Un commento a “Euro e austerità sono truffe”

Da: Rino Fruttini [mailto:rino.fruttini@gmail.com]
Inviato: giovedì 18 agosto 2016 17:25
A: ‘Direzione Libero’
Oggetto: Un commento a “Euro e austerità sono truffe”

 

Caro Vittorio,

eccomi di nuovo a farti un po’ di mail-stalking. Nonostante l’eclatante titolo “Euro e austerità sono truffe” ti abbia portato  un tiratura di 130.000 copie nell’uscita odierna,  continui a perseverare nell’eresia monetaria e nell’incompetenza di politica economica. Se poi vado a leggere l’articolo odierno di Martino Cervo, con i suoi riferimenti strumentali al libro di Stiglitz, mi viene qualche dubbio sulla obiettività intellettuale cui il titolo sia giunto, rispetto al contenuto dell’articolo. Si afferma che i cambi fissi  fra le componenti EU abbiano provocato scompensi fra le diverse economie nazionali. Come se prima dell’ euro, il cambio “Lira”/monete del  resto del mondo fosse sempre equilibrato , senza portare svalutazione, inflazione e “carovita”. Il trattato di Maastricht serve proprio ad equilibrare le economie nazionali, anche mediante la stabilità monetaria dell’euro. Da segnalare l’affermazione apodittica  : “L’euro , un misto di teorie economiche e ideologie fallaci”. Altra causa della economia in stallo sembra sia da imputarsi al credito facile ed i conseguenti “crediti in sofferenza”delle banche, come se la crisi mondiale , con focolaio Lehman Brothers, fosse da imputarsi all’euro.  Ed infine la filiera consequenziale con le sue crisi ricorrenti , nei rapporti causa /effetto , come austerità e sviluppo; debito pubblico e finanza privata; disoccupazione e riforme; politica economica e politica sociale. Tutto da imputare all’euro!!

La verità, caro Vittorio, è che il tessuto economico e sociale , nel contesto delle competenze e delle italiche capacità imprenditoriali traligna ormai da tempo. E tu lo hai messo in evidenza più di una volta, enfatizzando il fenomeno del “trarre i remi in barca” dei nostri industriali, con cessioni di pacchetti di maggioranza di importanti aziende  multinazionali della finanza. Ed io da Perugia, con la Nestlè che sta liquidando , di fatto, i marchi Perugina e Buitoni, ne sono osservatore diretto. Ed in un simile scenario l’alibi della produttività , ovvero una grandezza microeconomica, che si vuole focalizzare come “macro” rappresenta uno degli idoli menzogneri della vulgata massmediatica nazionale. Faccio un esempio. Che senso ha penalizzare quei lavoratori della PA che si timbrano il badge a rotazione quando , se rimasti regolarmente al posto di lavoro, sarebbero morti d’inedia perché non hanno nulla da fare. Come dire lasciare un esercito in caserma senza regole di ingaggio, neppure per esercitazioni.  Oltre il 50% del lavoro della PA è improduttivo poiché mancano le necessarie allocazioni concrete e necessarie di compiti e mansioni lavorativi. Meglio allora che , sic stantibus rebus, i felloni se ne vadano a fare del canottaggio, o la spesa , o la partitina a carte. Così non rischiamo oltre il danno la beffa che poi cadano in una malattia di crisi nervosa depressiva, in carico all’USL.

Infine, diciamoci tutta la verità, tornando a Stiglitz. Egli nel suo libro  non s’impegna in un atto d’accusa all’euro, ma ne critica la gestione CE, che, contrariamente alla teoria di  Keynes, più volte messa in pratica, anche con successo , vedi il piano Marshall,  non fa della moneta  un centro propulsore di investimenti e occupazione. L’Inghilterra scopre solo ora che con la sua sterlina avrebbe potuto perseguire risultati migliori nell’ultimo decennio. E comunque la controprova, sub iudice, sarà da dimostrare nel prox. quinquennio.

Caro Vittorio, d’ora in avanti, se devi trattare di euro, ti prego, sii pure pedante e cattedratico. Trova ragioni più convincenti della sua dannosità, senza “auscultare” la pubblica opinione che, a quanto leggo nelle sue lettere di adesione a “Libero”, poco ne sa di economia.

Un affettuoso saluto da

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RINO FRUTTINI