dire del giornalista Adriano Sofri. Un commento per il Direttore

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: sabato 15 ottobre 2016 19:38
A: ‘Direzione Libero’
Oggetto: E che dire del giornalista Adriano Sofri. Un commento per il Direttore

Caro Vittorio,

finora non ti avevo trovato a fare d’ogni erba un fascio e neppure a millantare un credito per terze persone, degno di miglior sorte. D’accordo ,  Adriano Sofri ha scontato la sua pena. Ma prima ancora di uscire dal carcere lo avevate accolto nel Vostro enclave privilegiato di giornalisti con l’alibi della liberta di stampa del quarto potere e grazie a rilevanti e sostanziose raccomandazioni dei “poteri forti”. Non a caso sul suicidio dell’anarchico Pinelli si è sviluppato un movimento della sinistra comunista , della non ideologia sfascisto-anarchica e della cultura antiborghese , che è riuscito a disegnare e cucire pedissequamente un canovaccio sul quale si è sviluppato per decenni lo schema dell’antipolitica che seppure ormai stantio, ancor oggi domina, nel  qualunquismo “quaquaraqua” , mediante la propaganda dei talk show. Adriano Sofri è stato uno dei maggiori autori e protagonisti di questo scenario sciovinista; e se oggi siamo arrivati a questo punto di scombinamento dell’assetto politico e istituzionale,  lo dobbiamo anche ai suoi insegnamenti tramite l’organizzazione sovversiva di Potere Operaio , poi recepiti dalle metodiche iconoclaste  dei Centri Sociali.

Sofri nella redazione di Lotta Continua in una foto del 1967. (Da Wikipedia)

Sofri avrà pure scontato la sua pena. Ma moralmente è sempre un soggetto al quale non può essere affidata una rubrica, un articolo di fondo, una relazione o addirittura una lezione di etica e. Adriano Sofri è un cattivo maestro; moralmente inaffidabile.  Altro che “Grande Sofri, piccolo Calabresi”.

Come non so rendermi conto come faccia l’ISIS a trovare una legittimazione sostanziale  con i soldi petroliferi di Arabia Saudita e Qatar, così non mi posso capacitare di come il fenomeno Sofri sia potuto rientrare in un alveo di embrasson nous o se ti piace di più di “volemose bene” , nonostante tutto quello che poi è accaduto dall’omicidio Calabresi fino ai giorni nostri.

Sarebbe interessante una ricognizione di “Libero “ per cominciare a fare un po’ di chiarezza sui vari “cui prodest” dei quali anche Sofri è stato una cosciente e primaria figura strategica  della cosiddetta “tensione”.

Caro Vittorio, non volermene se ti possa creare un qualche imbarazzo nell’invadere la tua “privatezza” informatica. Ma di fronte a tali fenomeni di disinformazione non posso che replicare per iscritto. Cordiali saluti

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RINO FRUTTINI